Il vero amore alberga in un cuore grande. Ma come si fa ad aiutare il nostro cuore a crescere tanto da accogliere ed esprimere tutto l’amore che può trasformarci? La risposta a questa domanda, che scava dentro ciascuno di noi, arriva ancora una volta da Thich Nhat Hanh; o almeno una delle risposte possibili. Il monaco zen fondatore della comunità di Plum Village raccoglie, in una sorta di breviario che è invito alla meditazione, le sue “lezioni sull’amore”.
Nel suo
Amare in consapevolezza (Terra Nuova Edizioni) chiarisce prima di tutto che non c’è amore senza felicità e che quest’ultima nutre l’altra. Si coltivi, dunque, la felicità, è l’auspicio e l’appello di Thich Nhat Hanh, fin da piccolissimi, fin dalla nascita. Così, si coltiverà anche l’amore. Rammentiamo, allora, sempre ai nostri bambini che essi sono fiori bellissimi «nel giardino dell’umanità».
Non trascuriamo, poi, il nostro corpo, perché l’amore passa anche attraverso di esso; non nascondiamolo, non vergognamocene, ascoltiamolo e ascoltiamo e rispettiamo anche il corpo della persona che amiamo. Per completarci nell’amore dell’altro, occorre inoltre perfezionare «tre generi di intimità: fisica, emotiva e spirituale», spiega il maestro zen. Solo così una relazione potrà crescere e durare a lungo, gettando le giuste radici, che sono «consapevolezza, ascolto profondo e parola amorevole». Ci si potrà incoraggiare l’un l’altro a cercare in se stessi la bellezza che si cercava di fuori. Trovata la bellezza, assaporata la felicità, alimentato l’amore, ecco allora che si riuscirà a rimuovere e trasformare la sofferenza. E, allora, il percorso sarà compiuto.
Di cosa ha bisogno l’amore per sopravvivere
Il buddha ha detto che nulla sopravvive senza nutrimento, neanche l’amore. Se non si sa nutrire e alimentare
il proprio amore, esso morirà. Se invece
lo sappiamo alimentare ogni giorno,
durerà a lungo. Un modo per nutrire il nostro amore è essere consapevoli di quel che consumiamo. Molti di noi pensano
alla propria alimentazione quotidiana soltanto in termini di ciò che mangiano;
di fatto, invece, sono quattro i generi di
cibo che consumiamo tutti i giorni: cibo commestibile (quel che ci mettiamo in bocca per alimentare il corpo), cibo dei sensi (ciò che odoriamo, sentiamo, assaporiamo, percepiamo e tocchiamo), la volizione (la motivazione e intenzione che ci muove) e
la coscienza (che comprende la coscienza individuale, quella collettiva e l’ambiente).
I sei mantra
La pratica della meditazione può aiutare ad accrescere la consapevolezza nell’ambito della relazione con il partner e ci sono sei passaggi fondamentali che rappresentano veri e propri mantra dell’amore. Vale la pena tenerli sempre a mente e ripeterli tra sé e sé.
Uno: Sono qui per te
Due: So che ci sei e ne sono felice
Tre: So che stai soffrendo
Quattro: Sto soffrendo
Cinque: Questo è un momento felice
Sei: In parte hai ragione
Tre frasi utili per trasformare la rabbia
Non è sano tenersi dentrola rabbia troppo a lungo; se sei troppo alterato per parlare con calma, puoi scrivere un biglietto e metterlo dove l’altro lo può vedere. Ecco tre frasi che potrebbero esserti
utili. La prima è: “Caro, cara, sto soffrendo. Sono arrabbiato(a) e desidero che tu lo sappia”. La seconda è: “Sto facendo del mio meglio”. Questo significa che stai praticando la consapevolezza del respiro e della camminata e che ti stai astenendo dal fare o dire alcunché sotto la spinta della rabbia. La terza è: “Per favore aiutami”. Memorizza queste frasi, oppure scrivile su un pezzetto di carta da tenere nel portafoglio. Quando ti arrabbierai potrai tirarlo fuori e saprai esattamente che cosa fare.