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Cibo e comunità: il ruolo delle filiere corte

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Il XX raduno degli ecovillaggi che si terrà dal 28 al 31 luglio 2016 in Piemonte, sarà l’occasione per riflettere, confrontarsi e guardare da diverse prospettive il tema dell’alimentazione, del cibo, della produzione e dell’autosussistenza.  
Vivere in un ecovillaggio, nella maggioranza dei casi, significa imparare a guardare il proprio atteggiamento o pensiero che si ha verso le cose e il modo di farle. La cosa che trovo molto interessante di questa scelta di vita è che, prima o poi, ti porta a riflettere e prendere una decisione rispetto a tanti aspetti della vita. Nulla è scontato. Qualcosa cambia prima, qualcosa poi, qualcosa non cambierà mai ma comunque un pensiero, un osservazione ci farà vedere chi siamo, dove siamo e dove vogliamo collocarci.
Gaia Education, una sorta di università di ecologia, ha circoscritto gli ambiti di studio in quattro macro dimensioni, che sono quelle che descrivono la vita umana: la dimensione sociale, economica, ecologica e la “visione del mondo”.
Queste quattro categorie riescono a dare in modo sintetico una visione d’insieme di tutto ciò che si può fare per attuare uno stile di vita ecologico, rispettando se stessi e la Terra.
Quest’anno al XX raduno RIVE che si terrà a fine luglio, è prevista l’attività Spunti di vista in cui ogni ecovillaggio porta la propria esperienza riguardo un argomento, coinvolgendo i partecipanti nell’analisi. Ci saranno 4 gruppi che corrispondono alle 4 dimensioni. Il tema di quest’anno è: “Cibo e comunità: il ruolo delle filiere corte”. Verosimilmente, dalla dimensione economica emergerà una riflessione sulla valorizzazione dei prodotti locali, come sostenere le filiere corte, la possibiltà di utilizzare monete locali, di come la comunità può trovare sostentamento attraverso il mercato locale, come valorizzare i propri prodotti, il ruolo dell’autoproduzione. Nella dimensione sociale potrebbe svilupparsi una discussione su come il cibo e la scelta alimentare influiscono sulle scelte della comunità, oppure come portare il valore del cibo biologico a Km0 nelle scuole che frequentano i propri figli, oppure come la filiera corta, che normalmente è circoscritta all’ambito del cibo, possa invece essere punto di innesto per una filiera corta di servizi, scambio competenze, un presidio politico sul territorio. Nell’ambito ecologico, potremo gardare la filiera corta come un risparmio in termini di energie, di riappropriazione delle cultivar locali e spontanee, visto che la Terra fornisce già localmente la base per una sana alimentazione (laddove la vegetazione spontanea e biodiversa è ancora presente). L’ecologia riguarda anche l’aspetto della salute, quindi il cibo come cura quotidiana per il proprio corpo e spirito. La dimensione “visione del mondo” riguarda l’approccio culturale del gruppo e quindi la filiera corta può essere vista come la possibilità del recupero di ciò che ha sostenuto popolazioni per millenni, riacquisire il ritmo della Terra (stagionalità), riportare ad una dimensione sacra il cibo che è fonte di vita. E’ l’esplorazione dei motivi per cui qualcuno sceglie di mangiare carne o di essere vegetariano, vegano o quant’altro.
Questi sono solo alcuni Spunti di vista che potrebbero emergere durante l’attività e sono utili a esplorare la complessità del cambiamento e come è possibile attuarlo tutti insieme, sia che si appartenga ad una comunità ecovillaggio, che no. E’ il tentativo di riflettere su nuovi paradimi che già in parte rendono tangibile un futuro diverso.
Se vuoi portare anche tu un contributo, partecipa al raduno! Clicca qui e scopri come partecipare!
Per chi è interessato ma non può partecipare, saranno pubblicati i risultati dei quattro gruppi su questo sito da settembre in poi.
 

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