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Autoproduzione e riciclo: la famiglia si fa green

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Paolo e Chiara hanno fatto una scelta nettissima quando hanno deciso di formare una famiglia e avere dei figli: abbassare drasticamente l’impatto ambientale del loro stile di vita. E hanno fatto passi da giganti!!
Paolo Montevecchi e Chiara Benedetti hanno iniziato a porsi molte domande e a cercare le giuste risposte nel 2009, quando sono nati i loro bambini. «Abbiamo cominciato a chiederci in quale mondo avremmo voluto farli vivere. Paolo era sconvolto dalla quantità di pannolini necessari nei primi 3 anni di vita e mi ha chiesto dinon far crescere i nostri figli con questo debito nei confronti dell’ambiente» spiega Chiara che racconta la storia una famiglia, la loro, che sta cercando, insieme ad una rete di altre famiglie, di ridurre al minimo gli sprechi e di produrre meno rifiuti possibile. Sullo stile anche dell’esperienza della famiglia di Linda Maggiori di Faenza, Paolo e Chiara, cominciando dalla scelta di utilizzare i pannolini lavabili, hanno poi proseguito «nella scoperta di una vita sostenibile per l’ambiente e abbiamo deciso di raccontare la nostra esperienza in un blog: ilbilanciodelbidone.blogspot.it».
«Avevamo voglia dimostrare con l’esempiocome alcune abitudini potessero diminuire i rifiuti prodotti in casa. L’idea era quella di proporre varie soluzioni che chiunque potesse fare sue. In questi anni ci siamo resi conto che la riduzione della spazzatura si può ottenere in modi diversi e crediamo che ciascuno possa trovare la modalità che si adatta più alle sue abitudini e necessità:
  1. PRENDERSI CURA DEI PROPRI RIFIUTI: ogni volta che andiamo ad acquistare qualcosa considero anche come smaltire l’involucro, il prodotto stesso ed eventualmente il prodotto che vado a rimpiazzare. E’ un atto diconsapevolezzache porta a scegliere di acquistaresfuso, con igruppi d’acquistooppure afarsiprestare,barattareoregalare.
  2. AUTOPRODUZIONE. Imparare a fare da soli le cose che mangiamo oppure i prodotti per la cura della persona haaccresciuto la nostra cultura, ci ha avvicinato al mondo dei nostri nonni e ci haaperto gli occhi sugli ingredienti dei prodottimolto più di ogni corso o di ogni lettura. Inoltre è stato un bel ripasso di chimica e biologia (lieviti, ph ecc.)!
  3. RIDURRE I PRODOTTI. Scegliere dicomprare menoedeliminare tutti i prodotti (e oggetti) inutiliche ingombrano la nostra casa ci aiuta ad avere meno rifiuti e anche ad avere più tempo libero. Siamo sicuri che ci servono 25 tipi diversi di detergenti, il balsamo per capelli e i soprammobili? Ecco una buona idea per alleggerire subito il vostro bidone: mettete sulla buchetta della posta l’avviso “no pubblicità”avrete subito meno carta da buttare e meno tentazioni a cui resistere, anchefare a meno della televisioneci ha aiutato.
  4. RICICLO E RIUSO SUL SERIO. Spesso quando ci si avvicina alla riduzione dei rifiuti ci si butta sul riciclo creativo. A meno di non essere in grado di tirarne fuori un’opera d’arte oun oggetto veramente utile, è meglio gettare nella raccolta differenziata la carta, il vetro e la plastica. Una volta ricoperti di vernici e colla vinilica, questi materiali non saranno più riciclabilicreando un danno per l’ambiente. Noi siamo riusciti adare nuova vita ad alcuni oggetti: vecchie lenzuola sono diventate sacchi per piumone, e un sacco/tappeto per i Lego, la bici da corsa degli anni 60 sta per tornare su strada.
Bisogna confessare che abitando a Cesena siamo anche molto avvantaggiati: abbiamo la possibilità dispostarci in biciagevolmente, troviamo iprodotti sfusi,abbiamo un ortoin cui sperimentare e coltivare (anche se non siamo autosufficienti). Ma crediamo che sia possibile per tutti trovareuno stile di vita più sostenibile sia per l’ambiente che per se stessi: l’importante è accantonare isensi di colpache fanno pensare “o faccio tutto o non faccio niente”. Io ad esempio inizialmente avevo rinunciato completamente al makeup, ma mi sono resa conto che quei colori miglioravano la mia giornata, quindi ho ricominciato a comprare rossetti e smalti (senza esagerare). Cuciniamo sempre quello che mangiamo, ma se una sera siamo stanchi non ci sentiamo in colpa per ordinare una pizza d’asporto. Insomma, crediamo cheprenderla con leggerezza ci abbia aiutato ad essere costanti in questi 6 anni, probabilmente se avessimo puntato ad avereseriamente rifiuti zeronon saremo riusciti a gestire due bambini, due lavori e soprattutto il nonno».
«Da quest’anno infatti ospitiamo il padre di Paolo che, non essendo più autonomo, ci ha lanciato una nuova sfida sulla gestione dei rifiuti. Ci siamo scontrati prima con abitudini diverse dalle nostre, poi con i farmaci (che di sicuro non si trovano alla spina) ma soprattutto con i pannoloni! Cercare di rendere la gestione dell’anziano a impatto zero è fatica, ma noi siamo creativi, sicuramente qualche buona idea verrà fuori».                                                                                                                                                              

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