C’è chi di agricoltura parla e chi l’agricoltura la fa, ogni giorno. E c’è chi la fa con convinzione, resilienza e resistenza. È così che nasce
Genuino Clandestino, movimento che negli ultimi anni è riuscito a cucire insieme una rete di realtà che operano in maniera coerente mantenendo al centro il valore della terra come bene comune. Terra Nuova ha pubblicato anche il libro
“Genuino Clandestino”, dieci storie di realtà che hanno deciso di sfidare le regole del mercato agricolo-industriale contemporaneo; libro che continua a riscuotere una grandissima attenzione.
Ora è in corso di ultimazione un secondo documentario sulle realtà che aderiscono a
Genuino Clandestino. Ne parliamo con il regista
Mauro Massafra… non un regista qualunque… non per Genuino Clandestino.
Mauro è anche uno dei piccoli produttori di “GC”, panificatore e orticoltore della provincia di Taranto (Crispiano per l’esattezza) e fa parte del collettivo La Lezza.
Da quale esigenze nasce l’idea di dare seguito al primo docu-film? Di cosa tratterà? Sarà una sorta di sequel o conterrà un altro messaggio?
Quando si sente nominare per la prima volta Genuino Clandestino si rimane assai colpiti da questo nome… accattivante, provocatorio, strafottente… sembra lanciare una sfida a chiunque lo legga. Nato da un’idea bolognese che puntava alla libera circolazione di prodotti contadini, Genuino Clandestino però sembrava essere qualcosa di diverso da una campagna di comunicazione, qualcosa in più insomma di una proposta informativa; il respiro nazionale e la propensione all’azione pratica di questa iniziativa, a poca distanza dalla sua nascita, era già molto forte, lo si poteva percepire dai contributi che arrivavano da tutte le parti d’Italia, dalla voglia, l’energia e la propositività di cui si poteva sentire il profumo vedendo tutte le collaborazioni che si stavano intrecciando, tutte le persone che si avvicinavano . La prima esigenza di dare seguito al documentario che già girato è stata dettata quindi dalla esigenza di far conoscere: che cos’è quindi Genuino Clandestino? E il miglior modo per comprenderlo, profondamente, era proprio questo: girare un nuovo film che viaggiasse tra le diverse realtà che compongono Genuino Clandestino, per comprenderne la natura. L’intento del film infatti non è quello di rappresentare una sorta di sequel, di “seconda parte” rispetto al primo docu-film, ma il tentativo di descrivere con le immagini una realtà che si era evoluta, che stava mutando, e che era qualcosa di diverso da ciò da cui era partita: da campagna di comunicazione si era trasformata in un vero e proprio movimento popolare, “in una rete dalle maglie mobili di comunità in divenire che, oltre alle sue iniziali rivendicazioni, propone alternative concrete al sistema capitalista vigente attraverso diverse azioni”.
Come è stato pensato e realizzato questo secondo lavoro?
Siamo partiti da Taranto, dalla città simbolo, soprattutto in questo periodo, dell’erosione ambientale e sociale che l’era industriale ha portato sui nostri territori. Avevamo appena ultimato la realizzazione di un video su un orto occupato in provincia di Taranto (l’orto di zio Vittorio); si trattava di un terreno autogestito da un gruppo di ragazzi che, su un territorio devastato dall’inquinamento, voleva lavorare la terra, ma senza possederne alcuna. Cercavano di crearsi un reddito dignitoso e libero dalle maglie lavorative contrattuali. L’ultimazione di quel video ha coinciso con la prima conoscenza di Genuino Clandestino e allora ci siamo chiesti: perché non proseguire in questa ricerca, invece di descrivere solo la situazione tarantina? Perché non avviare un percorso di conoscenza anche nel resto d’Italia, cercando di capire e descrivere una situazione più vasta? Ed è stato così che abbiamo portato nella successiva Assemblea Nazionale di Genuino Clandestino la proposta di girare un film sulle varie realtà che compongono questo movimento; un documentario però che non avesse la solita regia accentrata nelle mani di una sola persona (il regista appunto), ma che si nutrisse di tante piccole regie diffuse sul territorio: ogni gruppo regionale avrebbe girato le sue scene, magari le avrebbe anche montate, per poi unirle a quelle di tutte le altre regioni, in un unico film che fosse l’espressione collettiva. Ci sembrava che anche in questo, nella sua ossatura, il film dovesse rappresentare quella sete di autogestione che queste comunità stavano urlando dalle campagne di tutta Italia. Sono serviti più di 2 anni, ma da quel momento ogni qualvolta c’era un’assemblea nazionale, un’iniziativa pubblica, un’occasione di incontro insomma, ci siamo spostati in tante città, conoscendo tante individualità e gruppi animati da un intento comune, abbiamo effettuato le riprese delle terre in cui vivevano, lavoravano, progettavano le persone che si sentivano far parte di questa collettività e mano a mano che i mesi passavano, che ci si rincontrava in una nuova assemblea, ci aggiornavamo sulla lavorazione del film, montando e guardando insieme le riprese girate nell’occasione precedente, mantenendo viva così l’intenzione collettiva di questo progetto.
Come verrà diffuso e quando sarà pronto e reso pubblico?
