Funghi espresso: la campagna di crowdfunding
homepage h2
All’interno del container saranno istallati sensori per il controllo dell’umidità, della temperatura e dell’anidride carbonica (CO2); il tutto sarà collegato ad un software (Arduino) che ci permetterà di regolare il condizionamento dell’aria, l’accensione delle ventole e dell’impianto di nebulizzazione dell’acqua.
Per sfruttare al meglio lo spazio in verticale saranno realizzati dei carrelli su misura, che consentiranno di movimentare il substrato dalla cella d’incubazione (al buio) alla cella di fruttificazione (alla luce).
I fondi raccolti grazie alla campagna di crowdfunding, saranno utilizzati per la progettazione e la realizzazione del primo prototipo di container.
“Il primo importante lavoro” spiegano Antonio e Vincenzo “sarà quello di coibentare il nostro container marittimo, sia le pareti con dei pannelli isolanti, che il tetto, con una copertura verde (composta da un sottile strato di terreno sul quale semineremo un prato) per diminuire l’impatto del sole durante i periodi caldi”.
Per quanto riguarda il controllo dei parametri ambientali, all’interno del container saranno istallati sensori per il controllo dell’umidità, della temperatura e dell’anidride carbonica (CO2); il tutto sarà collegato ad un software (Arduino) che ci permetterà di regolare il condizionamento dell’aria, l’accensione delle ventole e dell’impianto di nebulizzazione dell’acqua.
Per sfruttare al meglio lo spazio in verticale saranno realizzati dei carrelli su misura, che consentiranno di movimentare il substrato dalla cella d’incubazione (al buio) alla cella di fruttificazione (alla luce).
Il percorso che ha portato alla creazione di Funghi Espresso inizia nel 2013, quando Rossano Ercolini, coordinatore del Centro di Ricerca Rifiuti Zero del comune di Capannori e vincitore Premio Goldman Prize 2013, apre il caso studio sul riutilizzo del fondo di caffè in agricoltura, presentato all’interno dello showroom Il gusto di un caffè sostenibile.
Antonio Di Giovanni (agronomo membro del team di Ercolini), realizza il progetto pilota di educazione ambientale Dal caffè alle proteine, che ha visto la partecipazione di circa 200 alunni dell’Istituto comprensivo Ilio Micheloni alla coltivazione di funghi (Pleurotus Ostreatus) utilizzando come substrato proprio il fondo di caffè.
In seguito a questa sperimentazione, Antonio incontra un giovane architetto campano, Vincenzo Sangiovanni, anche lui appassionato di sostenibilità ambitale e interessato ai metodi di riutilizzo degli scarti organici.
Nel marzo 2014, grazie all’incontro con il sig. Tomohiro Sato, imprenditore giapponese, Antonio e Vincenzo fondano Funghi Espresso e inaugurano nel 2015 la prima sede produttiva nel comune di Capannori (Lu).
Nell’aprile del 2014 Funghi Espresso riceve il suo primo riconoscimento come “Miglior progetto di qualità” all’interno dell’Incubatore Universitario Fiorentino (Impresa Campus Unifi).
Nel giugno dello stesso anno, Funghi Espresso è stata premiata come startup innovativa, all’interno del “Tour delle buone pratiche a Rifiuti Zero” organizzato dal Centro di ricerca Rifiuti Zero del comune di Capannori e dall’associazione Zero Waste Italy.
Il 28 ottobre 2014, Funghi Espresso è stata premiata dalla Regione Toscana come migliore buona pratica, nell’ambito del concorso di idee, “Call for ideas Toscana” in relazione al tema Expo 2015. Il riconoscimento è stato consegnato in occasione dei duecento giorni da Expo 2015.
Funghi Espresso è stata selezionata dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF), tra le 25 startup agricole più innovative in Italia.