Io voglio Tour: i 101 desideri in bicicletta!
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Quello di Iacopo, Guido, Federico e Silvano è un viaggio in bicicletta elettrica a caccia di desideri. Proprio così, il loro obiettivo è quello raccogliere e far seminare i desideri delle persone che alimentano l’energia dell’Italia. Oltre 1.600 km di pedalate, inframezzati da soste e piccoli eventi per raccontare la propria esperienza e contattare sempre più persone.
Da anni seguiamo il lavoro di Igor sia attraverso i suoi libri, sia partecipando alle conferenze che tiene. Questo ci permette di accorgerci e quindi di riflettere su noi stessi e sui condizionamenti della nostra società.
La vera e propria scintilla è però nata un anno fa dopo aver avuto l’intuizione di compiere un viaggio a piedi lungo l’Italia che non fosse solo un’esperienza fine a se stessa, ma che potesse coinvolgere anche le persone che avremmo incontrato sul nostro percorso.
Da lì è stato in un susseguirsi di idee e confronti con tutto il gruppo che ha fatto nascere il progetto IoVoglioTour, ossia un viaggio in bicicletta elettrica lungo la costa tirrenica fatto da noi, 4 amici diversi tra loro, ma uniti dallo stesso entusiasmo, per intervistare le persone che abbiamo incontrato sui loro desideri e farle riflettere sui loro bisogni profondi così come quelli del paese che abitano.
Qual è la modalità di approccio con le persone?
L’obiettivo che ci eravamo prefissi l’anno scorso era di fermare lungo la strada almeno 10 persone al giorno. Questo ci ha permesso di sperimentare varie tipologie di approccio: da quella diretta chiedendo a bruciapelo quali fossero i desideri della persona intervistata, fino a privilegiare quella del racconto, ossia spiegando perché stavamo intraprendendo quel viaggio, quali obiettivi avremmo voluto raggiungere e in quali modi ci stavamo impegnando per la buona riuscita del nostro progetto.
Questa seconda modalità di approccio ci ha sicuramente portato via più tempo, ma ci ha dato la possibilità di creare una relazione più forte e di avvicinare maggiormente le persone ai loro reali desideri.
In che modo pensate di coinvolgerle nel vostro viaggio su un tema così intimo e delicato come quello dei desideri?
Grazie al racconto del viaggio e alla spiegazione del perché stavamo macinando così tanti Km siamo riusciti a stimolare nelle persone empatia e curiosità.
All’inizio quando metti il volto di una persona a pochi centimetri da una fotocamera quel che si crea è imbarazzo: è in questi casi che si deve essere bravi a saper ascoltare e a trasformare un momento per così dire ‘complicato’ in una situazione di ritrovata intimità con se stessi. Il fatto di dichiarare e registrare i propri ‘io voglio’ davanti a una telecamera diventa già un atto di coraggio e di volontà per comunicare al mondo quello che si desidera.
Avete già predefinito le tappe con gli alloggi?
Come è successo già l’anno scorso abbiamo stabilito alcune tappe indicative del tour, ma non sono considerate definitive perché amiamo vivere il viaggio sia come un’occasione di incontro con le persone, sia come possibilità, tappa dopo tappa, di conoscere meglio luoghi dell’Italia che scoperti, per caso, nel pedalare quotidiano.
C’è anche un margine di improvvisazione?
L’anno scorso c’è stato un ampio margine di improvvisazione e quest’anno non siamo sicuramente da meno, nonostante si voglia individuare con più attenzione e precisione luoghi come eco-villaggi, progetti di co-housing e altre tipologie di esperienze collettive che vogliano ospitarci per darci così modo di raccogliere i loro desideri e la loro visione del mondo.
Come finanziate il viaggio?
A oggi, un paio di aziende private e il Teatro Nazionale della Toscana stanno credendo nel nostro progetto.
Stiamo cercando fino all’ultimo altri sostenitori e sponsor per dare visibilità al progetto e far sì che il mondo dei desideri diventi sempre più grande e ricco di una nuova visione collettiva.