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Chi vuole abitare in montagna?

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Gli italiani abbandonano le montagne e ripopolano le pianure: negli anni Cinquanta sui rilievi risiedeva oltre il 40% della popolazione, oggi appena il 26%. Ma ci al Nord ci sono tre regioni in controtendenza
Aria pulita, boschi, comunità più coese. Non bastano questi elementi per convincere gli Italiani a ripopolare le montagne. I territori montani infatti stanno assistendo a un progressivo, silenzioso spopolamento a tutto vantaggio delle pianure, pur con qualche apprezzabile eccezione in alcune regioni.
Si potrebbe dire che oggi le cose sono diventate più facili, internet ha sconfitto il lungo isolamento, permettendo di compiere lo stesso lavoro a distanza, facilitando l’integrazione dei giovani nel mondo, in cui oggi la connessione è oggi di vitale importanza.
L’Italia è un paese soprattutto montuoso, con ben il 43% della superficie costituita da rilievi montani. I numeri sono piuttosto preoccupanti: a fronte di una popolazione italiana cresciuta di 12 milioni di unità negli ultimi 60 anni, la montagna ha perso 900mila abitanti. La crescita si è quindi concentrata in pianura (8,8 milioni di residenti in più) e collina (+4 milioni). Risultato: se nel 1951 la popolazione montana era il 41,8% rispetto a quella di pianura, oggi rappresenta solo il 26%.
Ma dove i decisori pubblici hanno saputo mettere in campo politiche pubbliche lungimiranti, i dati sono in netta controtendenza, fino a rappresentare delle vere e proprie best practice per l’intero Paese. E’ così che in Trentino, Alto Adige e Valle d’Aosta, la popolazione montana, anziché diminuire, cresce. La provincia di Trento è la principale destinazione delle migrazioni interne. E, accanto al saldo migratorio interno favorevole, un altro dato è stato sottolineato nella ricerca: Trentino e Alto Adige hanno anche il secondo più basso rapporto di anziani per bambini, ribaltando una classifica che, 40 anni fa, le vedeva al settimo posto.
I dati sono stati diffusi dal rapporto “La montagna perduta. Come la pianura ha condizionato lo sviluppo italiano”, curato da Centro Europa Ricerche e Trentino School of Management con il patrocinio del Senato della Repubblica, dell’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani e della Fondazione Dolomiti Unesco. Efficienza nei servizi, mobilità integrata, lavoro, qualità dell’istruzione sono le carte vincenti per convincere gli italiani a restare. Perché una montagna senza più abitanti è una montagna più ostile e più fragile per chi la abita e non solo.

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