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Stop TTIP. La voce dei cittadini è stata ignorata

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La voce di milioni di cittadini europei è stata ignorata dalla Commissione commercio UE che oggi ha votato la risoluzione che appoggia il TTIP, Trattato Transatlantico per la liberalizzazione di commercio e investimenti tra Usa e Ue; il parlamento voterà in seduta plenaria la seconda settimana di giugno. Spalancate le porte alle multinazionali.
Il parlamento europeo la seconda settimana di giugno si ritroverà a votare un testo frutto di un compromesso che, come spiegato dalla campagna StopTTIP, spalanca le porte agli interessi delle multinazionali a scapito di Stati e cittadini. A nulla sono valsi i 2 milioni di firme raccolti in questi mesi con l’iniziativa dei cittadini europei.
Si rafforza l’ISDS (Investor-state dispute settlement), meccanismo di risoluzione delle controversie tra investitore e Stati, un’arma al servizio delle multinazionali, che diverrà ancora più protagonista nella nuova geografia economico-monopolistica che si configurerà grazie a quanto previsto dal TTIP. Le multinazionali avranno una forza incredibile nel trascinare davanti a un “tribunale” apposito gli Stati semmai oseranno approvare o fare applicare leggi a protezione dell’ambiente e della salute in conflitto con interessi commerciali.
Le campagne Stop TTIP hanno più volte espresso timori per la sicurezza alimentare, la qualità dell’ambiente, la svendita dei servizi pubblici agli investitori privati. Diverse personalità autorevoli (da Rodotà a Stiglitz) hanno sottolineato il rischio di svuotamento delle istituzioni democratiche tramite la creazione di organismi tecnici e sovranazionali in grado di rallentare o bloccare la legislazione degli Stati. 
Ecco il comunicato della campagna Stop TTIP:
La Commissione Commercio Internazionale del Parlamento Europeo (INTA) ha dato il via libera alla risoluzione Lange, un testo che legittima le peggiori preoccupazioni dei cittadini europei in merito al negoziato sul TTIP. Questa formulazione è stata approvata con 29 voti favorevoli, 10 contrari e 2 astenuti. La voce dell’opinione pubblica è stata completamente ignorata dalla maggioranza degli europarlamentari riuniti nel voto: in particolare, socialdemocratici e popolari hanno raggiunto un accordo che rilancia l’inclusione di una clausola ISDS nell’accordo USA-UE sul commercio e gli investimenti, anche dopo che quasi 150 mila persone avevano espresso il proprio dissenso in una consultazione pubblica terminata nel 2014.
Tutto ciò che la Commissione INTA ha saputo fare è dare credito a una proposta di riforma dell’arbitrato internazionale diffusa dal Commissario al Commercio, Cecilia Malmström, lo scorso 7 maggio. Una riforma che è tale soltanto all’apparenza, ma che lascia sostanzialmente intonso l’opaco e antidemocratico sistema di privilegi di cui potranno godere le imprese quando citeranno uno Stato in giudizio per aver minato i loro profitti con norme a tutela dei cittadini.
Il voto di socialdemocratici e popolari ha impedito di sollevare le dovute obiezioni anche al meccanismo della cooperazione regolatoria, che inciderebbe pesantemente sulla discrezionalità degli Stati membri di legiferare nel pubblico interesse creando un organo permanente sovranazionale.
In definitiva, il voto odierno dei deputati europei rappresenta un lasciapassare che regala margini d’azione inesplorati alle lobby industriali, con conseguenze potenzialmente catastrofiche per la vita quotidiana dei cittadini dell’Unione: se passasse questa linea, i governi avrebbero gravi difficoltà a tutelare settori come quello della chimica, dell’agroalimentare, del lavoro, dei servizi pubblici e della finanza.
“Quasi 2 milioni di cittadini in Europa hanno firmato la petizione comunitaria per fermare il negoziato sul TTIP, un’adesione massiva che testimonia una crescente volontà di far sentire la propria voce ma questa voce oggi è stata ignorata”, commenta Elena Mazzoni, coordinatrice della Campagna Stop TTIP Italia, “Il voto di oggi non tiene conto dei cittadini e della democrazia. Si è scelto di difendere unicamente gli interessi delle grandi multinazionali ma noi continueremo ad esercitare pressione affinché i diritti prevalgano sulla logica del profitto”
Il 10 giugno la risoluzione Lange passerà al vaglio del Parlamento Europeo, che si esprimerà in plenaria in quello che sarà l’unico momento di questo processo negoziale nel quale le istanze dell’elettorato potrebbero essere promosse a livello istituzionale. All’assemblea elettiva dell’Unione, dopo questo passaggio, spetterà soltanto un’ulteriore pronunciamento: un mero prendere o lasciare sul testo finale del TTIP, senza possibilità di emendamento.
Conclude Monica Di Sisto, tra i portavoce della campagna italiana: “Il patto scellerato tra social democratici e popolari, le larghe intese, ha portato a violare la volontà dei cittadini che con forza si erano espressi contro l’ ISDS e il Trattato in generale. Questo pessimo lavoro fatto oggi dalla Commissione INTA non ci ferma, anzi, chiediamo un impegno maggiore per far sentire la nostra contrarietà nel voto decisivo che ci sarà il 10 giugno in plenaria”.

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