Buongiorno, vorrei segnalare un contenuto non del tutto corretto sull’acido folico, sulla quale integrazione il medico risponde citando come fonti di vitamina B12 il lievito di birra e le alghe.
Dato che sono vegana ho dovuto documentarmi in modo approfondito su questa vitamina, e mi risulta che entrambi gli alimenti non siano fonti di cianocobalamina in forma biodisponibile per l’uomo (mentre lo è certamente l’uovo, citato più avanti).
Colgo l’occasione per complimentarmi con i contenuti di vasta portata della Vostra rivista, alla quale sono abbonata.
Cordiali saluti, Sarah
Gentile Sarah,
concordo sul fatto che il lievito di birra contenga solo tracce di B12, mentre per quanto riguarda le alghe, a me risulta che alcune varietà (non tanto la spirulina quanto la Nori) contengano interessanti quantitativi di B12, tanto da essere considerate da alcuni ricercatori giapponesi fonti utili di questa vitamina (tra le altre) per i vegani.
È noto che la vitamina B12 non si trova in dosi significative in alcuna fonte vegetale, in quanto si tratta della fermentazione batterica che nell’uomo, come in altri animali, avviene in un intestino simbioticamente equilibrato.
Ne serve pochissima per coprire il fabbisogno dell’organismo e, cosa insolita, il nostro fegato è in grado di accumularne riserve per periodi abbastanza lunghi. Ma, a differenza di tutte le altre vitamine, non è presente in nessun alimento vegetale, almeno così dicono le fonti mediche convenzionali.
La carenza si evidenzia solo dopo parecchi anni e le conseguenze possono essere pesanti.
Diciamocelo, la vitamina B12 è il tallone d’Achille della dieta vegana e in minor misura della dieta vegetariana, quando il rifiuto della carne è mitigato dal consumo di uova, latte e derivati. Le associazioni stesse di vegan e vegetariani sottolineano l’importanza dell’assunzione di integratori o di alimenti fortificati, avvertendo che non esistono studi che dimostrino la reperibilità della vitamina B12 nei vegetali.
Fatti e misfatti della B12
Isolata nel 1948 in un estratto di fegato, la B12 è una vitamina idrosolubile, un composto cristallino di colore rosso vivo contenente cobalto e detto quindi anche cobalamina.
Durante l’infanzia svolge un ruolo fondamentale nello stimolare l’appetito e la crescita, in particolare quella del sistema nervoso. Anche nell’età adulta, però, il suo ruolo è essenziale. Interviene infatti nella sintesi del DNA durante la divisione cellulare, soprattutto nei tessuti a rapida divisione come il midollo spinale, dove si formano i globuli rossi.
Svolge poi un ruolo importante nel metabolismo degli acidi grassi essenziali e ha una funzione di mantenimento nei confronti della mielina, la sostanza che avvolge le fibre nervose. Indispensabile nella sintesidel DNA è che l’intervento sia svolto in sintonia con l’acido folico, sostanza che viene attivata dalla presenza di vitamina B12: così una carenza di questa porta anche a una deficienza di acido folico, se questo è già scarso nell’organismo.
La carenza di vitamina B12 comporta problemi di crescita, difficoltà cognitive e alterazioni dello sviluppo psichico nel bambino; le conseguenze sono ancora più gravi se la carenza si riscontra nei primi sei anni di vita. Invece nell’adulto e nell’anziano si verificano disturbi dell’umore, depressione, infiammazione del sistema nervoso, anemia perniciosa, predisposizione alle malattiecardiovascolari.
Non sono insoliti i danni alle cellule cerebrali, con sintomi del tutto simili a quelli dell’Alzheimer. Si può capovolgere questa situazione drammatica soltanto se si reagisce in tempo; in caso contrario, ci possono essere anche conseguenze pesanti a livello del midollo spinale.
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