Per sedici giorni – dal 18 giugno al 3 luglio – l’installazione di Christo e Jeanne Claude sarà aperta gratuitamente al pubblico e colorerà con i suoi 100mila metri quadrati di tessuto giallo cangiante il lago per una parte bresciano e per l’altra bergamasco.
L’opera The Floating Piers fu concepita nel 1970 da Christo, l’artista di origine bulgara insieme alla moglie Jeanne-Claude, sua musa ispiratrice. Noti per l’impacchettamento di numerosi edifici e monumenti (dalla statua di Vittorio Emanuele a Milano al Reichstag di Berlino alla Little Bay in Australia) i pontili galleggianti rappresentano il primo progetto su larga scala da quando marito e moglie realizzarono insieme The Gates nel 2005 e dalla scomparsa di Jeanne-Claude nel 2009.
L’installazione, costata 15 milioni di euro, è interamente finanziata dalla vendita dei bozzetti originali dell’artista per 500 mila euro l’uno rappresentando per i comuni coinvolti un’ opportunità di far conoscere bellezze naturalistiche e paesaggistiche ancora poco frequentate ma producendo anche grandi turbolenze sulla viabilità.Legambiente Lombardia sottolinea infatti che se è positivo il potenziamento da parte diTrenord delle corse ferroviarie sulla linea Brescia-Iseo-Edolo, con 84 treni giornalierie73 che si fermano a Sulzano, la soppressione di tutti i treni che corrono sulla linea Rovato-Iseo, nel cuore della Franciacorta, che resterà tagliata fuori, è da annoverare tra i disservizi.
Dal punto di vista del territorio, sempre Legambiente evidenzia che i rischi maggiori sono legati al notevole aumento del traffico, con conseguente congestione delle strade che portano verso il lago e l’aumento di inquinamento da emissioni dei veicoli a motore.
Dal canto loro, l’autore Christo e Jeanne-Claude hanno come concetto ispiratore delle loro opere la libertà in tutte le sue forme: delle idee, della visione e dell’arte stessa che dev’essere svincolata dal possesso e anche dal dominio del tempo.
I numeri che ruotano attorno a The Floating Piers sono imponenti: 220mila cubi creano i 3km di passerella, 220mila perni tengono insieme i cubi, 22 ancore del peso di 5,5 tonnellate l’una mantengono i 16 metri di larghezza del pontile in posizione, 37mila metri di corda connettono gli ancoraggi del pontile. E poi ancora: 70mila i metri quadri di feltro che ricoprono i pontili e le strade al di sotto del tessuto, 100mila i metri quadri di tessuto impiegati, 2,7 milioni i litri d’acqua che riempiono le sponde inclinate.
Un serpente squadrato che da Sulzano si snoda intorno alle isole di San Paolo e Montisola, un’opera la cui essenza è paradossalmente rappresentata non tanto dai metri quadrati di tessuto né dai pontili ma dalla luce, dai movimenti dell’acqua sotto i propri piedi e dal vento che increspa la superficie del lago.
Il progetto, concepito oltre 30 anni fa, è approdato sul lago italiano dopo il rifiuto e le mancate autorizzazioni pubbliche in Argentina e Giappone, i paesi inizialmente prescelti dall’artista.
Durante la primavera del 2014 Christo e i suoi collaboratori iniziarono quindi ad esplorare i laghi del nord Italia e Iseo si mostrò da subito il luogo di maggiore ispirazione.
In soli 22 mesi l’artista è riuscito così a mettere in piedi la sua creazione dopo il sì immediato dell’ amministrazione comunale di Sulzano che dall’apertura dei giorni scorsi si prepara ad accogliere un afflusso di 55mila persone nei weekend e 10mila durante la settimana.
Questi numeri, però, non lasciano indifferenti gli ambientalisti: tra i timori di Legambiente c’è che si produca, infatti, un turismo mordi e fuggi che invece di far bene all’ambiente e alle sue ricchezze produrrà grandi code e inquinamento oltre alla calca per salire sulla passerella.
L’area è presidiata 24 ore al giorno dalla protezione civile e dai volontari che si adoperano per garantire la sicurezza e il rispetto di alcune regole: se da un lato è consentito l’accesso con i passeggini e le carrozzine e con i cani con guinzaglio e museruola, il divieto è severo per le bici e i monopattini.
Un divieto, quest’ultimo, che sommato alla chiusura alle biciclette di alcuni percorsi, rappresenta secondo Legambiente Lombardia la nota vera dolente dell’evento.
Il prefetto di Brescia ha infatti diramato l’ordinanza che vieta l’accesso a Sulzano in bicicletta per motivi di sicurezza della viabilità stradale facendo venir meno la sostenibilità dell’opera a differenza di quanto era stato annunciato in origine quando si parlava di predisporre parcheggi per ospitare 70mila bici.
Ambientalisti e sportivi hanno lamentato sin dai mesi scorsi l’impossibilità di camminare, correre e pedalare lungo la ex 510 a Sulzano. Fiab Biciclettando, WWF Italia e Legambiente sono stati tra i firmatari di una lettera inviata al prefetto di Brescia, Valerio Valenti, in cui si proponeva di fare entrare i veicoli, navette comprese, a senso unico per consentire il transito a persone e velocipedi. La Comunità Montana aveva anche preso accordi per affittare 300 biciclette elettriche ma alla fine non se ne è fatto nulla.
Il modo migliore per raggiungere la passerella è di non fermarsi a Sulzano, ma di proseguire verso Marone e poi prendere il traghetto per Montisola (meglio prenotarlo prima acquistando il biglietto sul portale della Navigazione Lago d’Iseo) evitando così la calca.
Per chi intende guardare l’installazione dall’alto, il consiglio è di prendere la strada che sale verso Menzino e deviare verso la rocca (Castello Oldofredi), un punto panoramico che permette di vedere l’isola di San Paolo da una prospettiva molto diversa.
Per capire The Floating Piers l’artista suggerisce di non concentrasi sull’installazione in sé ma di affidarsi alle proprie sensazioni, meglio se colte camminando a piedi nudi sulla passerella: “L’opera d’arte non è il tessuto, il tessuto è soltanto il materiale che le dà forma e vita. L’opera d’arte è anche l’acqua, sono le case su Montisola. Tutto questo è l’opera d’arte. E siccome l’opera d’arte è in acqua, abbiamo dovuto trovare un tessuto che potesse cambiare colore. E abbiamo usato un tipo di nylon molto sensibile all’umidità dell’aria. Ecco perché è come un dipinto astratto”.
E nell’astrazione tutto svanirà. Al termine dei 16 giorni di apertura al pubblico, infatti, l’opera sarà smontata e riciclata attraverso un processo industriale.