Vai al contenuto della pagina

Attenzione a chi dice: “Non bisogna allattare ad ogni costo”

homepage h2

Sfatiamo un mito: “le Consulenti in allattamento vogliono farti allattare a ogni costo”.  L’intervento di Tiziana Catanzani, consulenti IBCLC.
«Qualche volta mi è capitato di sentire questa frase, declinata con varie sfumature, e non ci ho ancora fatto l’abitudine». A parlare è Tiziana Catanzani, consulente professionale in Allattamento Materno IBCLC. Tiziana spiega perchè, ancora una volta, si tenta di manipolare l’opinione pubblica in materia di allattamento materno e difende il ruolo delle consulenti, importante sostegno per le madri.
«In genere è una frase riportata- ci si riferisce a una storia riguardante un’amica, una parente, una conoscente. Per questo motivo il mito si rafforza, cresce arricchendosi di particolari a volte persino improbabili. Mi sono chiesta mille e mille volte come rispondere in maniera efficace a questa affermazione netta che pende sopra un’intera categoria. E altrettante mille e mille volte, mi sono detta che una frase sola non basterebbe a chiudere la questione e che forse vale lasciar perdere, che i fatti hanno più valore di mille parole. Ma niente, ogni volta che la sento non riesco a lasciarla scorrere. Forse semplicemente perché non si può».
«Ironicamente vorrei indagare se qualcuna tra le mie colleghe sia mai riuscita nell’impresa di costringere una donna ad allattare o a far succhiare un bambino contro la sua volontà. “O la tetta o la vita!”, disse la Consulente con una pistola puntata alla tempia della puerpera. Scherzo eh?! Sto esagerando, ma le parole sono importanti ecostrizione/imposizionemi evoca a primo impatto questa immagine. La seconda immagine che mi viene in mente è la Consulente in divisa da soldatessa dell’Esercito delle Salvezza che si aggira per città, campagne e montagne stanando neogenitori casa per casa a fare il catechismo dell’allattamento, perchétutte devono allattare. Anche qui scherzo, nel senso che nessuna di noi si presenterebbe a casa di qualcuno senza essere stata chiamata per un qualsiasi motivo. Dunque è da qui che vorrei partire per dare il mio contributo a sfatare ilmito dei mitisulle Consulenti in Allattamento».
«Il nostro lavoro è meraviglioso ma, proprio perché così speciale, e di volta in volta diverso, non è sempre facile o gratificante. Ci sono giorni in cui bastano poche informazioni perché le cose inizino a girare bene, o qualche gesto che modifichi delle abitudini et voilà, il bimbo si attacca meglio, mamma e papà felici, la Consulente soddisfatta e speri che l’attimo si fermi così, come nelle migliori delle storie a lieto fine. In altre situazioni, direi il più delle volte, è necessaria la pazienza, si deve lavorare giorno dopo giorno con quello che c’è a disposizione, bisogna saper aspettare come accade in autunno o in inverno, coi tempi lunghi necessari alla maturazione dei buoni frutti.  Altre volte ancora ci vuole la forza di non avere aspettative. E così deve essere. E va bene così. Ma il punto fermo che anima il nostro lavoro è che non sponsorizziamo nessun prodotto, che l’allattamento non è merce da vendere. Caso mai ci occupiamo di unprocesso, di un percorso. Certo, parliamo di mammelle e di latte, ma come qualsiasi altro professionista parlerebbe del proprio lavoro, e in toni entusiastici, quando è anche una passione. Se lavorassi in un vivaio, parlerei altrettanto abbondantemente di fiori e piante, per capirci. Che poi si finisca a parlare di latte materno e di poppate anche durante una cena romantica strappata alla complicata organizzazione familiare o alla riunione informativa del Comune per la raccolta differenziata, con il compagno che minaccia ricorso all’avvocato matrimonialista o i presenti che sollevano gli occhi al cielo, questa è altra faccenda. Ne parliamo ovunque per fare la cultura, se ne parla per cambiarla, questa cultura. Se ne parla così tanto oggi perché fino a dieci anni fa se ne parlava poco, e