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Cannapeutica: la canapa come medicina

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Giunge al termine con successo la raccolta firme per l’introduzione anche in Lombardia dei farmaci a base di cannabinoidi mutuati dal servizio sanitario regionale. Oltre 6000 le firme raccolte e consegnate alla Regione che entro 3 mesi dovrà portare la richiesta in consiglio e dare una risposta ai tanti cittadini che rivendicano il diritto alla libertà di cura.
“Una battaglia difficile che ci ha visti impegnati per 6 mesi con una media di 9 banchetti a week end in tutta la regione – racconta Barbara Bonvicini, coordinatrice della campagna “Cannabis terapeutica Lombardia”, alla tavola rotonda sulla cannapeutica promossa dal punto vendita Sir. Canapa di Milano. “Si pensa erroneamente che introdurre anche qui la possibilità di curarsi con la canapa, peraltro meno invasiva della morfina nelle terapie del dolore, significhi legalizzarne l’uso a tutti i livelli. Non è così. Stiamo parlando di persone malate che hanno il diritto di scegliere come curarsi e che non devono essere messe nella condizione di delinquere rivolgendosi al mercato nero per aver accesso alla sostanza”.
Il decreto Lorenzin del 9 novembre dello scorso anno regolamenta per la prima volta la coltivazione, produzione e distribuzione su tutto il territorio nazionale dei medicinali di origine vegetale a base di cannabis, ma l’iniziativa legislativa in merito è demandata alle regioni. E qui nascono le disparità e le falle di un sistema sanitario che si presupporebbe essere universalistico.
La Lombardia è tra le ultime 6 regioni a non avere una legge sulla cannabis. “In realtà la situazione è difficile in tutta Italia – spiega Vidmer Scaioli neurologo dell’Istituo Besta di Milano – la procedura per il malato che intende curarsi con i cannabinoidi è difficoltosa ma lo è ancor di più il loro reperimento visto che ad oggi le farmacie che preparano e vendono farmaci galenici si contano sulle dita di una mano.”
Tra le pecche normative c’è anche il divieto di utilizzo di questi farmaci per diverse patologie come l’epilessia resistente ad altre terapie, il Parkinson e l’Alzheimer. Laddove invece il loro uso è consentito, l’autorizzazione è concessa solo dopo aver dimostrato il fallimento di altri tipi di cura.
“Oggi l’utilizzo della cannabis è limitato alle situazioni di dolore cronico ma la realtà è un po’ diversa. Molti centri del dolore riconosciuti come il San Carlo, il Niguarda e l’Humanitas di fatto ne negano l’accesso” dice il dottor Scaioli.
La Toscana rispetto ad altre regioni sembra esser un passo avanti. “La situazione è migliore perchè il paziente una volta presentato il suo piano terapeutico con i cannabinoidi in farmacia è esonerato dal pagamento dei farmaci e, cosa non di poco conto, questi ultimi sono prescrivibili da tre diverse categorie professionali: gli oncologi, i neurologi e gli anestesisti.”
Oltre alle questioni burocratiche spesso i problemi che s’incontrano in materia di cannapeutica sono di carattere economico (i cannabinoidi hanno costi elevati) e culturale.
“Sono ancora troppo pochi i medici in Italia che s’informano sulle terapie di cura alternative e nelle università non ci sono corsi su questo argomento. Rischiamo di veder passare altri 10 anni prima di avere specialisti competenti in materia.” Dice Fabrizio Dentini, autore del libro Canapa medica. ”La verità è che oggi molti malati si curano a prescindere dal loro medico e dalle norme vigenti. Dalle testimonianze che ho raccolto emerge che quando sono i pazienti a suggerire al medico la cura con la cannabis suscitano ilarità, rabbia o una sorta di tacito accordo e di via libera al malato di occuparsi di come e dove trovarsi la cura”.
I primi semi sono stati gettati, i passi da fare sono ancora molti, ma la speranza è che anche la Lombardia possa avere la sua legge nei prossimi mesi. E per il futuro prossimo è fondamentale che l’informazione sulle cure alternative cresca e che i medici facciano la loro parte.“Abbiamo bisogno di tutta la loro collaborazione” dice Fabrizio Dentini “solo diffondendo una nuova cultura in campo medico si potrà raggiungere l’obiettivo di curarsi con la canapa”.

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