La commissione ambiente del Parlamento europeo aveva chiesto all’assemblea plenaria di porre il veto sulla proposta della Commissione di rendere più permissivi i limiti delle emissioni delle auto. Ma il parlamento non lo ha fatto. Quindi via allo smog libero.
Il Parlamento Europeo ha bocciato la proposta di mettere il veto alla proposta della Commissione che rende più permissivi i test sulle emissioni auto. La proposta di risoluzione della commissione ambiente è stata respinta con 323 voti contrari, 317 in favore e 61 astensioni. «La UE si piega ai desiderata dell’industria automobilistica che invece di innovare si schiera con una tecnologia a fine corsa come quella del Diesel. Il tutto a discapito della salute dei cittadini» spiegano da
Qualenergia.
Evidentemente è stata accettata la
giustificazione della Commissione: «Secondo la Commissione europea, l’aumento temporaneo dei limiti, oggetto dell’obiezione votata oggi, è giustificato dalla necessità di considerare i dubbi tecnici relativi all’uso dei nuovi dispositivi portatili di misurazione delle emissioni (PEMS), così come i limiti tecnici per il miglioramento – nel breve termine – della performance, in condizioni reali di guida, del rilevamento delle emissioni per le autovetture a diesel attualmente prodotte» scrivono dall’Europarlamento.
«Per aiutare le aziende, ma non i polmoni dei cittadini – obietta inece Qualenergia – la Commissione Europa ha istituito
una procedura per i test sulle emissioni degli autoveicoli in condizioni reali di guida (Real driving emissions – Rde) che prevede un delta, ossia una differenza, tra i dati ottenuti nelle prove di laboratorio e usati in sede d’omologazione e quelli rilevati in condizioni reali. In pratica
una maggiorazione rispetto alle classi Euro. E la cosa
non è piaciuta alla Commissione Ambiente del Parlamento Europeo stesso che
aveva raccomandato all’assise di Bruxelles stessa di porre il veto – unico provvedimento possibile – all’atto della Commissione europea. Il
voto del Parlamento europeo era previsto a gennaio, ma è stato
posticipato di un mese, grazie al PPE, guarda caso, portandolo a febbraio, con ogni probabilità per dare tempo alle lobby dell’endotermico di “lavorare”. E si è trattato di un lavoro proficuo, per loro. Il voto del 3 febbraio del Parlamento Europeo, infatti,
ha ribaltato l’orientamento della Commissione Ambiente del Parlamento stesso, con 323 voti contrari, 317 in favore e 61 astensioni, alla proposta di veto. Spianando la strada all’aumento delle emissioni».
I limiti ora in Europa sono chiari. Un fattore 2,1 fino al 2020 e un fattore 1,5 dal 2020, ossia il 110% e il 50% in più rispetto al regolamento del 2007 che definisce le classi Euro.
Per quanto le riguarda le responsabilità nostrane
Green Italia ha pubblicato il nome dei politici italiani che hanno permesso tutto ciò.
ENF: Mara Bizzotto, Mario Borghezio, Gianluca Buonanno, Lorenzo Fontana, Matteo Salvini.
ECR: Raffaele Fitto, Remo Sernagiotto.
PPE: Lorenzo Cesa, Salvatore Cicu, Alberto Cirio, Lara Comi, Elisabetta Gardini, Giovanni La Via, Fulvio Martusciello, Barbara Matera, Alessandra Mussolini, Aldo Patriciello, Salvatore Domenico Pogliese, Massimiliano Salini, Antonio Tajani.
Si sono astenuti:
S&D: Simona Bonafè, Caterina Chinnici, Silvia Costa, Luigi Morgano, Michela Giuffrida.