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Tracce consistenti di glifosato in tre persone su quattro

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Una ricerca tedesca getta l’allarme: la contaminazione di glifosato attraverso l’alimentazione sarebbe pervasiva. Tre tedeschi su quattro ha contaminazioni cinque volte superiori alle soglie ammesse per l’acqua potabile
Tre cittadini tedeschi su quattro sono contaminati dal glifosato, l’ormai celebre erbicida, su cui l’Unione Europea sta per rinnovare l’autorizzazione per l’uso e la vendita per altri 15 anni. E questo avviene proprio mentre il Comitato fitosanitario permanente dell’Unione europea si appresta a rinnovare l’autorizzazione per l’uso e la vendita del glifosato fino al 2031.
La notizia non ci meraviglia, visto che la sostanza era già stata rinvenuta nel pane e più recentemente nella maggioranza delle birre in commercio, laddove nei paesi del nord europa se ne fa un uso più massiccio proprio nella coltivazione dei cereali.
Tornando ai dati dello studio emerge un altro fatto allarmante: i bambini e i giovani sarebbero molto più colpiti, mentre gli uomini avrebbero concentrati più alti nelle urine. Vegetariani e vegani sarebbero invece lievemente meno contaminati.
La ricerca è stata effettuata dalla Fondazione Heinrich Böll che ha esaminato un campione di 2 mila persone. Le tracce del glifosato sono state rinvenute nel 99,6% dei casi, mentre il 75% del campione ha una concentrazione superiore agli 0,5 mg per litro, una quantità cinque volte
superiore dei limiti ammessi per l’acqua potabile. Il valore medio inoltre porta con sé che la concentrazione in un ampia gamma di soggetti è ancora più ampia. La presidente dell’Agenzia federale per l’ambiente non si dice per niente sorpresa. “È il risultato di un uso intensivo e prolungato di questa sostanza in agricoltura” ha dichiarato Maria Krautzberger. L’agenzia sostiene che una sostanza «probabilmente cancerogena» non dovrebbe essere autorizzata dal diritto comunitario.
L’istituto per la valutazione del rischio (BfR) minimizza invece il pericolo, sperando di nessun rischio concreto per la salute. “L’alta concentrazione nelle urine” si legge nel comunicato “sarebbe una testimonianza della facilità di smaltimento della sostanza”.
La questione viene ora ribattuta presso il parlamento europeo.
L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), ha infatti dato da tempo il suo parere positivo al rinnovo dell’autorizzazione per il glifosato, ma tale autorizzazione scadrebbe a giugno. Tutto quel che ha concesso è l’istituzione di una dose acuta di riferimento (ARfD) per pari a 0,5 mg per kg di peso corporeo. Il livello di esposizione dell’operatore (AOEL) è stato fissato a 0,1 mg/kg di peso corporeo al giorno, mentre la dose giornaliera accettabile (ADI) per i consumatori è in linea con la soglia ARfD: 0,5 mg/kg di peso corporeo al giorno.
Per dare il consenso al glifosato, gli esperti europei si sarebbero basati su ricerche condotte dalle stesse aziende chimiche che beneficerebbero in questo modo di un prolungamento dell’autorizzazione.
Dall’Italia intanto arriva un primo messaggio contrario da parte dei ministri per la Salute Lorenzin e le Politiche Agricole Martina, che sembrano orientati a negare l’autorizzazione. Il nostro paese è uno dei maggiori utilizzatori di questo erbicida, soprattutto nella coltivazione del mais.

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