Il 7 marzo prima in Italia del film “Figli della libertà” con decine di proiezioni in contemporanea in città italiane. Dopo “Unlearning”, ecco il nuovo viaggio di Lucio Basadonne, Anna Pollio e della piccola Gaia tra istruzione e libertà. Scarica tutte le date delle proiezioni in Italia.
“Si riesce davvero a imparare fuori dagli schemi scolastici?” questo è uno dei quesiti chiave alla base del nuovo documentario “Figli della libertà” di Lucio Basadonne , Anna Pollio e la figlia Gaia. Una domanda che spesso sorge sia quando ci sia avvicina a metodi educativi differenti, sia quando tra i banchi della scuola tradizionale si osserva, con diffidenza o curiosità, diverse realtà educative.
La famiglia Basadonne, cerca di fornire una loro risposta attraverso questo viaggio fatto di esperienze concrete, testimonianze e pareri autorevoli.
Questo viaggio offre tre diversi punti di vista che coincidono con un differente registro narrativo. Se nella storia di Gaia e della sua esperienza in un progetto di pedagogia libertaria sono spesso i bambini a filmarsi fra loro; l’indagine di Lucio, alla ricerca di chi non è andato a scuola per capire cosa ha combinato nella vita, è un dialogo senza filtri in soggettiva grandangolare, scelta che meglio si presta per raccontare l’inquietudine di un padre che ha paura di sbagliare tutto.
Il punto di vista di Anna evidenza invece il suo approccio più ponderato in un confronto con insegnanti, psicologi e pediatri, per cercare risposte istituzionali.
A parlare di questo progetto sono Lucio Basadonne, Anna Pollio che raccontano qualcosa di più di “Figli della libertà”.
Partiamo con una riflessione: il vostro lavoro non si limita a descrivere una realtà come possono farlo alcuni documentari, ma mi piace pensare che sia un viaggio, che porta con sé tutte le dinamiche dei grandi viaggi, nel mondo dell’istruzione, quindi non solo nella scuola. È corretta questa riflessione?
L’idea è come suggerisci tu, che sia un vero e proprio viaggio. Un viaggio che parte dall’esperienza di educazione libertaria di Genova “
Officina del crescere” e che apre mille domande. Ad ogni dubbio che ci si pone lasciando dei bambini
liberi di imparare cerchiamo delle risposte e queste risposte arrivano col viaggio. Può essere un viaggio per andare a conoscere qualcuno di autorevole o può essere un viaggio per vedere alti esempi di educazione, sempre per riuscire a capire se quello che stiamo facendo funziona o meno perché quando lasci la via vecchia per quella nuova sei sempre preso dai dubbi e il viaggio, effettivamente, può essere una soluzione.
Com’è nata l’idea di fare questo documentario?
L’idea di questo documentario è nata dalla domanda che ci hanno sempre fatto alla presentazione di Unlearning che era: “Belli questi bimbi liberi nei prati ma quando arriveranno nel mondo reale che cosa succederà?”. Visto che ce lo chiedevano tutto e, quando Gaia ha iniziato la scuola abbiamo iniziato a chiedercelo noi, ci siamo resi conto che una risposta sarebbe stata utile a noi e ad altre persone. Inoltre nasce dal fatto di cercare di distruggere un immaginario che è quello di una scuola vista come una stanza con dei banchi dove c’è qualcuno che ti insegna delle cose.
Nel primo documentario si sentiva la vostra esigenza di trovar risposte in gruppi di persone, più o meno piccoli, che creavano una famiglia. Quali sono stati i grandi quesiti di questo documentario?
“Ma chi cresce libero, morirà schiavo come noi?” ovvero quanto è influente quello che noi genitori facciamo e la nostra scelta educativa sulla formazione dei nostri figli?
Chi avete intervistato?
C’è sicuramente l’apporto di molte persone tra cui: Silvano Agosti; Monica Guerra, Paolo Montana e Francesca Antonacci della Bicocca; Paolo Sarti pediatra toscano, André e Arno Stern, Erika Di Martino, Raffaella Cataldo e altre soprese. Abbiamo cercato tutti coloro che potevano darci delle risposte ai nostri quesiti.
Come siete cambiati dopo questo documentario?
Beh, abbiamo smesso di portare in giro Unlearning perché tutti ci facevano questa domanda e così abbiamo deciso di fare un nuovo documentario!
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