Nel cuore della primavera, la natura si apre alla rinascita. E’ questa la stagione del Legno, caratterizzata da una grande ondata di energia che può mettere in subbuglio i nostri delicati bioritmi, predisponendoci a sbalzi umorali, insonnia, nervosismo e alterazioni ormonali.
Rifiorire
Nel cuore della primavera, la natura si apre alla rinascita. Le giornate più luminose e il clima più mite favoriscono lo scorrere della linfa vitale, stimolando i meccanismi di crescita di tutto il mondo vegetale: le gemme si trasformano in germogli, i germogli si solidificano in rami e fusti.
Parola d’ordine in questo mese è pulizia.
Solo con organi emuntori alleggeriti è possibile predisporci a rifiorire nella mente e nel corpo, in sintonia con la natura.
Linfa nuova
Per facilitare lo scorrimento dei liquidi linfatici nell’organismo e rinnovare tutte le acque interne, è fondamentale accrescere l’introito di liquidi, soprattutto sotto forma di acqua, meglio se arricchita con linfa di betulla, il primo albero a mettere le foglie quando ancora la terra è ricoperta di gelo e neve.
È sufficiente mezzo bicchiere di linfa di betulla in mezzo litro di acqua, da bere a piccoli sorsi durante la giornata, per rinnovare tutti i tessuti, contrastare l’eccesso di acidi urici e combattere il colesterolo. Anche bere il centrifugato di sedano o la sua acqua di cottura aiuta a proteggere e depurare i reni, grazie alla sua ricchezza di magnesio e zolfo, e a favorire la digestione combattendo infiammazioni gastriche.
I germogli racchiudono in sé tutta la forza germinativa della pianta, la loro assunzione aiuta a rivitalizzare il sangue e la linfa e a rinnovare tutte le cellule e i tessuti.
Nel processo di germinazione infatti i semi vedono crescere la quantità di vitamine A, C ed E, oltre ai sali minerali come calcio, magnesio, fosforo, ferro e potassio.
I germogli più indicati, da consumare crudi aggiunti alle insalate, sono quelli di
alfa alfa, ricchi di amminoacidi essenziali,
cavolo rosso, lino, crescione e trifoglio, ricchi di omega 3, di avena, ricchi di proteine, fosforo e magnesio, e di
miglio, ricchi di fluoro e lecitina.
Ottimo anche il consumo di tutte le piante selvatiche che crescono spontanee nei campi proprio in questo periodo, a cominciare dal
tarassaco o dente di leone, dalle proprietà drenanti sia a livello epatico che renale.
Il suo principio amaro, la taraxinina, attiva le contrazioni della cistifellia e stimola la secrezione biliare, decongestionando il fegato.
Del tarassaco si consuma tutto:
le foglie più tenere e i fiori si mangiano crudi
in insalata,
le radici e le foglie possono essere centrifugate o spremute (se ne consuma un cucchiaino prima di ogni pasto);
con le radici possiamo infine preparare decotti da sorseggiare più volte durante il giorno.
Corolle nel piatto per riattivare il cervello
Tra le varietà più indicate vi sono
primule, viole, fiori di calendula, rose, fiori di acacia e finocchio selvatico, margheritine e fiori di borda pastore o malva.
In genere tutti i fiori hanno proprietà detossinanti; numerosi studi hanno inoltre evidenziato come le loro vibrazioni cromatiche siano in grado di aumentare le capacità di concentrazione e attenzione del cervello, apportando nuova energia, ottimismo e carica vitale.
Cambiare pelle
Per facilitare infine l’opera di rinnovamento cellulare, è importante incrementare il processo di esfoliazione della pelle attraverso
scrub naturali.
Uno molto semplice da realizzare consiste nel mescolare due cucchiai di argilla bianca e due manciate di sale marino integrale, un cucchiaio di olio di jojoba, un cucchiaio di yogurt bianco e tre gocce di olio essenziale di cipresso. Si distribuisce il miscuglio su tutto il corpo dopo la doccia e infine si sciacqua. Questo scrub stimola il microcircolo ricompattando e ristrutturando tutti i tessuti sfibrati.
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