Sta facendo parlare di sé e ha raccolto un discreto successo “L’Altro spazio”, locale di Bologna. Perché? Perché tutte le scelte sono fatte per andare incontro ai disabili.
Si tratta di un locale innovativo ed intelligente in quanto è uno spazio studiato ed ideato per poter essere accessibile e fruibile anche dalle persone con “Sfide sociali”, è proprio questo il termine che la proprietaria e presidentessa dell’associazione culturale Farm, Nunzia Vannuccini, usa per descrivere coloro che sono comunemente chiamati disabili, poiché spiega: «Bisogna andare oltre il concetto di inabilità, in quanto si è inabili perché è il mondo intorno a noi che non è accessibile».
Il locale è partito nel 2014, poi a fine ottobre 2015 si è trasferito nella sede attuale di via Nazario Sauro a Bologna rilanciando con ancora maggior vigore attività ed iniziative.
“L’altro spazio” è un bar dove vengono preparati cocktail dalla barista in sedia a rotelle, è un ristorante dove si pone anche attenzione ai cibi bio e a Km 0 ma è anche e soprattutto un luogo dove vengono organizzati eventi e corsi che hanno come obiettivo quello di aumentare la sensibilità verso le problematiche quotidiane delle persone con sfide sociali e di favorire l’incontro e l’aggregazione senza nessun tipo di barriera, architettonica o mentale che essa sia.
«Organizziamo corsi di sensibilizzazione alla lingua dei segni, corsi di sensibilizzazione al Braille, concerti, aperitivi e cene al buio» spiega l’ideatrice del progetto che insieme al suo compagno Josha, artista sordo di origini olandesi, sta tentando di stravolgere il concetto di inabilità e ancor di più di accessibilità. I due ideatori sono costretti a sfidare i continui ostacoli che non solo la società ma anche la burocrazia pongono loro. Afferma Nunzia: «Quando ho mostrato la mia volontà di aprire un bar dove potesse lavorare una ragazza in carrozzina, nessuno sapeva dirmi cosa dovessi fare e a quale regolamento o legge dovessi attenermi…questo tema sembra essere la terra di nessuno!». Nonostante le numerose difficoltà, «le persone che desiderano lavorare con noi e che sono considerate come da consuetudine le sedicesime, all’interno del mio bar sono considerate le prime» conclude Nunzia descrivendo i propri collaboratori.
All’interno de “L’Altro spazio” tutte le volumetrie sono studiate appositamente per facilitare al massimo la vita all’interno del locale, il bancone è ribassato per essere accessibile anche da persone costrette sulle sedie a rotelle ed il menù è scritto anche in Braille cosi come altre scritte sul bancone o sulle porte per poter essere decodificate anche dai non vedenti.
Nunzia, per poter trasmettere e diffondere il suo messaggio, ha fatto decorare un muro del locale con un disegno che cerca di spiegare come l’uomo dovrebbe prendere spunto dal regno animale per comprendere che non esistano esseri abili ed esseri inabili, nell’universo animale infatti, il concetto di inabilità praticamente non esiste: «La Talpa è un animale non vedente, tuttavia questa creatura sfrutta al meglio tutti gli altri sensi in suo possesso vivendo in perfetto equilibrio con il resto della fauna e con l’ambiente circostante», questo il pensiero di Nunzia che cerca anche attraverso l’arte di diffondere le sue idee.
Questo tipo di locale è una assoluta novità in quanto se si esclude qualche progetto simile in Germania e negli Stati Uniti, non si registrano altre iniziative speculari. La speranza più grande che possiamo nutrire è che questa iniziativa possa fungere da apripista ed esempio per tante altre persone che potrebbero ricalcare l’esempio bolognese creando perché no, una rete sociale, una sorta di franchising della sensibilità e dell’accessibilità!