Anche piastrellare e un’operazione che si può fare in proprio risparmiando un bel po’ di quattrini; tuttavia devo ammettere che si tratta di un lavoro molto più complesso e faticoso rispetto all’imbiancatura, ma anche foriero di molte soddisfazioni. Anche questo, come tutto il resto, si impara con un po’ di tempo e buona volontà. Per farci un po’ la mano, direi di non buttarsi subito nell’impresa di piastrellare una stanza della casa, ma di incominciare da qualche lavoretto meno impegnativo e nel quale eventuali errori passino più inosservati! Per esempio, potreste farvi un po’ di esperienza pavimentando un capanno o una cantinetta.
Che cosa serve? Innanzitutto le piastrelle, e anche qui esistono dei modi per risparmiare e riciclare. Come già accennato, spesso i negozi di ceramiche rinnovano gli allestimenti e i campionari e, in occasione di queste operazioni, gettano al macero una quantità industriale di piastrelle.
Se conoscete qualcuno che lavora in uno di questi esercizi, chiedete di avvisarvi quando fanno il cambio degli showroom e vedrete che riuscirete a reperire un sacco di materiale. Magari le mattonelle di recupero non basteranno per piastrellare un intero pavimento, ma saranno sufficienti per un lavoro più piccolo come il rivestimento di qualche muretto, di una porzione di parete in bagno o cucina, oppure per qualche lavoretto di bricolage. Detto questo, tutti gli altri materiali dovrete acquistarli presso un negozio per l’edilizia o in ferramenta.
L’occorrente:
– una taglierina per piastrelle (ce ne sono di vario prezzo, consiglio quelle di prezzo medio che garantiscono un buon risultato senza essere professionali);
– la cosiddetta ≪cucchiaia americana≫, ovvero un frattazzo dentellato su due lati;
– un secchio per mescolare la malta cementizia;
– una livella;
– una staggia di legno o metallo per verificare che le piastrelle già posate siano in piano;
– la colla per piastrelle;
– i distanziatori (in gergo ≪crocette≫) per lasciare uno o più millimetri di spazio tra una piastrella e l’altra per le fughe;
– lo stucco per fughe;
– delle ginocchiere (se non siete abituati a stare delle ore in ginocchio).
Prima di acquistare i materiali d’uso (piastrelle, distanziatori e malte), conviene misurare lo spazio da piastrellare e calcolare il quantitativo approssimativo di materiali necessari (in questo potranno sicuramente aiutarvi i negozianti).
Preparare gli spazi
Prima di procedere oltre, occorre ripulire lo spazio da piastrellare: se si tratta di un vecchio pavimento o rivestimento rovinato, bisognerà rimuovere le vecchie mattonelle e la malta con cui erano attaccate, se e una gettata di cemento recente basterà spazzarla, se e un marciapiede o altra superficie in giardino andranno eliminati muschi, erbacce, terriccio e altra sporcizia, e cosi via.
A questo punto, dovete decidere la configurazione del vostro pavimento, ovvero come volete posizionare le piastrelle in base alle dimensioni, alle forme ecc. Se siete alle prime armi vi conviene optare per disposizioni semplici, per esempio procedendo parallelamente alle pareti, nella speranza che siano perfettamente a squadro. Se non lo fossero (e nelle case vecchie e all’ordine del giorno), vi troverete, non volendo, a diventare subito esperti del mestiere perché alcune piastrelle dovrete tagliarle a misura con la taglierina. Ma non vi spaventate! Non e un lavoro impossibile: basta ricavare delle sagome dalle forme e dimensioni giuste appoggiando del cartoncino sul buco da riempire e tracciandone i bordi con una matita, quindi ritagliarlo e posizionarlo sulla piastrella da tagliare, tracciare i bordi sulla piastrella con la matita e tagliarla con la taglierina. Se le prime piastrelle si spezzano malamente, non disperate: anche tagliare le piastrelle e un’arte. Per ottenere effetti migliori dal punto di vista estetico, potete decidere di realizzare una cornice lungo il perimetro della stanza (oggi in commercio esistono mille soluzioni). Anche in questo caso, se le pareti sono perfettamente a squadro, non avrete alcun problema, altrimenti dovrete spremervi le meningi e farvi venire qualche bella idea! Se quello che dovete piastrellare non e il pavimento di una stanza, ma per esempio un marciapiede o una scala in giardino, dovrete fare la pianificazione preliminare del lavoro, perché quasi sicuramente i bordi non saranno regolari e a squadro, quindi sarà meglio preparare tutte le piastrelle delle giuste dimensioni prima di iniziare la posa in opera.
La posa in opera
Come per l’imbiancatura, la vera e propria operazione del piastrellare e, forse, la più semplice e veloce, mentre e tutto il lavoro preliminare a rappresentare la vera fatica. Una volta che avete ben chiara la disposizione delle piastrelle e che avete tagliato i pezzi particolari (angoli, piastrelle per punti fuori squadro, bordi ecc.) potete iniziare a impastare la colla: solo l’esperienza vi insegnerà qual e la giusta consistenza, come vedrete e abbastanza intuitivo.
Preparatene un piccolo quantitativo all’inizio, in modo da avere il tempo di sbagliare e correggere gli errori prima che si asciughi tutta! Con l’aiuto di una cazzuola, prendete un po’ di colla e trasferitela sulla cucchiaia, quindi stendetela con il bordo liscio su una porzione di pavimento, raschiatela leggermente con il bordo dentellato e iniziate a posizionare le prime piastrelle, distanziandole tra loro con gli appositi distanziatori.
