Ogni eremita è un mondo a sé. C’è chi è mosso da una fede cristiana, musulmana o buddista, chi dagli insegnamenti delle sacre scritture, dei maestri, dei profeti, chi invece da valori laici. C’è ancora, tra loro, chi ha cercato di elevarsi e chi invece ha scavato nelle profondità dell’animo e della psiche. Abisso e vetta, a nostro avviso, delimitano l’ambito di un’investigazione infinità poiché rivolta a una meta che appare irraggiungibile: l’ascesi. Eppure la scelta del vivere in solitudine resta, agli occhi dei più, una decisione enigmatica e controversa, se non incomprensibile. «Da qui l’idea di sviluppare un’opera visiva che possa diventare un ponte e condurre lo spettatore dal mormorio mondano a quel silenzio a noi ignoto, intriso di spiritualità, di cui è pervasa la vita ascetica» spiegano i registi, Alessandro Seidita e Joshua Wahlen. Partiti a bordo di un camper, stanno percorrendo l’Italia da Torino a Palermo attraverso vie solitarie, spesso inospitali, raggiungendo eremi lontani, caratterizzati dal silenzio e dal raccoglimento.
«Con l’attrezzatura al seguito, incontriamo gli ultimi eremiti immergendoci nelle loro storie e condividendone il quotidiano: il rapporto con la solitudine, la preghiera, la lotta per l’autosufficienza – spiegano – Viaggeremo per vie solitarie, spesso inospitali, in eremi distanti dalle voci del mondo, all’interno di luoghi caratterizzati dal silenzio e dal raccoglimento. Riprenderemo il rapporto con la solitudine, il silenzio, i riti quotidiani, la preghiera, le esperienze estatiche. Ci immergeremo all’interno delle singole storie, raccontandone il passato, la vocazione, i conflitti e le battaglie. Tutto ciò con l’obiettivo di partecipare a un dialogo tra le varie tradizioni, poiché l’eremita, nella sua ricerca sempre autentica e originale, è per noi esempio d’unione e fusione delle diverse esperienze religiose. Il documentario ritrova così il suo vero “oggetto di ricerca” nella mistica, intesa come dialogo diretto tra uomo e Dio, una comunicazione altra, non verbale, non razionalizzabile , cuore unico e pulsante di ogni tradizione, philosophia perennis».
Come nasce il progetto?
«Il progetto nasce dall’incontro con Federico Tisa, fotografo torinese che nell’autunno del 2013 decise di attraversare l’Italia a piedi, zaino in spalla e macchina fotografica, con l’intento di creare una relazione intima con gli eremiti. Ne è nato un reportage marcatamente espressivo e intenso: Vita Interiora Terrae Abbiamo così preso spunto da questa sua avventura per sviluppare un progetto documentaristico che ne ampli la ricerca. Questo progetto ha per noi un carattere fortemente simbolico, ritorniamo infatti a ciò che diede l’avvio alla nostra carriera documentaristica. Era il 2010 e a bordo di un camper sgangherato degli anni 80 attraversammo anche noi l’Italia. Incontrammo monaci, eremiti, alchimisti, sciamani. Privi dell’esperienza acquisita nel tempo e attenti più alle necessità di riscoprire noi stessi nella relazione con l’altro, non abbiamo mai orchestrato quelle riprese all’interno di un’opera. Eppure quel viaggio ha sancito l’amore per la ricerca documentaristica. Oggi, a distanza di 6 anni, crediamo sia giunto il momento di ritornare sui quei primi passi e concludere un ciclo».
Perché vi interessa così tanto l’eremitaggio?
«L’eremita è una figura onnipresente nella storia dell’umanità. In ogni secolo ci sono stati uomini che hanno intrapreso una via solitaria all’interno dell’esperienza spirituale. Hanno messo in pratica gli insegnamenti dei testi sacri, hanno seguito i passi dei profeti o la spinta di una voce interiore, attraversando il deserto, il pellegrinaggio, l’isolamento e mirando alla coincidenza di teoria e pratica religiosa, di mondo terreno e ultraterreno. Attraverso il loro cammino si vivifica e attualizza la relazione tra Dio e l’uomo, dialogo in cui si sviluppa la ricerca umana dell’identità. Immerso negli eventi mondani dell’ambiente sociale che lo circonda, ogni uomo deve e vuole sforzarsi di ritrovare se stesso, di scavare nella propria anima per comprendere la sua vera identità e la sua origine al di là dei lavori imposti, di ciò che la società gli ha richiesto e delle grandi opere che può realizzare. Ma nessuna scalata, nessun panorama – per quanto vasto – sulla bellezza straniante di questo mondo, potranno restituirgli il senso della sua vera casa, i confini infiniti e misteriosi dell’io che anima il suo corpo».
Perchè un documentario sugli eremiti?
«La comunicazione pervade oggi ogni singolo istante del vivere, fluendo nella mente, nell’occhio e nell’orecchio come una selva di stimoli d’intensità inumana. Una colata di contenuti marcatamente ipocriti, superficiali, accattivanti, pubblicitari. In un tale contesto, l’eco di alcune domande – “Dove sono?”, “Dove sono diretto?” – viene svuotato di senso concreto, quando lontanamente udibile. Da qui l’importanza di un cinema che prenda volutamente le distanze dal chiacchiericcio contemporaneo e rieduchi all’ascolto, al confronto, a una presa di coscienza personale e soggettiva. Con Voci dal Silenzio vorremmo dare un contributo in tal senso. E vorremmo farlo a partire da ciò che si pone come antitesi della distrazione e del rumore: il silenzio e la contemplazione. Sotto questa particolare gradazione, ancor più che le parole, le scelte attuate dagli eremiti possono diventare un monito per lo spettatore, stimolo concreto per tornare a dirigere il proprio tempo verso panorami più vasti, riscoprire il piacere della concentrazione e tornare a dare un giusto peso agli ostacoli e alle effimere conquiste del quotidiano. Dall’incontro con queste figure potremmo, forse, trarre l’impulso a riequilibrare il nostro stare al mondo, dando a esso un significato personale, profondo e spirituale».
I REGISTI
ALESSANDRO SEIDITA e JOSHUA WAHLEN
Nati entrambi a Palermo, si laureano con il massimo dei voti. Seidita in Filosofia della Conoscenza e della Comunicazione, discutendo una tesi sulle tecniche di trasformazione dell’Io nel percorso psicanalitico, Wahlen al D.A.M.S con una tesi sui linguaggi multimediali. Nel 2008 si trasferiscono a Torino. Seidita prosegue gli studi in ambito antropologico. Wahlen si specializza in tecniche audiovisive al V.R.M.M.P. Nel 2009 vincono il premio Mind the Difference con l’Approsimatio in Tempora, video sperimentale sul disagio psichico. Nel 2010 ottengono il primo premio al XXVIII VideoCinema&Scuola con Non Tentarmi, video intervista finalista in numerosi festival nazionali. Lo stesso anno intraprendono un viaggio on the road, alla ricerca delle nuove forme di spiritualità. Nel 2013 rientrano in Sicilia. Qui firmeranno due documentari che raccontano la condizione attuale dell’Isola, Viaggio a Sud (2014) – che indaga il complesso rapporto che gli abitanti dei piccoli centri rurali tessono con la memoria – e Corrispondenze (2016), poema visivo nato dalla collaborazione con i detenuti della Casa di Reclusione di Noto.