È partita in tutta Europa la raccolta firme per l’iniziativa dei cittadini europei (ICE) per chiedere alla Commissione Europea il divieto totale dell’uso del Glifosato, un pesticida dannoso per l’ambiente e probabilmente cancerogeno per la salute umana.
Terra Nuova fa parte del tavolo nazionale contro i pesticidi e aderisce all’iniziativa dei cittadini europei per la raccolta firme, così come le associazioni del tavolo. Iniziative di lancio si sono tenute in molte città europee, tra cui Roma.
L’obiettivo è di 1.000.000 di firme in tutta Europa da raccogliere nei prossimi mesi per vietare l’uso di uno dei pesticidi più diffusi al mondo. Una vasta opposizione sociale si è già espressa contro l’uso di questa sostanza, e l’iniziativa “StopGlyphosate” sostenuta da una vasta rete internazionale punta a portare queste istanze nelle sedi istituzionali.
Il glifosato è l’erbicida più utilizzato su scala globale. È presente in oltre 750 formulati, tra cui il Roundup®, marchio registrato dalla multinazionale Monsanto, dedicati alle colture intensive, agli orti e al giardinaggio. Nel 2014 la produzione mondiale di glifosato ha superato le 800.000 tonnellate; il trend purtroppo nei prossimi anni è destinato crescere e si stima che entro il 2020 la richiesta possa raggiungere il milione di tonnellate. Lo sviluppo del mercato è legato al crescente impiego delle colture geneticamente modificate (OGM) resistenti al glifosato.
Ad accendere i riflettori sull’erbicida più venduto al mondo è stata la
valutazione di cancerogenicità espressa lo scorso anno dalla IARC (
International Agency for Research on Cancer), organo dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ritenuto la massima autorità in campo oncologico.
La Campagna italiana Stop Glifosato di cui Terra Nuova fa parte vuole rendere evidente che le alternative al glifosato esistono: sono le buone pratiche agronomiche, ecologiche e sostenibili anche sul piano economico a partire dai metodi di coltivazione biologici e biodinamici.
Pratiche come lo sfalcio e la trinciatura delle erbe non possono essere considerate un ritorno al passato: sono, piuttosto, una delle risposte a una serie di emergenze, come il drastico impoverimento della sostanza organica nel terreno, l’esigenza di limitare l’erosione dei suoli e quella di proteggere la biodiversità e gli habitat naturali.
Oggi la vera innovazione è adottare l’approccio agroecologico, per migliorare la fertilità dei suoli, diversificare le produzioni, aumentare la capacità di sequestro di carbonio, garantire raccolti adeguati e affrontare il controllo dei parassiti e delle erbe seguendo e monitorando le dinamiche naturali.
“Sosteniamo la nuova iniziativa della rete europea: è necessaria la massima mobilitazione dell’opinione pubblica per continuare a tenere alta l’attenzione sui rischi del glifosato”, afferma la portavoce della Coalizione #StopGlifosato Maria Grazia Mammuccini. “Grazie al lavoro svolto in Italia per tutto lo scorso anno dalla Coalizione e soprattutto grazie alla mobilitazione di decine di migliaia di cittadini, il nostro governo ha tenuto il punto contro la proroga di 15 anni per l’uso del glifosato. Il periodo di esame dell’erbicida di un anno e mezzo richiesto dalla Commissione Ue scade alla fine di dicembre: ora è necessario lavorare su tutti i tavoli possibili per il bando definitivo. La raccolta di firme europea è un importante strumento per ottenerlo”.
I cittadini europei possono firmare l’ICE Stopglifosato su
www.stopglyphosate.org, dove troveranno informazioni e formulari in tutte le lingue europee, basati su un innovativo software open-source per la raccolta firme online (openECI).
Il volantino è scaricabile anche in fondo all’articolo nei formati pdf e jpg