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«Il suicidio di Dj Fabo non sia usato per alzare le barricate»

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Dj Fabo, cieco e tetraplegico dopo un incidente, ha deciso di morire in Svizzera con il suicidio assistito. E si è scatenata una polemica feroce, si è mossa persino la magistratura. L’appello di Libera Uscita: «Non si strumentalizzi questa vicenda per rialzare steccati ideologici».
Infuria da giorni la polemica feroce dopo la scelta di Fabiano Antoniani, in arte Dj Fabo, di recarsi in Svizzera dove è morto con suicidio assistito dopo essere rimasto cieco e tetraplegico in seguito a un incidente. E il pubblico ministero Tiziana Siciliano ha aperto un fascicolo nei confronti di Marco Cappato, dopo l’autodenuncia dell’esponente radicale che ha accompagnato Antoniani nella clinica svizzera. L’accusa per lui è di aiuto al suicidio. Il rischio reale è ora che, a pochi giorni dall’arrivo alla Camera della legge sul testamento biologico (l’approdo in aula è stato fissato il 13 marzo), si strumentalizzi in negativo la vicenda di Antoniani.
«Morire bene è un obiettivo davvero importante per cui lavorare» spiega Maria Laura Cattinari, presidente dell’associaziona nazionale Libera Uscita che invita alla riflessione e alla pacatezza.
«Dj Fabo e Marco Cappato hanno costretto i media a parlare nuovamente di fine vita – prosegue – Speriamo davvero che serva al varo di una buona legge sul Testamento Biologico che abbia al centro la persona e la sua volontà. La vicenda di Fabo non deve essere strumentalizzata per rialzare gli steccati ideologici e non deve essere alibi per qualche Deputato indeciso per abbandonare il fronte dell’autodeterminazione. Lamentiamo il vuoto d’informazione sulle condizioni in cui versava Dj Fabo.Tanto si è detto, ma non abbiamo compreso, saremo stati distratti, se sopravviveva grazie ad una ventilazione artificiale o ad altre terapie che avrebbe potuto rifiutare per essere accompagnato, con sedazione profonda, alla fine voluta».
Intanto per l’8 aprile è stato organizzato a Modena il convegno sul tema dal titolo “Testamento biologico: la legge che vogliamo”, promosso da Libera Uscita e di cui Terra Nuova è media partner. L’appuntamento è alla sala degli Ulivi a Modena, viale Ciro Menotti, dalle ore 15. 
Ci saranno anche Beppino Englaro ed Erika Preisig dell’associazione Life Circle di Basilea.

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