vent’anni fa ancora meno. Se ne parla perché le conquiste di oggi (Ospedali e Comunità amiche del bambino, pit stop allattamento, rooming in in ospedale, flash mob, giornate a tema e tanto altro) si sono rese possibili anche grazie alle donne e agli uomini che ne hanno parlato ieri, nei luoghi più disparati, con quella stessa caparbietà e faccia tosta di cui sopra. Se ne parla perché allattare torni a essere nella nostra cultura un aspettonormaledella vita riproduttiva della donna e dell’alimentazione del bambino e non qualcosa di così speciale da richiedere la tutela dop come si fa con i prodotti che rischiano l’estinzione».
«Oggi allattare è una scelta e su questo non ci piove. Si può scegliere di farlo ma anche di andare in un qualsiasi supermercato e acquistare, per mille motivi, un barattolo di una delle troppe marche presenti negli scaffali. Dunque, cosa fa una Consulente in allattamento? Impedisce ai genitori di comprare il latte? Abbandona chi fa la “scelta sbagliata”? Getta il velo della dimenticanza su chi non può che usare la formula? Nulla di tutto questo, in realtà. Nulla di tutto questo nei limiti delle nostre capacità umane di non sbagliare. Quando si offrono informazioni sull’alimentazione del neonato, si corre spesso il rischio di essere considerate di parte. Perché è la cultura che lo vuole, una cultura che, per legittimare l’alimentazione artificiale, ha bisogno di metterla in contrapposizione con l’allattamento e di presentarla come facile. Che lo sia in realtà, è tutto da vedere. Facile? Monta, smonta, bolli, misura, scalda, raffredda, assembla, rismonta, lava, pulisci e il tutto per molte volte al giorno, moltiplicato per molte settimane e per molti mesi. Abbordabile? E’ stato calcolato che l’alimentazione di formula dalla nascita costa ad una famiglia circa 970 Euro (fonte Saperidoc), senza contarci le spese per gli ausili per la somministrazione. Senza contare quanto costa al Sistema Sanitario Nazionale e all’ambiente. Pulito e sano. Eppure  i rischi intrinseci di contaminazione ci sono e possono avere conseguenze sulla salute del neonato… i genitori vengono correttamente e chiaramente informati su questo aspetto?».
«Una Consulente in allattamento non ha interessi con le ditte produttrici di sostituti del latte materno e il latte materno non si vende, per questo motivo non ha la necessita di convincere nessuno. Ma ancor di più, e proprio per questo, non ha bisogno di fare la morale. La logica della divisione in madri buone e cattive è la stategia di chi ha qualcosa da vendere e ha bisogno di creare una categoria in cui il consumatore possa identificarsi; e va anche oltre accompagnandosi allo slogan che “non è giusto far sentire in colpa la madre che non può allattare” che completa la mirabile operazione di porre l’allattamento al seno e l’alimentazione artificiale sullo stesso piano e e trasformare in due opzioni identiche. Ma la libertà che ci appartiene di non appartenere a nessuno ci da la possibilità di dire le cose come stanno, ovvero anche questi meccanismi fotografare il reale e, allo stesso tempo, di stare con la madre per quello che è il suo desiderio, e non per quello chedeve essere».
Attenzione a chi fa la morale.
«Per lo stesso motivo -l’assenza di conflitto di interessi- una Consulente non ha motivo di trattare la neo madre o i genitori da vittime o a farli sentire tali: vittime del sistema brutto e cattivo, vittime delle ditte, vittime del sanitario ignorante, vittime della burocrazia dell’organizzazione delle strutture sanitarie ecc. Una Consulentelavora per dare informazioni aggiornate, sostegno maturo e più possibile vicino alle evidenze. Una Consulente sa che davanti a sé c’è una persona adulta, in grado di intendere e di volere, dotata di raziocinio e che, quando ha a disposizione informazioni (non consigli) sa fareda solale proprie scelte, quelle più adatte alla propria situazione. La logica del vittimismo appartiene a chi ha da vendere qualcosa perché crea una dipendenza attraverso la deresponsabilizzazione (tu non lo sai/non te lo hanno detto, ci penso io, fai come ti dico)».
