Tracce consistenti di glifosato in tre persone su quattro
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Tornando ai dati dello studio emerge un altro fatto allarmante: i bambini e i giovani sarebbero molto più colpiti, mentre gli uomini avrebbero concentrati più alti nelle urine. Vegetariani e vegani sarebbero invece lievemente meno contaminati.
La ricerca è stata effettuata dalla Fondazione Heinrich Böll che ha esaminato un campione di 2 mila persone. Le tracce del glifosato sono state rinvenute nel 99,6% dei casi, mentre il 75% del campione ha una concentrazione superiore agli 0,5 mg per litro, una quantità cinque volte
superiore dei limiti ammessi per l’acqua potabile. Il valore medio inoltre porta con sé che la concentrazione in un ampia gamma di soggetti è ancora più ampia. La presidente dell’Agenzia federale per l’ambiente non si dice per niente sorpresa. “È il risultato di un uso intensivo e prolungato di questa sostanza in agricoltura” ha dichiarato Maria Krautzberger. L’agenzia sostiene che una sostanza «probabilmente cancerogena» non dovrebbe essere autorizzata dal diritto comunitario.
La questione viene ora ribattuta presso il parlamento europeo.
L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), ha infatti dato da tempo il suo parere positivo al rinnovo dell’autorizzazione per il glifosato, ma tale autorizzazione scadrebbe a giugno. Tutto quel che ha concesso è l’istituzione di una dose acuta di riferimento (ARfD) per pari a 0,5 mg per kg di peso corporeo. Il livello di esposizione dell’operatore (AOEL) è stato fissato a 0,1 mg/kg di peso corporeo al giorno, mentre la dose giornaliera accettabile (ADI) per i consumatori è in linea con la soglia ARfD: 0,5 mg/kg di peso corporeo al giorno.
Dall’Italia intanto arriva un primo messaggio contrario da parte dei ministri per la Salute Lorenzin e le Politiche Agricole Martina, che sembrano orientati a negare l’autorizzazione. Il nostro paese è uno dei maggiori utilizzatori di questo erbicida, soprattutto nella coltivazione del mais.