Vai al contenuto della pagina

Sì al pellet, ma a quale costo?

homepage h2

Il pellet conviene ma è difficile dire quanto sia davvero ecologico, per via del forte ricorso all’importazione da Austria, Germania, Canada e Usa. Perché non si produce a sufficienza nel nostro Paese? Un interessante guida di Qualenergia tra prezzi e difficoltà di mercato…
Il pellet è un combustibile efficiente derivato dagli scarti di lavorazione del legno. Eppure per alimentare gli oltre due milioni di stufe e caldaie domestiche facciamo ricorso a un combustibile prodotto all’estero. Importiamo questo combustibile legnoso soprattutto da Austria e Germania, ma stanno crescendo le importazioni via nave da USA e Canada, una modalità che ha comportato dei prezzi più omogenei lungo lo stivale e una distribuzione garantita in quasi tutte le regioni anche attraverso la Grande Distribuzione Organizzata. Un interessante articolo di Roberto Rizzo su Qualenergia fa il punto sul consumo di pellet in Italia e analizza la variabile dei prezzi.
Il nostro Paese è primo a livello mondiale per consumo di pellet per il riscaldamento, con circa 3 milioni di tonnellate annue. Risultiamo anche i primi importatori al mondo di pellet, con oltre 2,5 Mt/anno, visto che la produzione interna non è in grado di rispondere alla domanda.
Tra i motivi principali che ostacolano la produzione in Italia vengono tirati in casa i costi energetici e quelli della materia prima. “La produzione di pellet è un processo energivoro, che richiede circa 1 MWh di energia termica e 200 kWh di energia elettrica per una tonnellata di prodotto finito. Il secondo motivo è l’elevato costo della materia prima nel nostro Paese. Da una parte, infatti, le segherie tendono a valorizzare gli scarti per recuperare redditività poiché il loro core business è in evidente difficoltà. Dall’altra, le caratteristiche orografiche dei terreni italiani e il costo del personale rendono poco competitivi i fornitori italiani di legno”.
Quasi tutto il pellet consumato in Italia (il 96%, pari a circa 2,7 milioni di tonnellate nel 2014) è usato nel settore residenziale: l’81% nelle stufe (se ne contano circa 2,2 milioni), il 15% nelle caldaie domestiche (con potenze inferiori a 35 kW) e il 4% in quelle commerciali, cioè con potenza oltre 35 kW.
Il prezzo del pellet è fortemente ciclico e stagionale: il periodo migliore per comprarlo è quello estivo, mentre nei mesi di maggior consumo (da ottobre a gennaio) il prezzo tende ovviamente a crescere. In questi mesi il prezzo di un sacco da 15 kg di pellet certificato si attesta intorno a 4/4,20 euro e può scendere fino a 3,60 euro al sacco nel periodo primavera-estate.
Per riscaldare con il pellet un appartamento di circa 75 metri quadri in Pianura Padana, servono 1-1,2 tonnellate/anno di combustibile per una spesa che varia tra 250 e 280 euro. Questo nel caso in cui il sistema a pellet sia quello utilizzato in modo prevalente, ma il consumo può variare in funzione di come sono distribuiti i piani dell’abitazione (se su uno o più livelli) e dalla canalizzazione o meno della stufa”.
Per approfondire leggi l’articolo sulla Guida all’acquisto di Qualenergia

Leggi anche

Per eseguire una ricerca inserire almeno 3 caratteri

Il tuo account

Se sei abbonato/a alla rivista Terra Nuova, effettua il log-in con le credenziali del tuo account su www.terranuovalibri.it per accedere ai tuoi contenuti riservati.

Se vuoi creare un account gratuito o sottoscrivere un abbonamento, vai su www.terranuovalibri.it.
Subito per te offerte e vantaggi esclusivi per il tuo sostegno all'informazione indipendente!