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Nutrimento fisico e spirituale

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Prima ancora di nutrirci dobbiamo essere grati di quello che abbiamo: la parola a Franco Berrino.
L’essere umano si nutre non solo di cibo ma di emozioni, di pensieri, di vissuto. Alimenti-Amo la grande via del perdono è il seminario che si è svolto a marzo a Roma e che ha visto insieme due grandi personalità: il noto epidemiologo Franco Berrino e lo scrittore Daniel Lumera, che ha dato vita alla Giornata Internazionale del Perdono.
Abbiamo voluto chiedere a Franco Berrino le ragioni di questo nuovo approccio integrato tra esperienze diverse.
Professor Berrino, dal cibo della gratitudine al perdono: cosa la spinge oggi ad approfondire gli aspetti immateriali legati al cibo?
Credo che prima ancora di nutrirci dobbiamo essere grati di quello che abbiamo. Una volta si diceva una preghiera prima di pranzo, che poteva essere anche laica, nei confronti della natura, come ringraziamento a chi ha prodotto il cibo, o a chi lo ha cucinato. Il concetto di perdono di cui parla Daniel Lumera è vicino a ciò che io chiamo gratitudine nella malattia oncologica. Invece di arrabbiarsi con la malattia, si può imparare ad accogliere il cambiamento, per una diversa consapevolezza nella propria vita. La malattia viene ad avvisarci che dobbiamo cambiare. Chi fa questo passo ha un approccio più positivo verso la guarigione. Il cibo sano rimane fondamentale, perché rende il corpo capace di risanarsi.
Perché le raccomandazioni alimentari del Codice europeo contro il cancro vengono puntualmente disattese dai protocolli di mense scolastiche e ospedali?
Le ragioni sono complesse, ma ci sono essenzialmente tre motivi. Il primo è l’inerzia degli esseri umani di fronte al cambiamento. Il secondo è l’ignoranza: chi ha la responsabilità di gestire le mense di scuole e ospedali spesso non conosce i risultati della ricerca scientifica. Il terzo è dato dai conflitti di interessi. Quando diciamo che i prodotti devono essere prevalentemente di origine vegetale, ci scontriamo con gli interessi economici degli allevamenti. Quando chiediamo di rimuovere le macchine distributrici di bevande zuccherate nelle scuole, ci scontriamo con piccoli e banali interessi di economato da parte di presidi che ricavano pochi spiccioli sulla pelle dei loro studenti.
Abbiamo ancora qualche speranza di poter difendere la nostra salute?
Possiamo lavorare per aumentare la consapevolezza. Abbiamo un potere enorme nell’influenzare il mercato. E possiamo costringere le istituzioni a cambiare. Osservo un po’ divertito l’irritazione dei medici di fronte all’insistenza di pazienti che vogliono avere indicazioni alimentari. Il fatto è che non hanno competenze, non sanno dare consigli. Succede anche a scuola, di fronte all’aumento di consapevolezza di mamme e bambini. Le istituzioni saranno costrette a cambiare.
Pensa che l’impoverimento genetico che stiamo vivendo a tavola rappresenti un pericolo per la salute oltre che per l’ambiente?
L’agricoltura industriale ha selezionato soltanto le varietà più produttive. Oggi abbiamo sul mercato varietà molto ridotte di cereali, frutta e verdura. Eppure ci sono autorevoli studi che dimostrano come un’alimentazione basata sull’ampia varietà vegetale possa garantire una maggiore protezione contro i tumori. Studi sul cancro al polmone e all’esofago mostrano che a parità di tabacco consumato, chi mangia più verdure dimezza il rischio di contrarre la malattia, e il consumo di più varietà comporta una sua ulteriore riduzione. Fondamentale è la sinergia tra diverse sostanze. Dobbiamo avere fiducia nella natura e nella diversità genetica. Anche questo è un motivo di gratitudine.

Franco Berrino ha contribuito al libro Il cibo della gratitudine, una guida alla cucina macromediterranea, con ricette per nutrire il corpo, la mente e l’anima.

Dalla quarta di copertina del libro:
Dall’unione di antiche sapienze e tradizioni, nasce la Macromediterranea, frutto delle cucine Macrobiotica e Mediterranea.
È racchiusa qui “La Via del Cibo”, un cibo fatto di semplicità, benessere, equilibrio, scienza e gratitudine. Proprio la gratitudine ci permette di vedere il cibo con altri occhi: non solo carburante fisico, ma anche nutrimento per la mente e l’anima.
Per questo motivo dev’essere un cibo di qualità.
Ci auguriamo che il libro possa offrire anche uno spunto di riflessione per un percorso di consapevolezza per ritrovare gioia e benessere, imparando ad apprezzare e ringraziare per i doni che la natura ci offre, cucinando con amore un cibo che può renderci persone migliori, imparando ad ascoltare e ad ascoltarsi per ritrovare se stessi.
Leggi in anteprima alcune pagine del libro:

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