Man mano che procedete, aiutandovi con la livella, verificate che le piastrelle siano in piano, ovvero che non ve ne siano alcune sporgenti o rientranti rispetto alle altre, nel qual caso appoggiatevi sopra la staggia di legno o metallo e battete delicatamente con un martello di legno (o il manico della cazzuola) fino a riportarle tutte allo stesso livello. Se c’è una piastrella sporgente, infatti, significa che sotto avete messo uno strato di colla eccessivo ed e necessario farla rientrare prima che la malta si asciughi. Una volta che la colla ha “tirato”, ovvero si e asciugata, e le piastrelle non si muovono più (di solito la tempistica e indicata sulla confezione della malta stessa), si può procedere a stuccare le fughe.
Le fughe
La “fuga” e lo spazio che si lascia tra una piastrella e l’altra (anche se non si usano i distanziatori, molte piastrelle hanno il bordo smussato, pertanto tra l’una e l’altra si forma comunque uno spazio che in genere va riempito con lo stucco). A mio parere, le fughe sono l’operazione più faticosa, forse perché giunge al termine degli altri lavori quando si e già stanchi. In realtà, in se non sarebbe un’operazione difficilissima, perché basta miscelare lo stucco e stenderlo con una spatolina lungo le fughe.
Il problema e che quando si stende lo stucco, inevitabilmente si sporca la superficie delle piastrelle e bisogna cercare di ripulirla subito, per non lasciare una pellicola opaca sulle piastrelle stesse. Io, in genere, lo faccio non appena lo stucco si e un po’ asciugato, usando degli stracci umidi che sciacquo e risciacquo bene dopo ogni pulizia. In ogni caso, se non si riuscisse a pulirle bene, si possono eliminare tutti i residui di malta, calce, stucco o altro lavando il pavimento con acqua e acido muriatico (1/3 di acido e 2/3 di acqua) dopo averlo bagnato in modo da proteggere lo stucco all’interno delle fughe (altrimenti si vanificherebbe tutto il lavoro precedente).
Battiscopa con piastrelle di recupero
Un lavoretto non troppo difficile che si può realizzare con le piastrelle, anche di recupero (per esempio quelle avanzate da un pavimento o recuperate gratuitamente in qualche negozio di ceramiche), sono i battiscopa. Basta tagliare le piastrelle a un’altezza di 7-10 cm (a seconda dei gusti, dello stile della casa ecc.) avendo l’accortezza di utilizzare soltanto la parte esterna, ovvero quella dei bordi. Per intenderci, da una piastrella quadrata di 20×20 cm di lato, potremo ricavare due listelli lunghi rispettivamente 20 cm e alti 7, mentre dovremo scartare la porzione centrale della piastrella (quella con due lati tagliati).
Dico questo perché, nel momento in cui andremo a posizionarli lungo la parete, sarà molto più funzionale ed esteticamente soddisfacente mettere il lato tagliato in basso, verso il pavimento, e lasciare il bordo smussato sopra. Dato che le piastrelle per un battiscopa hanno dimensioni ridotte, a mio parere non conviene stendere la colla con la cucchiaia americana sulla parete, col rischio di macchiarla, bensì e più pratico stenderne un po’ su ogni piastrella prima di posizionarla man mano che si procede, distanziandole con le solite “crocette”. Quando giungerete agli angoli, dovrete necessariamente tagliare alcune piastrelle a misura, ma non sarà un problema, perché già ci avrete fatto la mano! Una volta poste in opera tutte le piastrelle, eliminate le crocette e attendete che la colla asciughi, quindi stendete lo stucco per le fughe come spiegato in precedenza, avendo cura di metterne un filo anche in alto tra la piastrella e la parete in modo da non lasciare fessure sul bordo del battiscopa. Poi pulite con uno straccio e il lavoro e fatto. Fate attenzione a pulire anche eventuali macchie di stucco o malta cementizia sul pavimento in quanto, se si asciugassero, poi sarebbe necessario ricorrere all’acido muriatico per eliminarle.
Acido muriatico: ecco le precauzioni
(a cura della redazione)
A causa dell’elevata tossicità, bisogna fare molta attenzione quando si utilizza l’acido muriatico. È obbligatorio l’impiego di guanti di gomma e possibilmente anche di occhiali protettivi.
Quando si diluisce bisogna fare molta attenzione ad aggiungere l’acido muriatico in acqua e mai il contrario, perché gettando acqua sull’acido, questo potrebbe schizzare fuori dal recipiente e colpire le mani e il viso.
Il libro che avete tra le mani è una vera e propria mini enciclopedia del recupero e del riuso. Prodotti per la pulizia, alimenti, mobilia, regali e giocattoli per i bambini possono essere autoprodotti nel segno del risparmio economico e delle risorse ambientali. L’autrice ha rigorosamente sperimentato tutti i suggerimenti che offre. Così scopriamo che aceto e bicarbonato sono sufficienti per mantenere una casa pulita e sana, non contaminata da prodotti per la pulizia costosi e spesso nocivi per la salute. Entusiasmo e pazienza sono invece gli ingredienti per coltivare ortaggi e frutta, rigorosamente biologici, e anche un piccolo pollaio per uso familiare. Con un po’ di creatività la carta viene trasformata in decorazioni e regali originali, e gli indumenti smessi diventano zaini resistenti e marionette per i più piccini. Non mancano i suggerimenti per lavori più impegnativi: il legname usato viene convertito in una credenza, un appendiabiti o una scarpiera, e anche tinteggiare e piastrellare sembreranno operazioni alla portata di tutti. I bambini sono invece i protagonisti del capitolo finale: insieme a loro cucineremo, disegneremo e inventeremo giocattoli con materiali di recupero. Una guida pratica che non solo insegna l’arte del fare, ma anche a riscoprire il piacere della cura di sé e dell’ambiente, e del tempo passato a creare insieme ai più piccolini.