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Ciò che è vivo – culture tour. I Mandorli, un’espressione della terra

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Emanuela Ascari prosegue nel raccontare ai lettori di Terra Nuova le tappe del suo viaggio tra arte e ruralità nelle campagne italiane.  Ecco un’altra tappa del suo tour, che ci racconta con le sue parole e con le parole di Maddalena Pasquetti, uno delle protagoniste.
La mia visita alla vigna I Mandorli è stata fortunata. Il giorno del mio arrivo era quello programmato per la dinamizzazione e lo spargimento del preparato da cornoletame, una pratica di vivificazione del terreno che conosco bene avendola realizzata a mia volta come lavoro d’arte al Museo della Civiltà Contadina di Bologna nel 2009-2010. Essendo il mio progetto legato ai principi dell’agricoltura biodinamica, questa circostanza è stata particolarmente significativa. Il giorno successivo invece il caso ha voluto che ci fosse un incontro con Saverio Petrilli, esperto di Biodinamica, con il quale si sono osservati i vigneti, i terreni, e ci si è intrattenuti in una interessante conversazione, assieme a Maddalena Pasquetti e al vignaiolo Andrea Bargiacchi. “La volontà – dice Petrilli – è mossa dal sentimento. È la volontà che agisce, non il pensiero.”
Maddalena ci racconta di queste terre.
I Mandorli, un’espressione della terra
La nostra storia nasce nel 2002 quando Massimo Pasquetti rimane affascinato da alcuni ettari di terra a Belvedere di Suvereto e ne diventa proprietario. Nel 2003 vengono piantati i primi vigneti di Sangiovese nella parte a nord-est, mentre nel 2004 a sud-est, le prime vigne di Cabernet. La presenza e l’esperienza di Andrea Bargiacchi, esperto “vignaiolo” legato all’agricoltura biologica-dinamica, ci ha accompagnato fin dall’inizio del nostro percorso. Oggi la nostra realtà agricola ha ampliato di circa 2 ettari i propri impianti con nuove vigne di Cabernet esposte verso il mare, posizionate ad anfiteatro per raccogliere i raggi del sole dell’intera giornata, e nuovi innesti Sangiovese e Aleatico su viti di Malvasia di Brindisi. Infine una piccola parte di Vermentino Corso è entrato a far parte dei nostri vigneti.
La storia dei Mandorli non nasce da una famiglia con origini agricole tramandata nel tempo, ma da una famiglia con un’attenzione costante verso il rispetto della terra e dei metodi di coltivazione di questa. Nasce da una sensibilità verso un tipo di agricoltura in generale che ha il compito di tutelare e salvaguardare il territorio e allo stesso tempo nasce anche da persone che si stupiscono ancora davanti alla vitalità e alla forza che la natura offre. Il nostro vino rappresenta un’espressione della terra, di quel preciso territorio con determinate caratteristiche, diventando un tramite tra la terra e l’uomo.
Belvedere di Suvereto in Val di Cornia, provincia di Livorno, a 300metri sul livello del mare. Statisticamente la Val di Cornia è uno dei luoghi meno piovosi d’Italia, nel periodo che va da Aprile ad Ottobre. Le nostre vigne risiedono in questo Territorio di confine tra l’energia del mare e delle colline Metallifere; infatti a sud ovest guardano la Val di Cornia e il golfo che va da Piombino a Follonica, con davanti l’Isola D’Elba che fa da scudo alle correnti marine. Da qui si susseguono i venti provenienti da Ponente come il Maestrale e il Libeccio. La brezza soffia sulle nostre piante agendo sulla sanificazione del grappolo, rendendo le nostre uve sane e rendendo i nostri vini sapidi e salini. Le brezze, insieme alla presenza del golfo, che fa da specchio, svolgono un ruolo importante sulla qualità della luce. Il giorno con un’intensità forte di luce e colori e la notte con cieli stellati altrettanto intensi. L’esposizione nord ovest guarda le colline Metallifere famose per la sua ricchezza minerale. I nostri suoli sono caratterizzati da scisti e galestri di matrice ferro e manganese. A tale contesto fa da cornice la macchia mediterranea con una biodiversità di flora e fauna. Piante secolari di Sughere, Lecci, Querce, Corbezzoli fioriscono in estate e primavera dando vita a milioni di insetti tra cui farfalle coloratissime. Molti sono gli animali che popolano questa terra dai cinghiale al capriolo, dall’istrice alla vipera e molte sono le tartarughe che naturalmente si trovano qui. I nostri vigneti sono situati in questa ricchezza territoriale. Applichiamo il metodo biodinamico strutturando il suolo, dando vita ad un’attività microbica, favorendo il processo di scambio tra terra ed aria e stabilendo l’equilibrio nel sistema naturale.
Crediamo vivamente nel territorio e per tale motivo cerchiamo di esprimerlo nei nostri vini. Crediamo nel territorio come bene da tutelare, come bene comune da rispettare e tramandare nel tempo. Questo territorio di cui abbiamo parlato è relativamente nostro, ce lo siamo ritrovato. La Terra è di tutti!
Ecco le tappe del viaggio di Emanuela Ascari
Puoi seguire Emanuela anche QUI

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