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Il traffico ci soffoca, eppure l’alternativa c’è…

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Palermo, Roma, Messina, Napoli e Milano sono le città italiane che si “aggiudicano” i primi posti nella “classifica” delle più trafficate d’Italia, secondo l’edizione 2015 del Tom Tom Traffic Index. Eppure esistono soluzioni e strumenti fruibili per migliorare la situazione del traffico. Senza dimenticare che è proprio dal cambiamento culturale del concetto stesso di mobilità che si potrebbero raccogliere migliori risultati in termini di qualità della vita in città.
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Lo studio annuale sulle percorrenze urbane elaborato dalla società olandese fa riflettere sulle centinaia di minuti che si perdono ogni giorno nel traffico cittadino, sulle ore trascorse in auto, sulle interminabili code di cui a volte siamo testimoni. Lo studio è realizzato mettendo a confronto i tempi di percorrenza rilevati nei momenti di traffico regolare con quelli delle ore di punta. La differenza che ne emerge viene espressa con un valore percentuale di incremento, che indica il tempo in più che si impiega per percorrere il tratto analizzato. Quest’anno le città incluse sono state 295 e sono stati coinvolti 38 Paesi, per un totale di 14 trilioni di misurazioni. Queste vengono effettuate da Tom Tom grazie alle informazioni, rese poi anonime, ricavate dai dispositivi GPS stessi. La situazione italiana vede ai primi posti, Palermo con un livello di congestione pari al 41%, Roma con il 38% e Messina con il 35%. Seguono Napoli (31%), Milano (29%, con un punto in meno rispetto allo scorso anno nonostante gli afflussi di Expo), Catania (26%), Bari (25%), Bologna (23%), Firenze (23%) e Torino (23%). A livello mondiale, Città del Messico ha un indice del 59%, Bangkok del 57%, Istanbul del 50% e Rio de Janeiro del 47%.
Altri dati emergono dal Traffic Scorecard che analizza e mette a confronto il livello di traffico dei paesi e delle 100 più importanti aree metropolitane del mondo, ma il risultato non cambia: si trascorre sempre troppo tempo imbottigliati nel traffico urbano. La classifica si basa su fonti e punti informativi, inclusi i dati provenienti dai veicoli in tempo reale, che una volta raccolti mettono in evidenza una media di ore trascorse in coda. In Italia al primo posto troviamo Milano, con 52 ore, al secondo Cagliari, con 26 e al terzo Roma, con 24, seguite da Napoli (23), Palermo (21), Genova (19), Firenze (18), Torino (16), Catania (13) e Verona (12). Tra le città europee, Londra si colloca al primo posto, con un valore significativo: sono 101 le ore trascorse in coda dai londinesi nel 2015. Emergono anche dati “incoraggianti”. Infatti, secondo il rapporto, gli automobilisti italiani hanno speso in media 19 ore nel traffico nel corso del 2015, un’ora in meno rispetto all’anno precedente e il tempo medio speso in coda a Milano è diminuito di 5 ore.
È evidente la necessità di ridurre il traffico, il quale non è non è solo una forte causa di stress per gli automobilisti, ma è anche una delle principali fonti di inquinamento atmosferico. L’attenzione dei leader di Stato a questo problema appare elevata. Il COP21, la Conferenza delle Nazioni Unite sul clima, tenutosi a Parigi lo scorso dicembre, ha coinvolto più di 170 paesi responsabili del 95% delle emissioni globali di gas serra con l’obiettivo di trovare soluzioni per combattere i cambiamenti climatici, per esempio.
