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Piano vaccini, un altro rinvio

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Il sottosegretario all’Economia, Pierpaolo Baretta, ha chiesto nel corso della conferenza Stato-Regioni, a nome del Ministero dell’economia e delle finanze di rinviare il parere sul piano vaccinale 2016-2018 che era il 5 novembre all’esame della stessa conferenza. 
Il presidente della conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, ha affermato: «Evidentemente alla base del rinvio devono esserci riflessioni di tipo economico». Il testo del Piano resta quello della bozza originaria (scaricabile dall’allegato Pdf), sulla quale le Regioni hanno espresso il loro assenso, soprattutto il convintissimo e battagliero assessore alla Sanità dell’Emilia Romagna, che aveva invocato sanzioni da parte dell’Ordine dei Medici per i 150 medici firmatari della lettera inviata al presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. Tale lettera era invece molto critica sull’attuale politica vaccinale.
Per quanto riguarda l’idea, sollecitata nel Piano, di imporre l’obbligo della vaccinazione per la frequenza scolastica, lo stesso ministro si è affrettato a chiarire che se si dovesse andare in quella direzione occorrerebbe una legge ad hoc, dal momento che il Piano non ha alcun valore legislativo. Il Piano invita anche, nemmeno troppo indirettamente, gli Ordini dei Medici a valutare sanzioni nei confronti dei professionisti della salute che esprimono perplessità sulle vaccinazioni. Oggi come oggi, già i contratti per i dipendenti delle Aziende Asl prevedono che i dipendenti non parlino male o fungano da detrattori delle politiche aziendali, ma i medici di libera professione non sono soggetti a vincoli.
Per di più il Codice deontologico dei medici afferma che: «L’esercizio professionale del medico è fondato sui principi di libertà, indipendenza, autonomia e responsabilità».
Quindi appare parecchio anomalo l’annuncio di sanzioni in caso di posizioni critiche.
Intanto interviene anche il dottor Eugenio Serravalle, presidente dell’associazione Assis: «Sui vaccini si sta passando dalla disinformazione all’allarmismo”. Pediatra da 35 anni, esercita la libera professione. E i suoi figli, spiega, li ha vaccinati tutti e due. Ma per ora – puntualizza – non i due nipoti e i tre bisnipoti. Non è quindi un estremista anti-vaccino. Ma esprime in questo momento una posizione diversa rispetto a quella che sembra essere prevalente all’interno dell’esecutivo e cioè rendere ‘coercitivo’ l’obbligo della vaccinazione di massa.
Come valuta un’eventuale legge ad hoc per l’iscrizione?
«Ci vorrebbe una legge dello Stato. Non è certo materia che può essere risolta in Conferenza Stato-Regioni. Anche perchè è previsto che il diritto all’istruzione venga garantito ancor prima di qualunque altra condizione. C’è poi tanta legislazione sull’argomento: ad esempio l’Italia ha aderito alla convenzione di Oviedo che prevede la tutela dei diritti dei bambini. Non possono essere estromessi da scuola se non sono vaccinati. E poi ci sono normative regionali. Ad esempio in Veneto dal 2008 è stato sospeso l’obbligo».
 Ma lei consiglia di non vaccinare?
«No – replica – penso però sia giusto permettere alle persone la libertà di scelta terapeutica, scegliere come meglio difendere la propria salute. E nel caso dei vaccini bisogna sapere che i genitori che fanno una scelta diversa sono genitori accudenti, non trascuranti».
Una campagna di vaccinazione meno intensa può creare rischi per la salute pubblica?
«C’è un allarmismo ingiustificato. Ad esempio nel caso della polio (che nel nostro Paese non c’è più) per l’immunità di gregge è scientificamente provato serva una copertura tra il 50 e il 95%. Mentre il piano nazionale prevede il 95% per altre malattie e l’allarme è scattato proprio perchè la copertura è pochi decimali sotto».
Cosa ne pensa dell’ipotesi di ‘sanzioni’ a carico di medici che dovessero sconsigliare?
«Nessun medico di buon senso può sconsigliare le vaccinazioni. E’ che a volte i medici danno informazioni ridicole. Ad esempio secondo le rilevazioni Censis solo il 5,6% dei genitori sa che le vaccinazioni obbligatorie sono solo 4 (e invece si fa l’esavalente). Oppure il 10% dei genitori non sa neppure quali vaccinazioni sono state fatte ai figli. Insomma si sta passando dalla disinformazione all’allarmismo. Invece i genitori vanno puntualmente informati anche dei rischi che i bambini corrono. Io comunque non conosco colleghi che sconsigliano».
Come valuta le intenzioni che emergono attualmente dunque?
«Sono contrario ad un intervento ‘urbi et orbi’ perchè va contro lo spirito stesso della medicina».

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