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Da borgo abbandonato a… ecovillaggio

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Pubblichiamo la risposta di Francesca Guidotti, presidente della Rete italiana villaggi ecologici – RIVE e scrittrice di Terra Nuova, alla domanda di una nostra lettrice, che cerca spunti per trasformare il borgo in cui vive in Sardegna in un villaggio ecologico!
Carissimi,
sono Sara, ho 36 anni e con il mio compagno e figlio, abbiamo deciso di cambiare stile di vita. Circa 4 anni fa abbiamo comprato una casa semi abbandonata in campagna, in una borgata denominata Crastu, nel comune di Laconi (OR) in Sardegna. Il borgo conta 37 case che hanno facile accesso alla terra ed un prezzo medio di vendita intorno ai 15.000 euro, escluso il costo necessario per la ristrutturazione. Sarebbe l’ideale crearvi un ecovillaggio, riappropriarsi di uno spazio abbandonato a cui ridare vita. Nessuno, se non dei pazzi come noi, è interessato a tornare in questo luogo, a lavorare, a condividere. Come potrei far conoscere questa opportunità? Come posso sensibilizzare l’amministrazione? E come mettermi in contatto con un gruppo più ampio di famiglie per poter condividere questo progetto?
Cara Sara,
provo a darti degli spunti, elencando una serie di attenzioni che, senza necessariamente seguire la l’elenco in successione, vi possono aiutare a raggiungere l’obiettivo. Questo è per partire, poi vi consiglio di affidarvi a metodi e modelli di progettazione specifici, come il Dragon dreaming o la facilitazione esperta, per rendere ogni giorno più concreta la vostra visione.
– Definite la visione/sogno del progetto. A grandi linee, quali valori e quali principi vorreste realizzare? Se intendete coinvolgere altri nel progetto, questa prima bozza è determinata a cambiare nel corso del tempo.
– Fate un’analisi delle potenzialità e degli elementi di difficoltà/rallentamento connesse al luogo. I proprietari sono reperibili? Ci sono politiche comunali o regionali sull’abitare ecologico? Com’è collegato il borgo ai centri abitati limitrofi? Gli abitanti attuali possono essere “alleati”? Quali attività lavorative potrebbero avviarsi in quel territorio?
– Documentatevi più che potete, sulle realtà esistenti.  Potete farlo “dal vivo” visitando gli ecovillaggi esistenti e leggendo libri a riguardo: io ho scritto “Ecovillaggi e cohousing. Dove sono, chi li anima, come farne parte o realizzarne di nuovi” Terra Nuova Edizioni 2013. Ho cercato di descrivere le caratteristiche principali che si riscontrano in ogni progetto e presentato le singole realtà per far vedere in quante diverse sfumature è possibile realizzare un ecovillaggio. Comunque c’è anche altra letteratura a riguardo.
– Divulgate il progetto al livello nazionale: Terra Nuova ha la Mappa ecovillaggi e cohousing dove possiamo pubblicare un articolo, poi divulgarlo attraverso la newsletter. RIVE – rete italiana villaggi ecologici ha vari canali di diffusione per i propri associati.
– Divulgate il progetto al livello locale: prima di presentare il vostro progetto ufficiale all’amministrazione, accertatevi che i vostri interlocutori sappiano di che cosa state parlando. Preparate il terreno per far comprendere la vostra proposta; organizzate eventi coinvolgendo l’amministrazione e ale ssociazioni locali mostrando loro i vantaggi di progetti esistenti. Aprite un sito dove è possibile leggere il progetto e contattarvi.
– Rapporto con la pubblica amministrazione: ribaltate l’approccio tradizionale. Chiedete al Comune di che cosa ha bisogno. Vedete che cosa siete disposti ad offrire alla vostra comunità territoriale. Valorizzate la vostra presenza, voi siete una risorsa per il territorio.
– Riflettete sul tipo di coinvolgimento relazionale vorreste con i futuri membri del progetto (è un ecovillaggio? Un cohousing? Un condominio solidale? Cosa vorreste condividere e quanto?).
– Per la formazione del gruppo o subito dopo, fatevi seguire da un facilitatore, possibilmente esperto. Interrogatevi profondamente sulle motivazioni che vi hanno spinto ad aderire a questa meravigliosa “pazzia”. Trascorrete del tempo insieme, incontratevi in una dimensione intima e confidenziale. Nel conoscervi ricordate che non c’è giusto o sbagliato ma solo scelte; non basate il progetto su scelte forzate perché vi si ritorceranno contro. Le relazioni sono la parte più difficile ma più potente di tutto il progetto. Se sono solide, lo sarà qualsiasi cosa che realizzerete. Accertatevi di essere pronti ad accogliere la diversità e ad essere allenati all’ascolto.
– Non fatevi prendere dalla fretta ma date un ritmo cadenzato al percorso di realizzazione del progetto
– Fate una valutazione economica di massima. Contattate professionisti locali o associazioni affini all’ottica ecologica. Parallelamente cercate di capire se ci sono vincoli architettonici o paesaggistici particolari.
– Se avete già una casa in loco “offritela” come luogo di incontro, prove di convivenza, o in alternativa trovate un “centro comunitario” per i vostri incontri. Sperimentate, se potete, la vita quotidiana con chi fa parte del vostro progetto vi aiuterà a conoscervi più a fondo.
Vi auguro una bella avventura e vi sono grata per tutto l’impegno che ci metterete nel realizzare il vostro sogno.
Foto di Laura Panzarasa

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