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Bagnetto fai da te

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Poco. È questa la parola magica per la pulizia dei nostri figli: pochi prodotti, con pochi ingredienti e in minima quantità. Se vogliamo abbassare il rischio di allergie e dermatiti, questa è la strategia che dobbiamo seguire per dimostrare il nostro amore.
Meglio un po’ sporchi che troppo puliti, o lavati con i detergenti sbagliati. È questo in estrema sintesi il consiglio che le mamme italiane dovrebbero ascoltare. Delicata è la definizione giusta per descrivere l’epidermide dei bambini, specie dei neonati.
Fino a 6-12 mesi la struttura cutanea è estremamente sottile e quindi più permeabile. La pelle regola l’interscambio con l’esterno, evitando l’ingresso nel nostro corpo di sostanze che potrebbero essere nocive. Fino ai 2-3 anni però la funzione barriera è ridotta. È solo con la pubertà, con la spinta degli ormoni, che entrano in funzione le ghiandole sebacee rendendo perfettamente funzionante la struttura dell’epidermide. Fino ad allora quella dei bambini è una pelle secca, ma questo non significa una pelle malata.

Primi bagnetti

Lavarsi può essere un momento estremamente piacevole per i bambini, a patto di rispettare alcuni requisiti fondamentali. La temperatura dell’acqua deve aggirarsi sui 37-38 gradi e siccome l’acqua si raffredda velocemente, è bene non lasciarli a mollo troppo a lungo. Fuori dall’acqua invece deve essere già pronta una spugna morbida in cui avvolgerli, per poi asciugarli tamponando: le strigliate troppo energiche possono irritare la pelle.

Ricette per un bagnetto naturale e fai da te

Specie nei neonati, il detergente può essere alternato a un olio, ma anche in questo caso è meglio scegliere quelli più neutri: meglio un semplice olio di vinaccioli, per esempio, di un extravergine d’oliva.

Bagno all’olio di mandorle

È sufficiente ungersi le mani e massaggiare la pelle già bagnata del bambino, sciacquando poi delicatamente. L’olio agisce un po’ come un tensioattivo e in grandi quantità potrebbe seccare la pelle.

Bagno all’amido di riso

Se la pelle è irritata o arrossata, è sempre valido il tradizionale amido di riso, basta scioglierne mezzo cucchiaino nell’acqua per il bagno, non di più perché tende a seccare un’epidermide che è già secca. Nel comperarlo è importante verificare che l’unico ingrediente sia l’Oryza sativa starch (è questo il nome Inci dell’amido di riso).

Ingredienti SÌ e ingredienti NO nei detergenti convenzionali

Acrilati: sintetizzando, dove leggete la scritta acrylates siete in presenza di polimeri plastici ben poco biodegradabili.
Coloranti: perché metterli in un prodotto per bambini? Alcuni hanno anche delle ombre su sicurezza e compatibilità ecologica.
Conservanti: attenti agli ingredienti che finiscono in thiazolinone e ai cessori di formaldeide come Imidazolidinyl urea e Diazolidinyl urea. Evitiamo anche quelli che finiscono in paraben: sono fra i più usati, i bambini avranno tutta la vita per entrare in contatto con i parabeni. Il Phenoxyethanol negli ultimi anni si è trovato nell’occhio del ciclone per via di un allarme dell’Agenzia francese per la sicurezza dei medicamenti. In realtà è un conservante considerato fra i più sicuri, ma per non rischiare… Infine, meglio che la formulazione non contenga molti conservanti diversi, per non moltiplicare le possibilità di sensibilizzazioni.
PEG: è l’acronimo di Poli-Etilene-Glicole. Non solo è inquinante, ma è prodotto a partire da molecole di ossido di etilene e potrebbe contenere diossano, una sostanza cancerogena.
Polyquaternium-7 è un polimero cationico ed è uno dei condizionanti più utilizzati negli shampoo. È tossico per gli organismi acquatici.
Profumi: dopo i conservanti sono gli ingredienti più problematici, purtroppo i vari ingredienti che si nascondono dietro la scritta Parfum non ci sono noti. Meglio in ogni caso privilegiare i prodotti poco o per niente profumati. Anche nel caso di oli essenziali, l’importante è che non ce ne siano troppi e con tanti allergeni.
Propylene/Butylene glycol: è un umettante e un solvente, ma solubilizza anche i grassi della pelle, cosa non proprio augurabile in un bambino che ha già la pelle secca.
Tensioattivi: evitate tutti quelli che finiscono in lauryl sulfate e laureth sulfate, troppo aggressivi se non ben formulati. Sì invece a tutti i tensioattivi che finiscono in glucoside e amfoacetate.

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