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Libri: gli italiani ricominciano a leggere

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Non è ancora un segno +, ma rallenta, fino a dimezzarsi, il trend negativo che ha caratterizzato l’andamento del mercato del libro negli anni e nei mesi precedenti. I dati presentati da Aie al Salone del libro di Torino.
Il settore, relativamente ai soli canali trade (librerie, librerie online, grande distribuzione, escluso Amazon) nei primi mesi del 2015 (da gennaio al 18 aprile), ha fatto segnare un ulteriore rallentamento nel segno negativo che lo sta caratterizzando dal 2011 con un -2,6% a valore e un -4,0% a copie, dimezzando i valori negativi dello stesso periodo del 2014 (quando il segno meno era ben più importante: -4,9% a valore e -7,4% a copie). È quanto emerge dai dati dell’indagine Nielsen per l’Associazione Italiana Editori (AIE) presentata al Salone del libro di Torino: uuno sguardo sul futuro, dati alla mano, su cui confrontarsi attraverso sette parole chiave, cioè lettura, e-book, tascabili/mass-market, grande distribuzione, ecommerce, best-seller, efficienza. Sette parole per leggere lo spiraglio che sembra intravvedersi con il calmarsi della tempesta. E per individuare i cosiddetti punti di ripartenza del mercato del libro. Se teniamo presente infatti che in questi primi dati non sono comprese le vendite di ebook e che tradizionalmente la prima parte dell’anno non è mai stata un periodo in cui le case editrici pubblicano i titoli di maggior richiamo, esce confermato il quadro di chiusura del 2014: la parte più drammatica della “tempesta perfetta” è passata e gli italiani – anche se in modo diverso rispetto a quattro anni fa quando tutto è iniziato – ricominciano a pensare di spendere in “lettura”. Quella che infatti, sbrigativamente, si è chiamata “crisi” è stata anche un acceleratore di processi di cambiamento nelle organizzazioni e nei processi aziendali, nello sviluppo di nuovi prodotti (di cui l’e-book è solo la parte più evidente e mediatica), di nuovi strumenti di comunicazione meglio rispondenti a un lettore e a un cliente che cambia, che compra e legge sempre più in mobilità. 

Sono ancora una volta i libri per bambini a trainare verso un cielo più sereno il mercato del libro. Forti, in questo inizio anno, di un alleato in più: le librerie indipendenti, che non solo contribuiscono per il 75% a questa crescita dell’editoria per ragazzi ma attenuano con le loro performance anche il segno meno della fiction.
I GENERI
I generi del 2015: crescono i ragazzi, tiene sostanzialmente la fiction, perde la non fiction: cresce ulteriormente il peso dell’editoria per ragazzi, che vede un incremento importante, pari al 6,4% a volume. Oggi oltre 2 copie delle 10 vendute complessivamente nei canali trade (il 22% del totale, per la precisione) sono di libri per bambini e ragazzi. Si riduce del -4,1% il peso della non fiction generale (la saggistica), del -5,6% per la non fiction pratica (lifestyle) e di un –5,4% la non fiction specialistica (manualistica pratica). Sostanzialmente stabile la fiction (-1,1%) proprio grazie al ruolo delle librerie indipendenti, che ne attenuano il segno meno. L’online è in calo invece per la non fiction pratica (guide, libri di cucina, lifestyle).
I CANALI
I canali del 2015: crescono librerie indipendenti e online, perdono le catene, crolla la GDO – E’ segno più per le librerie indipendenti in questi primi mesi del 2015, che registrano una crescita del +2,3% a volume e dell’1,9% a valore. Cresce ulteriormente l’online, diminuiscono le librerie di catena (-3,9% a copie e – 3,7% a valore) e crolla la Grande distribuzione (-14,8% a volume e -12,2% a valore). L’online registra un segno + (al netto di Amazon). Gli altri indicatori? Nel primo trimestre 2015 sono diminuiti i titoli dei libri di carta (-3,4% rispetto allo stesso periodo del 2014), aumentano invece del 66,6% quelli digitali (tutti dati nella tabella in allegato). 
I SEGNALI
“I segnali – ha commentato il presidente di AIE Marco Polillo – cominciano ad essere incoraggianti per il settore del libro. E’ vero, facciamo i conti ancora con un segno meno. Il paesaggio dopo la tempesta però non è più lo stesso: sono cambiati i comportamenti dei clienti e dei nostri lettori ed è su questi elementi di innovazione che gli editori dovranno confrontarsi nei prossimi mesi ed anni. Se poi consideriamo oltre al mercato dei libri di carta anche il segmento ebook e le performance di Amazon – perché, tocca ribadirlo, Amazon non fornisce i suoi dati – non escludiamo che quel segno meno sui libri di carta si traduca per tutto il mercato del libro in un segno più. Se così fosse sarebbe una vittoria di tutti, così come è una vittoria per tutti il fatto che uno dei nostri pilastri più importanti, quello delle librerie indipendenti, sia oggi in crescita, tanto da contribuire a invertire la tendenza”.

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