Una errata e martellante pubblicità induce a ritenere che il ruolo principale dell’acqua sia quello di depurare, lavare i reni e l’organismo, come se esso non fosse in grado di scegliere di eliminare i sali in eccesso e di trattenere invece quelli utili (che anche l’acqua può apportare), come se «minore è il residuo fisso e migliore è l’acqua». Ma è proprio vero?
Il residuo fisso
Come si legge nella relazione del gruppo acqua dell’Eco Istituto del Piemonte su questo tema, numerose indagini epidemiologiche, svolte soprattutto in Gran Bretagna e Stati Uniti, hanno evidenziato una minore incidenza di malattie cardiovascolari nelle zone rifornite da acque dure (cioè ricche di minerali, in particolare sali di calcio e di magnesio) rispetto alle zone servite da acque molli, da cui il detto «acque dure, arterie molli».
Si stima che l’acqua possa contribuire anche per più del 10% all’apporto di minerali utili, anzi indispensabili all’organismo come calcio, magnesio, litio, zinco, rame. Inoltre, nell’acqua il Ca (calcio) e il Mg (magnesio), per citare i più importanti, sono presenti allo stato di ioni (ionizzato), che li rende probabilmente più assimilabili rispetto allo stato di acidi organici deboli presenti negli alimenti.
Il calcare
Sappiamo tutti dei danni che il calcare porta agli elettrodomestici che fanno uso di acqua (lavatrice, lavastoviglie, bollitori ecc.), ma è importante precisare che dal punto di vista alimentare non solo non c’è correlazione tra calcare e calcolosi, ma sembra che lo ione idrocarbonico oltre a combattere l’acidosi e a favorire la digestione, prevenga addirittura la calcolosi.
Da segnalare inoltre che con l’età, l’assorbimento del calcio e del magnesio dai cibi tende a diminuire per cui, soprattutto nelle donne più esposte all’osteoporosi a causa della menopausa, è opportuno bere acque ricche di minerali.
Il mito del sodio
Non si può ignorare l’altrettanto martellante campagna pubblicitaria delle acque minerali povere di sodio. In realtà vale lo stesso discorso dei nitrati, cioè che la gran parte del sodio ingerito (come cloruro di sodio) proviene dagli alimenti e l’acqua ha solo un ruolo trascurabile.
Il sodio è, peraltro, un elemento indispensabile: antagonista del potassio, protegge il corpo dalla disidratazione e regola l’eccitabilità muscolare e la permeabilità delle membrane.
Con la sudorazione si perdono calcio, magnesio, cloro,sodio che vanno reintegrati. Anche piccole variazioni nella concentrazione di questi elementi nei diversi liquidi corporei possono compromettere l’equilibrio energetico e metabolico dell’organismo, e questo potrebbe succedere con acque povere di sali. L’acqua potabile delle nostre abitazioni contiene, in molti casi, un’alta percentuale di sali di calcio e di magnesio, per lo più in forma di bicarbonati.