Dopo una serie nutrita di studi che affermano come il consumo di carne e proteine animali sia deleterio per l’ambiente e la salute, ecco che arriva un nuovo studio che afferma tutto il contrario: mangiare lattuga fa tre volte più male all’ambiente che mangiare pancetta. Ma di cosa stiamo parlando?
La pubblicazione di questo studio arriva in un momento che, quanto meno, fa pensare. Molto pensare. Dopo la polemica mondiale sollevata dalla monografia dello Iarc (l’istituto per la ricerca sul cancro dell’Oms) che ha sancito come la carne rossa sia probabilmente cancerogena per l’uomo e quella lavorata industrialmente lo sia sicuramente e a fronte di dati sempre crescenti che indicano una maggiore sensibilità e attenzione per l’alimentazione a base vegetale, ecco che arriva, con tempismo perfetto, uno studio che viene presentato come se il vegetarianesimo fosse più impattante per l’ambiente dell’alimentazione a base di carne. La
ricerca porta la firma dei team della Carnegie Mellon University ed è comparsa su
Environment Systems and Decisions. Ma, a ben guardare, si vede che non è stata presa in esame la dieta vegetariana bensì il consumo di frutta e verdura abbinato a latticini e pesce. Secondo la ricerca, ridurre le calorie dell’attuale dieta americana senza modificare il tipo di cibi consumati abbasserebbe l’impatto ambientale, mentre invece ridurre l’apporto calorico modificando la scelta dei cibi consumati e passando a una dieta più sana aumenterebbe l’uso di acqua, energia e le emissioni inquinanti. Però poi basta andare al 2014 e si legge, sulla rivista Climatic Change, che
secondo uno studio condotto sulle abitudini alimentari degli inglesi l’impatto della dieta carnivora è doppio rispetto a quello dell’alimentazione vegana. Lo studio è stato condotto dai ricercatori dell’università di Oxford.
Non solo. Il professor Gidon Eshel del Bard College dello stato di New York è il primo firmatario di uno studio pubblicato nel 2014 sulla rivista scientifica
Proceedings of the National Academy of Sciences secondo cui la carne di manzo (fondamentale nella dieta americana attuale) richiede 28 volte più suolo per la sua produzione rispetto a quella di maiale e pollo, 11 volte più acqua e produce emissioni inquinanti cinque volte di più. Se confrontata con coltivazioni come patate e riso, il terreno richiesto è 160 volte di più con una produzione 11 volte maggiore di gas serra. L’enorme quantità di cereali e acqua necessaria per allevare i bovini preoccupa da tempo gli esperti, eppure tutte le raccomandazioni a consumare meno carne per ridurre l’impatto ambientale e preservare le riserve di cereali sono sempre aspramente criticate. Quindi? Scienza schizofrenica, misurazioni schizofreniche o tentativi di confondere i consumatori per non perdere fette di mercato?