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Acqua di casa: possiamo fidarci?

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L’acqua dell’acquedotto è davvero la migliore? Abbiamo chiesto un parere a Michela Trevisan, biologa e nutrizionista, autrice di Terra Nuova, che sul cloro esprime la sua opinione.
L’acqua del rubinetto è senz’altro la più ecologica, su questo non ci piove. Possiamo dire con altrettanta facilità che non presenta problemi di nessun tipo?
Dipende. È vero solo nei casi in cui l’acqua del rubinetto derivi da falda profonda, al di sotto della falda freatica. In rari casi potrebbe essere «buona» anche l’acqua di superficie, se priva di inquinanti derivati dall’agricoltura e dall’industria e non sottoposta a clorazione. La clorazione sembra una condanna…
Il tema dell’acqua mi ha appassionata fin dall’università. Nel 1988 scrissi una tesi di laurea sui metodi alternativi alla clorazione dell’acqua. Già da una decina d’anni, infatti, esistevano chiare evidenze scientifiche di come la clorazione, eseguita su acque di superficie, portasse alla formazione di sostanze cancerogene, come ad esempio i trialometani.
Di questo tema ancora irrisolto si parla pochissimo e lo si divulga ancora meno, anche perché la soluzione, probabilmente unica, sarebbe quella di intervenire sui fatiscenti acquedotti italiani, ormai ridotti a colabrodo tanto da produrre una perdita di acqua in alcune zone fino al 60%. Da questi buchi chiaramente a ogni caduta di pressione possono entrare batteri e altri inquinanti.
Per questo motivo in Italia è impensabile al momento utilizzare in tutto il territorio sistemi di potabilizzazione con disinfettanti diversi dal cloro – come l’ozono, l’acqua ossigenata o gli UV utilizzati in altri paesi europei – perché, non essendo persistenti, non garantirebbero la salubrità dell’acqua all’uscita dal rubinetto.
Cosa succede esattamente all’acqua sottoposta al cloro?
Le acque superficiali contengono sostanza organica derivata dalla decomposizione di animali e vegetali, che a contatto con il cloro porta alla formazione di cloroderivati (alogenati). Per queste sostanze, a causa della loro comprovata azione mutagena e cancerogena, la legge ha stabilito dei limiti. Ma per le sostanze cancerogene non esistono limiti a rischio zero. Nelle acque sorgive, o di falda profonda, dove la sostanza organica non è presente, queste sostanze non si formano.
È sufficiente lasciare decantare l’acqua per disperdere il cloro?
In realtà ciò che si disperde è solo il cloro libero sotto forma di gas, che è un irritante per le mucose delle alte vie respiratorie. Quello più pericoloso, che ha reagito con la sostanza organica, rimane nell’acqua.
Qual è il tuo consiglio da nutrizionista? Quale acqua dobbiamo bere?
Da nutrizionista e ambientalista dico che è fortunato chi può disporre di una fonte di falda profonda. Personalmente quando viaggio in automobile mi porto sempre dietro dei bottiglioni di vetro. Quando andiamo in montagna, o quando passo per una fonte di falda profonda, li riempio.
A chi può disporre solo di acqua di superficie dall’acquedotto e non ha fonti a portata di mano consiglio di alternare, magari tra acque a basso e acque ad alto residuo fisso. Alcune rinomate acque in bottiglia infatti sono troppo povere di minerali per essere l’unica acqua che beviamo. Al contrario di quanto si sente dire spesso, il calcio e il magnesio dell’acqua si assorbono bene e aiutano l’equilibrio dell’apparato digerente. In questo senso è meglio variare anche le marche, perché se ci sono degli inquinanti è bene non accumularli.
Ovviamente se optiamo per la bottiglia bisogna scegliere sempre e solo quella di vetro, con vuoto a rendere!
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Articolo tratto dal mensile Terra Nuova
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