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’La terra è bassa …ma gli amici la alzano!

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Nei suoi 26 anni di vita, l’Ecovillaggio Torri Superiore, nell’estremo ponente ligure, è stato impegnato nella costruzione di relazioni positive con il territorio circostante. Ecco che cosa si è realizzato.
Racconta Lucilla Borio, fondatrice dell’ Ecovillaggio Torri Superiore ed ex segretaria della rete GEN-Europe:
“Il programma dell’Unione Europea Grundtvig Learning Partnership The Transition JourneI, Sustainability to Touch (2009/2011), condotto insieme a quattro ecovillaggi partner della rete Gen-Europe, ci ha stimolato a cercare nuovi rapporti e nuovi programmi con chi abita vicino a noi. Abbiamo organizzato una serie di azioni per coinvolgere gli abitanti della Val Bevera e della città di Ventimiglia in progetti legati alla sostenibilità, corsi, conferenze, dibattiti e alcune serate molto vivaci di incontro e confronto con i residenti della zona”.
Nell’estate 2010 in una di queste serate è nato il progetto Ortinsieme. Debora Roncari ha proposto al gruppo “Recupero terreni incolti e produzione a km 0” di riconvertire le serre da rose di suo padre, incolte da undici anni, in orti biologici da condividere con altre persone disponibili a sporcarsi le mani. A lei si sono uniti Giorgio, Gianni, Sisto, Daniela e molti altri, si è creato l’Associazione Ortinsieme che coinvolge ora 42 soci, e che ha creato un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale) locale (60 nuclei familiari). Molti soci sono insegnanti, molte le donne, e tra i più partecipi c’è il “socio senior” Francesco, di 87 anni, che cura gli orti con grande amore e si è impegnato a lavorare in modo collettivo. La superficie, coltivata biologicamente, è di 1200 mq, 3 su serre, più un terreno esterno adibito a frutteto e orto per esperimenti di permacultura.
La produzione è molto ampia, dalle solanacee, alle insalate, aromatiche, fave, cipolle, aglio, topinambour e molte altre verdure. Anche il frutteto offre una bella varietà di frutti estivi ed autunnali, e persino un bell’avocado. Nella piccola zona pollaio, nato dall’iniziativa di un sottogruppo che condivide le uova in modo organizzato, abitano una ventina di polli da uova.
Importante per le attività sociali e culturali, anche con le scuole locali, è la ’“ZonaAgorà”, il grande prato allestito come zona incontri. Almeno una volta all’anno Ortinsieme si apre al pubblico sui temi del territorio, del sociale, del cibo, con eventi come Ortinfesta e Ortinarte, alcune cene sociali ed il bellissimo “Pranzo nell’orto”.
Spiega Giorgio Caniglia, presidente dell’Associazione: “Il prodotto è distribuito in modo “proto-socialista”: chi lavora mangia, ci sono tre giorni di lavoro collettivo alla settimana più una domenica al mese, le persone presenti si suddividono i compiti e alla fine della giornata si spartiscono il raccolto. C’è stato un avvicendamento ma tutti i fondatori sono ancora partecipi. Abbiamo stimolato la nascita di altri gruppi come il nostro in altre città della zona, come Vallecrosia e Sanremo.”
Racconta Debora: “Sono insegnante ma vengo da una famiglia di contadini e pastori che si vergognavano di esserlo. Per me è importante ritrovare l’orgoglio di coltivare, e questo incredibile mix di persone di cultura e persone con esperienza diretta di coltivazione ha creato uno scambio interessante, che porta tutti alla ri-alfabetizzazione nel rapporto con la terra. Promuoviamo sempre il percorso di conoscenza sulle scelte operate dal gruppo, la modalità è l’apprendimento continuo unito alla consapevolezza, e così il lavoro non è mai ripetitivo. Siamo grati all’Ecovillaggio che ha fatto da catalizzatore di energie già presenti sul territorio, la convivialità e il piacere di stare insieme ci spingono a continuare l’opera.”
La collaborazione tra Torri Superiore, Ortinsieme e altre realtà agricole e professionali locali, accomunate dai principi di sostenibilità e responsabilità sociale, prosegue con la creazione della Rete di Imprese “Terre di Confine”, incentrata sul territorio della Bioregione Val Bevera – Val Roya. Il primo progetto pratico sarà la realizzazione di un impianto pilota di acquacultura in grandi serre floricole inutilizzate per la produzione locale di pesce e di fertilizzanti naturali da utilizzare per le verdure prodotte a Km 0 e vendute sia all’Ecovillaggio sia alle mense scolastiche.
Conclude Giorgio: “Il valore aggiunto più importante è lavorare insieme, all’inizio non conoscevo nessuno ed ora siamo in tantissimi. Coltivare è un percorso evolutivo, facciamo crescere le verdure e intanto cresciamo anche noi. E ci salutiamo così: Hasta la chicoria siempre!”

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