Vai al contenuto della pagina

Glifosato: l’Efsa contraddice lo IARC

homepage h2

Chissà cosa è successo veramente nel lasso di tempo tra il pronunciamento dello Iarc, che ha classificato il glifosato probabilmente cancerogeno per l’uomo, e il 12 novembre, giorno in cui l’Efsa ha pubblicato un parere che scagiona il potentissimo erbicida? Ma…tant’è.
Quando l’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro ha classificato il glifosato come probabile cancerogeno per l’uomo, la Monsanto, produttrice del RoundUp, aveva persino usato toni intimidatori nei confronti di chi aveva “osato” sollevare questa ombra. Trascorso qualche mese, ecco che arriva un parere che scagiona il potentissimo erbicida: per l’EFSA il glifosato non fa poi tanto male…. . Testualmente si legge: “Il rapporto conclude che è improbabile che il glifosato costituisca un pericolo di cancerogenicità per l’uomo e propone nuovi livelli di sicurezza che renderanno più severo il controllo dei residui di glifosato negli alimenti”.
Scarica il documento integrale dall’allegato Pdf
Terra Nuova, insieme al tavolo delle associazioni di cui fa parte, continua a sostenere la richiesta, già inviata al ministero, di mettere al bando il glifosato
Monsanto sarà soddisfatta, le è stato fatto un bel regalo.
Intanto in Argentina il fotografo Pablo Ernesto Piovano ha realizzato fotografie e riprese sugli effetti devastanti del glifosato sulla popolazione e ha deciso di mostrarle al pubblico.
Molto critica sulla decisione di Efsa è Greenpeace, che afferma come “il report dell’EFSA fa affidamento su diversi studi non pubblicati, commissionati dalle stesse aziende produttrici di glifosato, mentre ignora evidenze e studi pubblicati che collegano questo erbicida al cancro”.
«Le rassicurazioni dell’EFSA sul glifosato sollevano seri dubbi sulla sua indipendenza scientifica. Buona parte del rapporto fa riferimento a studi non pubblicati commissionati dagli stessi produttori di glifosato. Le prove del rischio sono inconfutabili, ma a questo punto dobbiamo prendere atto che l’EFSA preferisce contrapporsi alla più autorevole agenzia di ricerca sul cancro a livello internazionale pur di non dispiacere grandi aziende di pesticidi, come Monsanto», afferma Federica Ferrario, Responsabile Campagna Agricoltura di Greenpeace Italia.
Nei prossimi mesi, la Commissione Europea si pronuncerà sull’utilizzo del glifosato nell’Unione dopo la scadenza – al 30 giugno 2016 – dell’attuale autorizzazione.                                                                                                                                        
Solo pochi mesi fa, a marzo, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), organo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, aveva classificato il glifosato come “probabilmente cancerogeno” per gli esseri umani [1]. 
“Secondo le norme UE, un “presunto” legame con malattie tumorali significa che quel pesticida non può essere utilizzato, a meno che l’esposizione umana non risulti “trascurabile” [2]. Non è certo il caso del glifosato, il cui uso è talmente diffuso da rendere inevitabile l’esposizione – prosegue Greenpeace – Questa sostanza si può infatti comunemente trovare nell’acqua, nei parchi cittadini, in aree agricole e negli alimenti”.
“I rischi per la salute associati all’uso del glifosato, inclusi i legami con le malattie tumorali, verranno investigati anche dall’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche (ECHA). Ma la pubblicazione del rapporto dell’ECHA non è prevista prima del 2017”.
«Dato che l’ECHA potrebbe dare una valutazione diversa da quella dell’EFSA, e che il mondo scientifico ha posizioni discordanti sul glifosato, non ha senso rinnovare per altri dieci anni l’autorizzazione di questo erbicida prima della fine di questo processo», conclude Ferrario.
Diverse organizzazioni che si occupano di salvaguardia dell’ambiente e di tutela della salute hanno chiesto un bando per tutti gli impieghi del glifosato nei casi di maggiore esposizione per persone e lavoratori [3]. Queste organizzazione hanno inoltre chiesto alla Commissione di tenere pienamente conto delle avvertenze dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e di consultare sia l’EFSA sia l’ECHA prima di prendere una decisione.
Note:
[3] Lettere della società civile, 29 ottobre 2015: 

Leggi anche

Per eseguire una ricerca inserire almeno 3 caratteri

Il tuo account

Se sei abbonato/a alla rivista Terra Nuova, effettua il log-in con le credenziali del tuo account su www.terranuovalibri.it per accedere ai tuoi contenuti riservati.

Se vuoi creare un account gratuito o sottoscrivere un abbonamento, vai su www.terranuovalibri.it.
Subito per te offerte e vantaggi esclusivi per il tuo sostegno all'informazione indipendente!