Pallante: «La riforma costituzionale limita la democrazia»
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Maurizio Pallante, ideatore della decrescita felice, prende posizione sulla riforma costituzionale voluta dal governo Renzi e sul referendum.
Il 4 dicembre urne aperte per il voto sul referendum che chiede di confermare o respingere la revisione della Costituzione varata dal governo guidato dal premier Matteo Renzi. Questo referendum sarà senza quorum, ciò significa non ci sarà bisogno di un numero minimo di votanti per considerarne valido l’esito. Intanto è già stato presentato ricorso al Tar sul quesito che dovrebbe essere stampato sulla scheda. Abbiamo chiesto ad alcuni esponenti del mondo della sostenibilità, dell’ecologia e della decrescita cosa ne pensano della legge di revisione costituzionale e del referendum.
Vi proponiamo la posizione di Maurizio Pallante.
Maurizio Pallante
Ideatore della decrescita felice, ha passato metà della sua vita a occuparsi di politica energetica e tecnologie ambientali. Nel 1988, con Mario Palazzetti e Tullio Regge, è stato tra i fondatori del Comitato per l’uso razionale dell’energia (Cure). Successivamente ha svolto lavori di consulenza per il Ministero dell’ambiente. È autore di diversi saggi.
«Siamo di fronte alla chiara volontà di porre limiti alla democrazia, una scelta che, nell’epoca della globalizzazione, risponde a una necessità intrinseca della crescita. La riforma della Costituzione italiana è un passaggio evidente di questa volontà. Uno tra i tanti, come la lettera di Trichet e Draghi al presidente del Consiglio, l’intervento della Troika per annullare l’esito del referendum in Grecia, il Ttip, le proposte di limitare il diritto di voto, il jobs act e tutti gli altri interventi nell’ottica della decostituzionalizzazione e della deparlamentarizzazione, per usare le definizioni di Barbara Spinelli. In questo contesto la difesa della democrazia diventa un tassello della rivoluzione culturale della decrescita».