Attenzione a chi vi tratta come vittime.
«Allo stesso tempo la Consulente in allattamento è cosciente che “cercare il colpevole” significa ancora trattare la madre come una vittima e una persona da “riprogrammare”. Una Consulente lavora con quello che c’è in quel momento, per quello che la madre e/o i genitori decidono di condividere e a partire da quel punto. Si lavora sul presente e sul futuro e sul come fare. Questo le permette di entrare in sintonia senza finzioni, senza usare la comunicazione come una“tecnica” per piazzare un prodotto. E’ un lavoro teorico, pratico e molto politico. Allattare non è una religione, non ha sacerdoti e sacerdotesse, non è un credo a cui convertire tutti. Perciò attenzione a chi vi fa promesse di benessere parlando dell’allattamento come il Giardino dell’Eden dove scorrono fiumi di latte e miele, dove basta seguire le regole perché tutto fili liscio. Allattare è anche fatica, risvegli notturni, dubbi, ripensamenti, emozioni variabili. Lo è l’allattamento così come lo sono tutti gli aspetti più belli e indimenticabili del crescere un e con un figlio. Una Consulente in allattamento utilizza le parole sapendo che modificano la realtàperciò quello che si definisce allattamentoè solo al seno e con il latte materno, alimentazione complementaredesigna quella cosiddetta “mista”, alimentazione artificialequella che utilizza la formula. Allattamento/alimentazione. Due parole distinte, che non si usano per sadismo ma perché si tratta di due modalità differenti di offrire nutrimento (  l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha redatto queste definizioni da tempo) ma che non sono di certo il metro dell’amore verso un figlio. Mischiare il modo di alimentare con l’amore, significa ancora ricadere nel trucchetto di chi vuole vendere un prodotto speculando sull’amor proprio, insinuando il tarlo sulla capacità di amare un figlio, il gioco peggiore, quello che divide le madri in amorevoli o in ego-centrate. Attenzione a chi dice che la scelta di non allattare è la misura dell’egoismo di una madre. Attenzione a chi parla disacrificioper i figli. Il compito della Consulente in allattamento non è certo quello di indagare e bollare leintenzioni di madri e genitori!».
«Per fare questo lavoro a volte ci vogliono coraggio o chiarezza e la capacità di sostenere anche la delusione che si legge negli occhi di chi ascolta. E saper contenere, accompagnare e lasciare che quella delusione scorra, senza prenderla come un fatto personale. Non è un lavoro ruffiano, non compiace, non allude, non promette il paradiso. Perché allattare, così come accudire un bimbo piccolo, non è sempre una passeggiata di salute, e, anzi, è un ottovolante di gioia indicibile ma anche di stanchezza altrettanto indicibile. Non lo è per l’allattamento ma non lo è, mai, nemmeno col biberon. Una Consulente in allattamento conosce il peso della scelta, che l’alimentazione del bambino è solo una delle migliaia di scelte di fronte alle quali i genitori sono messi di fronte già dal test di gravidanza positivo. E’ una scelta importante, che porta con sé implicazioni di valore anche personale, pressioni esterne, giudizi e pregiudizi culturali. Una Consulente, per questo, non semplifica, non fornisce soluzioni prefritte, non da la ricettina. Cammina con la mamma, smussa, adatta, ricuce. A volte torna indietro, altre deve dire basta, e saperlo comunicare. Una Consulente in allattamento sa che ogni storia non è la propria storia ma appartiene solo a quella diade, è unica. Non dice mai (o non dovrebbe): “Tranquilla, andrà tutto bene perché anche a me è successo così”. Una Consulente non cerca il riscatto personale nelle storie degli altri. Ha lavorato su se stessa per evitare questo. Una Consulente in allattamento, comunque vada, non parla mai disconfitta, nè con le madri nè tra colleghe,  perché