Proprio di questo argomento abbiamo parlato nell’ultima assemblea nazionale, cercando di decidere insieme come diffondere il film. Ci premeva innanzitutto autogestire anche questa fase del documentario, la diffusione, sicuri di volerci estraniare dalle regole di distribuzione industriale cinematografica. Come fare? In un paese dove la SIAE cerca ancora di affermare il suo monopolio, sentivamo il bisogno di allontanarci dal concetto di diritto d’autore, dal copyright. Siamo convinti infatti che un’idea, per essere tale, deve innanzitutto essere libera, slegata da un padrone, da un ente che lo gestisce. L’idea quindi è quella di realizzare un contenuto la cui diffusione sarà totalmente libera: ognuno individualmente potrà non solo decidere quando, come e dove proiettare il film, in autonomia, senza “diritti” e senza “doveri” d’autore, ma sarà anche spronato e guidato da un vademecum che allegheremo al dvd per moltiplicare, stampare “in casa” copie LIBERE da ridistribuire. Questa è la nostra idea di diffusione sul territorio. A marzo proietteremo al Food festival di Milano l’anteprima del trailer del film, che da quel momento in poi sarà diffuso su internet. In aprile a Bologna guarderemo insieme la proposta di montaggio finale del film, durante la prossima assemblea nazionale di Genuino Clandestino; ne parleremo, decideremo eventuali ultime modifiche, e immediatamente dopo inizieremo con la distribuzione. La cosa che deve essere chiara è che questo progetto non ha fini di lucro, dal film non vogliamo metterci in tasca un centesimo: abbiamo deciso di dare un prezzo popolare alla copia su DVD del documentario, ma soprattutto che i proventi di questa distribuzione (che ogni gruppo si preoccuperà di mettere in pratica nella propria regione) vadano a costruire diverse singole casse di mutuo appoggio fra le regioni stesse, di salvadanai insomma in cui conservare le risorse per affrontare collettivamente le emergenze che potrebbero arrivare in futuro, come quella sismica per esempio, in cui diversi gruppi che fanno parte di Genuino Clandestino si sono spostate in centro Italia per dare concretamente una mano alla ricostruzione e alle necessità di chi si è trovato in emergenza. Contiamo, di “uscire” entro l’estate/autunno 2017.
Chi ringraziare per questo film?
Puglia, Sardegna, Emilia Romagna, Lombardia, Lazio….. il film tocca e descrive questi luoghi, questi esempi, per rappresentarli tutti, ed entra nei progetti dei diversi collettivi che in questo momento in Italia stanno costruendo iniziative per combattere l’industrializzazione delle campagne, l’inquinamento delle terre, la fagocitazione della cultura rurale contadina. Attraverso le interviste e le immagini delle iniziative che abbiamo incontrato, il film racconta quindi come è nato questo movimento popolare e soprattutto come si sta evolvendo, quali sono gli ideali e le pratiche che lo animano, ma soprattutto dove sta andando Genuino Clandestino, qual è la sua direzione. Questo film è nato dall’iniziativa di qualcuno, ma la cosa più importante è che sia diventato un progetto di tutti, caratteristica che ben descrive il nostro bisogno di costruire comunità intorno all’argomento della
Madre Terra. Per questo abbiamo bisogno di ringraziare tutte quelle persone che si sono fidate, che si sono lasciate riprendere da una obiettivo, che hanno regalato le proprie parole per cercare di esprimersi, di farci capire che cos’è Genuino Clandestino, tutta quella gente insomma che individualmente o come gruppo ci ha dato la sua disponibilità per le riprese del film;
Campi Aperti ed
Eat the rich a Bologna, l’
Orto di zio Vittorio e Movimento Terre in puglia, la Rete sarda di realtà solidali contadine,
Spazio fuori mercato a Milano,
Terra Terra a Roma,
Mondeggi a Firenze: sono solo alcuni dei collettivi che hanno reso possibile la realizzazione del film. Più che ringraziarli, vogliamo abbracciarli per festeggiare insieme il completamento di questo progetto, che è stato di tutti, insieme.
Il prossimo incontro nazionale di Genuino Clandestino si terrà a Bologna, 21-22-23 aprile 2017 presso il centro sociale Labas, via Orfeo 46.
Ecco il programma.
Venerdì pomeriggio : accoglienza, dalle 18 alle 20 assemblea
Sabato mattina – tavoli tematici:
– tavolo di confronto sulle normative sanitarie > Pierpaolo
– tavolo moneta sociale > Carlo
– tavolo empori e spacci popolari > Germana
– tavolo formazione > Carla
– tavolo garanzia partecipata > Michele
– tavolo mutuosoccorso/terremoto (qualche proposta sul titolo?) > marchigiani
– tavolo CSA > Coop Arvaia
Sabato pomeriggio – tavoli tecnici:
– apicoltura > …
– erboristeria > Lorenzo
– allevamento > Pierpaolo
– viticoltura > Filippo
– panificatori > Corrado
– orticoltura e sementi > Germana
– frutticoltura > Elisa
– olivicoltura > Alessandro
A seguire, assemblea plenaria
Domenica : mercato dal mattino in una piazza della città