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Roger Waters: big movie contro la guerra

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Roger Waters è stato uno dei fondatori dei Pink Floyd e nel suo recente film, “The wall”, unisce il racconto epico con la storia personale dai quali esce una netta condanna della guerra.
E’ un film concerto che va al di là dello schermo e al di là della musica. E’ un concept film, intenso e profondamente toccante di cui Roger Waters ha parlato anche nella recente partecipazione a Piazza Pulita, trasmissione tv condotta da Corrado Formigli.
Il film si sviluppa su più livelli: alle canzoni del concerto viene interpolata la narrazione di un viaggio, quello che, in una sorta di road-movie , Waters compie a bordo di una Bentley, attraverso la Francia, per giungere alla fine in Italia. La morte del padre in guerra, quando Roger aveva solo pochi mesi, è motivo e destinazione di questo viaggio, che lo condurrà sulla spiaggia di Anzio, luogo della morte del padre e al cimitero di guerra di Cassino, luogo della sua memoria. Passando però per il luogo dove morì anche il nonno, durante la prima guerra mondiale, quando il padre aveva meno di 2 anni. 
La storia si snoda dunque come la ricerca di un senso e allo stesso tempo la condanna di qualunque guerra. Sul grande muro che fa da scenografia al concerto passano le immagini dei morti delle guerre più disparate, senza distinzione di schieramento, dai soldati americani, a quelli iracheni, alle vittime dell’11 settembre, ai civili uccisi per sbaglio a Baghdad o alla persona uccisa nella metro di Londra dalla polizia, credendola armata. Non manca la condanna del fatto che ogni guerra è – secondo Waters – essenzialmente una questione di business. 
In questa sua logica, decide di mettere insieme la croce, la stella ebraica, la mezzaluna, la falce e martello, il simbolo del dollaro e quello di Mercedes e Shell, che vengono scaricati dai bombardieri. D’altronde Waters non ha mai nascosto le sue simpatie politiche e in questo film, insieme alle spettacolari immagini dei concerti e al suo percorso personale, trova spazio anche la sua condanna del capitalismo, o meglio del business della guerra, appunto. Chiaramente c’è chi ha sottolineato che lui da questo film trae denaro. Ebbene, così è. Ma quanti sono coloro che traggono denaro per sostenere la validità delle guerre e del capitalismo?

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