La farina di grano arso (o bruciato) è tipica del foggiano. Ha un profumo intenso e un sapore eccezionale, leggermente affumicato. Provatela per realizzare queste orecchiette e dar vita a un primo piatto veramente squisito.
Ingredienti:
• 1 piccolo cavolfiore
• 400 grammi di orecchiette di grano arso
• 300 grammi di pomodorini
• 2 spicchi di aglio
• olio e sale q.b.
• peperoncino q.b.
• 3 fette di pane raffermo
• un ciuffo di prezzemolo fresco
Procedimento
Dividete il cavolfiore in cimette, tagliate i pomodorini a metà e metteteli in una ciotola con un pizzico di sale. Sbriciolate il pane nel mixer e fatelo tostare in padella con olio finché non sarà dorato e croccante. Mescolate a parte queste briciole con prezzemolo tritato.
Portate a bollore abbondante acqua, salate e immergetevi il cavolfiore. A metà cottura, aggiungete anche la pasta.
Nel frattempo rosolate in una padella l’aglio schiacciato e versate i pomodorini.
Lasciate appassire dolcemente, in modo che si formi un bel sughetto, vivacizzandolo con un pizzico di peperoncino.
Scolate la pasta e versatela in padella. Servite subito con una balle spolverata di briciole.
Nota: la farina di grano arso (o bruciato) è tipica del foggiano. Ha colorazione bigia, profumo intenso e un sapore eccezionale, leggermente affumicato. Si ottiene dalla macinatura del grano duro tostato. In passato veniva ottenuta dal grano raccolto dopo la bruciatura delle stoppie. I proprietari terrieri lasciavano che i contadini più poveri raccogliessero le spighe rimaste a terra (la cosiddetta spigolatura) per ricavarne appunto questa farina “povera”, che oggi è alimento pregiato.
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Perché cavoli e zucche? Sono piante concrete, domestiche e affidabili, di particolare bellezza nella loro rusticità. Sin dall’antichità, appartengono alle
tradizioni culinarie di moltissimi popoli che ne hanno apprezzato il sapore e le
virtù salutari. Oggi questi ortaggi comuni, facilmente reperibili ed economicamente accessibili, sono rivalutati per i loro
effetti positivi e protettivi per l’organismo umano. Crescono negli orti con una certa facilità e senza la necessità di utilizzare sostanze chimiche, aiutandoci così a sviluppare il consumo di
prodotti biologici, più
sostenibili per la nostra salute e il mondo in cui viviamo.
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