La Commissione Europea ha respinto tutte le richieste avanzate dal documento presentato da Stop Vivisection per lo stop alla sperimentazione animale e l’applicazione di alternative scientifiche a questa pratica.
Il 3 giugno scorso la Commissione Europea si è espressa negativamente (parere non del tutto inatteso!) sulle richieste di Stop Vivisection che, con circa 2 milioni di firme di cittadini europei, aveva richiesto l’abbandono della pratica della sperimentazione animale per sostituirla con le alternative scientifiche possibili. «Per il momento – si legge nel documento della Commissione Europe, scaricabile dall’allegato Pdf – la sperimentazione animale continua ad essere importante per tutelare la salute umana e animale e l’integrità dell’ambiente. Mentre ci si adopera per sostituire completamente gli animali con altri metodi, che è l’obiettivo di fon do della direttiva 2010/63/UE, quest’ultima è uno strumento indispensabile a livello dell’UE per tutelare gli animali ancora necessari».
La Commissione «non intende pertanto presentare una proposta di abrogazione della direttiva 2010/63/UE né proporre l’adozione di un nuovo quadro legislativoı.
«Non una vittoria del buonsenso ma un’occasione mancata che avrebbe potuto dare, prima e meglio, le gambe a una ricerca innovativa e portare speranza, non solo agli animali che ogni giorno subiscono violenze e morte nei laboratori, ma anche ai malati che aspettano una cura, e ai cittadini che troppo spesso rimangono delusi da Istituzioni in mano a lobby economiche o di potere».Questo il commento della Lav. «Nonostante gli evidenti errori del modello animale e i numerosi esperti in materia che hanno sottolineato con dati tangibili il pericolo, anche per l’uomo, di un metodo non scientifico in grado di essere manipolato in base al risultato che si vuole ottenere, la Commissione ha comunicato infatti che non intende presentare una proposta di abrogazione della direttiva 2010/63/UE, né proporre l’adozione di un nuovo quadro legislativo. La posizione espressa dalla Commissione – che dimentica che la stessa direttiva europea prevede all’articolo 58 l’impegno “a riesaminare la direttiva entro il 10 novembre 2017 tenendo conto dei progressi nello sviluppo di metodi alternativi che non prevedono l’uso di animali e propone modifiche se necessarie” – esorta però tutti i soggetti coinvolti, dagli Stati membri alla comunità scientifica, a impegnarsi verso i metodi alternativi».