Il filmato realizzato da Ciwf sulla condizione di vita delle galline ovaiole in gabbia. La dimostrazione che l’industria ha trovato il modo di aggirare la legge europea. Una petizione per liberare gli animali dalle gabbie
Vi proponiamo un video sulla condizione di galline e polli in gabbia, prodotto dall’associazione Ciwf, per rendersi conto della condizione in cui versano gli animali negli allevamenti intensivi. Non possono aprire le ali, perdono le piume, subiscono l’amputazione del becco, ma sono costrette e forzate a produrre il doppio rispetto a 50 anni fa. In Italia sarebbero oltre 40 milioni (il 65% del totale). I dati arrivano dal Ciwf Italia Onlus che ha documentato la situazione con filmati girati in allevamenti italiani e rilancia la sua campagna End the Cage Age, chiedendo l’abolizione delle gabbie, per le galline e per tutti gli animali da allevamento. (FOTO )
Nel 2012, il divieto delle gabbie di batteria è entrato in vigore e gradualmente le galline sono state spostate da queste orrende gabbie in quelle cosidette arricchite. E’ stato un enorme passo avanti per il benessere di questi animali. Ma una gabbia è sempre una gabbia!
Una gabbia rimane sempre e comunque una gabbia. Il nostro team investigazioni ha trovato galline senza piume, molte con il becco tagliato (operazione dolorosissima), che passano tutta la loro vita in strettissime gabbie con il fondo in metallo (il pavimento delle gabbie in metallo provoca ferite alle zampe delle galline).
L’arricchimento in queste gabbie è uno specchietto per le allodole. Nulla di più! Le gabbie arricchite sono legali, ma non sono giuste!
Pensavamo che con il divieto delle gabbie di batteria, l’industria avrebbe adottato sistemi di allevamento alternativi, maggiormente rispettosi del benessere degli animali. Ma così non è stato. Ha continuato a fare i propri comodi scegliendo la soluzione economicamente più vantaggiosa a discapito di quella più giusta. Così ancora oggi oltre il 60% delle galline europee è ancora confinata in una gabbia.
In Europa, ogni anno, centinaia di milioni di animali vengono allevati in gabbia. Conigli, galline, scrofe, anatre e quaglie vi passano tutta la loro breve vita. Per molti di loro la gabbia significa isolamento, per molti altri essere ammassati con i loro consimili, per tutti la gabbia significa non potere esprimere nessuno dei propri comportamenti naturali. Riteniamo che nel ventunesimo secolo sia tempo di superare l’era delle gabbie e porre fine alla inutile sofferenza di milioni di esseri senzienti.
L’attrice Daniela Poggi ha registrato per Ciwf un video appello per chiedere la fine dell’uso delle gabbie per le galline: “Io non credo che questa si possa chiamare vita, eppure è legale e continua a essere reale e sotto gli occhi di tutti. Accettiamo la sofferenza di milioni di galline costrette a vivere dentro le gabbie” ha dichiarato Daniela Poggi che invita i cittadini a firmare la petizione su
www.ciwf.it/basta-gabbie
Secondo Annamaria Pisapia, direttrice di Ciwf Italia Onlus, “è inaccettabile che nel ventunesimo secolo vi siano forme di maltrattamento istituzionalizzato come l’allevamento in gabbia. Sentiamo dire dall’industria che questo sistema ha ragioni sanitarie, ma ciò non corrisponde al vero. L’allevamento in gabbia delle galline ha solo una ragione, quella economica e tutta a favore degli allevatori e non dei cittadini consumatori”.
Vedi la campagna
END THE CAGE AGE, per mettere fine all’uso delle gabbie nella zootecnia in tutta Europa.