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Minerali clandestini: una prima vittoria

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Il Parlamento europeo a maggioranza ha imposto alla Commissione europea di inserire elementi più stringenti di controllo nel regolamento riguardante i minerali provenienti dalle zone di conflitto. Un primo passo grazie alla campagna Minerali Candestini.
Il 20 maggio il Parlamento europeo ha respinto a maggioranza la proposta di regolamento avanzata dalla Commissione riguardante la certificazione e l’estrazione dei minerali provenienti dalle zona di guerra, minerali che servono per la costruzione di tutti gli strumenti informatici e digitali che utilizziamo ogni giorno, quali cellulari, computer, eccetera. «Gli europarlamentari hanno ottenuto tre punti fondamentali – spiega Nicola Perrone di Cipsi, che insieme a Chiama l’Africa, ha promosso la Campagna Minerali Clandestini cui ha aderito anche Terra Nuova – intanto la certificazione dovrà essere obbligatoria e non volontaria, sarà un’autocertificazione ma soggetta a controlli e non riguarderà soltanto le imprese importatrici ma tutte le imprese della filiera dell’elettronica, fino al consumatore finale. Un primo passo importantissimo. Ora il regolamento torna in Commissione, che dovrà redigere il nuovo testo tenendo presente le indicazioni stringenti date dal Parlamento europeo». «La mobilitazione dei cittadini non è stata vana – ha detto l’eurodeputato francese Philippe Lamberts  – siamo riusciti a porre un freno al cinismo e all’ipocrisia della Commissione europea nell’interesse delle popolazioni vittime di conflitti armati dai cui paesi proviene la maggior parte dei minerali utilizzati».

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