Demain, il docu-film tra baratro e speranza
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I personaggi
«Lungo il cammino incontriamo molti personaggi (e idee) interessanti, a partire dal nostro Rob che ne esce come una piccola star (ovunque dopo aver visto il film lo riconoscono per strada, ed è anche nella locandina) e seguendo con altri ben noti come Vandana Shiva o Jeremy Rifkin. Vorrei però attirare l’attenzione su quelli che forniscono spunti e suggerimenti davvero potenti, qui non approfondisco troppo per non “rovinare” la visione, ma suggerisco di concentrarsi bene su:
Emanuel Duron CEO di Pocheco, un’impresa piuttosto convenzionale che ha un approccio piuttosto non-convenzionale alle politiche di impatto ambientale.
Jan Gehl architetto e urbanista che ha idee molto chiare sul senso che dovremmo dare alle nostre città e su come muoversi per renderle a misura d’uomo. Per capirci è una delle menti ispiratrici delle grandi trasformazioni di Copenaghen.
Bernard Listaer uno degli economisti dell’ECU (ve lo ricordate prima dell’Euro?), ha visioni estremamente interessanti su un mondo di monete multilivello.
David Van Reybrouck storico e scrittore che fa un bel ragionamento sui limiti della democrazia rappresentativa e sulle possibilità di altre forme di applicazione (ottimi spunti anche per la riforma del Senato in atto)».
La colonna sonora
«Come in un’ottima torta, questo film è il classico caso in cui il risultato finale vale molto più della somma aritmetica degli ingredienti. La colonna sonora di Demain è quasi interamente composta da Fredrica Stahl e davvero efficace. Contribuisce in modo decisivo al bilanciamento delle emozioni e dei significati trasmessi».
«Ci sono un paio di aspetti che indeboliscono lievemente l’impianto generale. Uno è la lunghezza, il film si potrebbe tagliare un po’ senza perdere nulla, ma forse non avrebbe più il minutaggio adatto alle sale (non è un gran problema in ogni caso). Il secondo è il caso della raccolta differenziata a San Francisco in cui si elabora il tema dei rifiuti come risorsa, idea sempre più pericolosa e insostenibile, uno scoglio davvero difficile da superare anche nel mondo ambientalista. In ogni caso comprensibile, un peccato dal mio punto di vista, ma si crea comunque un’occasione per parlarne».
Ottimo nel complesso
«Nell’insieme però una vera ventata di energia adatta a un pubblico molto ampio. Questo documentario può essere visto tutto d’un fiato o utilizzato in pillole per attività di training e formazione. Certo che tutto assieme ha un effetto ottimo, non fa concessioni particolari a visioni ingenuamente ottimistiche, ma al contempo trasmette l’idea che tutto quello che serve si può fare. Lo fa in un modo razionale ed emozionale, e alla fine della visione il pubblico non riesce a non applaudire. Da vedere e far vedere insomma. Bravi».