nell’allattamento non ci sono vincitori e vinti, bravi e somari, belli e brutti; una Consulente parla piuttosto diesperienza, che ogni pezzetto è prezioso e in un percorso che si arricchisce e sarà utile per chi verrà dopo. La Consulente di oggi non sarà mai uguale a quella di ieri proprio grazie a questocamminare e crescere con.Accanto al lavoro di costante aggiornamento sugli studi scientifici più accreditati in materia, la Consulente fa anche molto lavoro su sé stessa, di formazione e riflessione, per fare e dare spazio. Spazio che è anche rispetto di lasciare la madre libera di dire solo quello che le va di dire, uno spazio di non giudizio».
«Una Consulente in allattamento non psicologizza: non deve leggere lemotivazioni profonde,non deve interpretarequello che c’è dietroa un’affermazione o a un atteggiamento, quello chedesidera veramente la madreperché, onestamente, nessuno può saperlo meglio di chi vive l’esperienza in prima persona.Lascia piuttosto uscire, ascolta, osserva l’insieme. Una Consulente in allattamento sta perciò al passo, non anticipa e non rimane indietro. E questo è il valore del fare spazio, dello svuotare la mente dal pre- giudizio su persone o situazioni prima di incontrarle. Una Consulente in allattamento non dice (o non dovrebbe dire) mai: “Quella madre cercava da me solo il permesso per smettere di allattare/ non ha intenzione di allattare”, perché anche questo non può saperlo, perché quel pensiero condiziona il suo agire e perché se è stata cercata probabilmente c’era esattamente un’ambivalenza. Che poi a volte si sentano anche queste frasi è un altro discorso. E’ il nodo critico su cui tutte lavoriamo ogni giorno, con il quale facciamo i conti. Siamo persone, con le nostre emozioni e i nostri limiti, di sbagliare capita mille e mille volte. Sostegno all’allattamento è anche questo lavoro, non mero accumulo di nozioni e di abilità da riversare su chi ha bisogno con modalità prescrittiva. Sostegno all’allattamento è anche, quando occorre, parlare ai genitori di alimentazione artificiale e, sì, spiegare e mostrare come offrire in modo corretto e amorevole un biberon o come ricostituire in sicurezza la formula in polvere. A volte ci capita di farlo, è un nostro dovere. Quando viene frettolosamente fatta una prescrizione per latte in polvere, quanto tempo dedica alla spiegazione di questi aspetti, il prescrivente? Una Consulente in allattamento sostiene in scienza e coscienza, senza abbandonare i genitori che scelgono o devono dare la formula».
«Non troverete mai una consulenza uguale all’altra, non troverete mai una consulente uguale all’altra. Proprio perché l’essenza del nostro lavoro è questo mix fluido di informazioni e modo di trasmetterle, di lasciare spazio alle emozioni e anche di contenerle, ognuno ha il proprio stile. Può piacere e non piacere, si può preferire una persona all’altra. M di sicuro non è un lavoro semplice e ci sono volte che proprio no, potrebbe anche non uscire bene.  Promozione, protezione, sostegno, la triade dell’allattamento. Non esiste promozione senza protezione (con leggi e con normative) e senza sostegno (noi, la catena calda). E non esiste catena calda, che inizia dal concepimento e accompagna i genitori fino alla acquisizione del proprio stile personale, se gli anelli sono spezzati o arrugginiti. Rimettere a posto la catena è anche, per me, aggiustare un piccolo anellino, che è quello del togliere di mezzo il mito. Il mito della costrizione».
Dal Blog di Tiziana Catanzani, per concessione dell’autrice
Letture utili

Leggi anche

Per eseguire una ricerca inserire almeno 3 caratteri

Il tuo account

Se sei abbonato/a alla rivista Terra Nuova, effettua il log-in con le credenziali del tuo account su www.terranuovalibri.it per accedere ai tuoi contenuti riservati.

Se vuoi creare un account gratuito o sottoscrivere un abbonamento, vai su www.terranuovalibri.it.
Subito per te offerte e vantaggi esclusivi per il tuo sostegno all'informazione indipendente!