Tra gli strumenti più efficaci per ridurre il traffico, gestiti e organizzati dalle amministrazioni locali più accorte, ci sono innanzitutto il potenziamento del trasporto pubblico e l’adozione di strumenti di pianificazione (come il piano urbano per la mobilità) e si stanno diffondendo le politiche di tariffazione, il pedaggio urbano, il park and ride (detto anche parcheggio di interscambio), ma anche la limitazione della circolazione (blocco totale, Ztl, targhe alterne), l’introduzione del car sharing, il car pooling, l’utilizzo di sistemi di information technology per la gestione dei flussi, lo sviluppo della mobilità ciclabile con costruzione di piste e l’implementazione del bike sharing.
“Le primissime cose di cui questo Paese avrebbe bisogno e che andrebbero realizzate all’interno dei centri urbani per ridurre il traffico, sono l’individuazione di target e obiettivi di mobilità non motorizzata per il futuro e l’approvazione di un nuovo limite di velocità nei centri urbani” sostiene Alberto Fiorillo, responsabile aree urbane di Legambiente. “I 30 km/h dovrebbero diventare la regola e i 50 km/h l’eccezione. Per quanto riguarda gli obiettivi di mobilità, avremmo bisogno di individuare, come tra l’altro è avvenuto per la raccolta differenziata, obiettivi massimi di mobilità motorizzata all’interno delle città e conseguentemente dopo averlo individuato iniziare a stabilire biennio per biennio degli obiettivi di decremento. Per quanto riguarda il limite dei 30km/h è evidente che se la velocità diminuisce anche la congestione, il traffico diventa più scorrevole, si riduce il rischio di incidentalità e si abbatte quasi completamente il rischio di mortalità. E poi ci sono tuta una serie di vantaggi: soprattutto sulle brevi distanze il limite dei 30 è lo strumento ideale per convincere gli automobilisti a usare altri mezzi. Guardando le statistiche, il 70 % degli spostamenti all’interno della città non superano i 5 km. La soluzione è alla portata di mano: usare la bicicletta. Fare 5 km in bici significa impiegare circa 15 minuti per raggiungere la meta, che corrispondono al tempo medio che serve per cercare parcheggio. Prima ancora delle scelte individuali è necessario un contesto governato dalle decisioni pubbliche che creino i presupposti perché queste scelte personali possano essere favorite e non ostacolate”.
In diverse città europee e italiane esistono servizi di “consegna merci” realizzati con le biciclette. Questi “corrieri ecologici” aiutano a ridurre il traffico soprattutto nelle grandi città e contribuiscono a favorire il cambiamento culturale del concetto di mobilità. A Genova è presente EcoBike Courier. Fondata a fine 2011/inizio 2012, EBC è una realtà giovane e dinamica, che conta una decina di collaboratori. “Siamo partiti lavorando con piccole aziende con sensibilità per le tematiche ambientali, per esempio con una tipografia ecologica, poi piano piano siamo arrivati alle più grandi realtà genovesi, come Costa Crociere, il Baluardo, Montallegro. Queste aziende ci hanno scelti perché lavoriamo bene e perchè sostengono progetti green” ci racconta Ivan, uno dei fondatori. “Usiamo le biciclette artigianali della Zuccheriera, bici a pedalata assistita, un cargo e da un anno un furgone 100% elettrico per le consegne fuori città. Genova è una città complicata e molto trafficata e per questo le biciclette possono essere competitive, anche se non esistono percorsi ciclabili e le strade non sono sicure per i ciclisti, così come il trasporto pubblico ha qualche problemino. Però c’è un grande aumento di ciclisti urbani. E questo è un segnale significativo…”
Uno dei più famosi servizi di car pooling è BlaBlaCar, piattaforma online che mette in contatto gli automobilisti con i futuri passeggeri che desiderano viaggiare verso la stessa destinazione. La filosofia è quella di condividere la propria auto e il proprio viaggio con lo scopo di ridurre le spese e risparmiare sui costi. Ma il risultato è certamente anche una riduzione dell’inquinamento e del traffico.
Altro sistema è la famosa applicazione Google Maps che aiuta a trovare in tempo reale soluzioni e strade alternative per aggirare code e incidenti.

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