La maggioranza delle mamme si sente ripetere dal proprio pediatra che, sui 4-5 mesi di vita, occorre iniziare lo svezzamento e spesso vengono consigliati omogeneizzati di frutta, verdura e carne oltre magari ai latti di proseguimento. Ma va proprio bene così? Lo abbiamo chiesto all’esperta, la dottoressa Michela Trevisan.
Omogeneizzati e latti di proseguimento sono veramente necessari per svezzare un bambino? Quali sono i rischi di un’alimentazione industriale fin dai primi mesi di vita? Ce lo spiega Michela Trevisan, autrice di “Svezzamento secondo natura” (Terra Nuova Edizioni).
«Si è portati a pensare che i cibi confezionati, le “scatolette” per bambini, siano più controllate, igieniche e che diano al bambino la giusta quantità di nutrienti. In realtà non è così, anzi questi cibi (se si possono definire tali) forniscono macronutrienti (cioè proteine, grassi e carboidrati), ma sono poveri di micronutrienti (minerali e vitamine) che sono essenziali per il corretto funzionamento dell’organismo. Gli omogeneizzati, le creme precotte, le farine lattee e i vari latti artificiali sono comodi per i genitori che non si devono preoccupare di preparare il pasto per il loro piccolo, ma non proteggono la sua salute: non a caso si è riscontrato un aumento delle allergie, alimentari e non, in relazione all’aumentato consumo di cibi industriali. Inoltre, un’alimentazione industriale e raffinata ritarderà l’accettazione, da parte del bambino, della dieta famigliare, crescerà con gusti “alterati” che lo accompagneranno nella vita adulta portandolo a scegliere sempre alimenti in scatola o precotti e sarà più predisposto ad ammalarsi».
Quali dunque gli errori da evitare e quali invece gli accorgimenti da mettere in pratica e le scelte da fare per garantire ai bimbi salute e crescita ottimale?
«L’errore da evitare è proprio quello di consumare cibi industriali e molto trattati a discapito di quelli freschi. A questo si aggiunge il
non mettere fretta al bambino: bisogna osservarlo ed ascoltarlo (se sta in posizione seduta o meno, se è presente il riflesso della deglutizione, se sono comparsi i primi dentini e l’interesse per il cibo) e iniziare lo svezzamento seguendo i suoi ritmi. La salute inizia fin dal concepimento, quindi è importante che i genitori seguano già una dieta sana e che tramandino quelle conoscenze ai figli. In pratica è consigliato l’acquisto di cibi freschi e locali che permette di risparmiare denaro (confrontate il prezzo al chilo di formaggini ed omogeneizzati con quello di formaggi o ricotta fresca), di controllare la qualità dei prodotti di persona, evitando di affidarsi alla pubblicità di aziende (il cui interesse è formare degli adulti dipendenti dall’industria più che degli adulti sani) e di consumare sempre alimenti di stagione, che ci forniscono quello di cui abbiamo bisogno in un determinato clima e ambiente».
Qualche suggerimento pratico su come procedere per tappe mese per mese?
«Come suggerisce l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), il latte materno può e dovrebbe essere mantenuto da un minimo di 6 mesi fino ai 2 anni di vita, riducendolo in modo graduale. Si può iniziare lo svezzamento, attorno al quinto mese, inserendo la prima settimana uno spuntino con centrifuga di carota e/o mela allungato con l’acqua, per poi introdurre gradualmente: yogurt vaccino o di capra o di soia (biologici), brodo vegetale con un po’ di cereale senza glutine, un cucchiaio di passato di un solo tipo di verdura (se l’intestino del bambino lo tollera) e infine una fonte proteica alternando tra animale e vegetale (ricotta, lenticchie rosse decorticate o crema di mandorle bianca. Il sesto mese potrebbe essere composto in questo modo:
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colazione con latte materno
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spuntini: latte materno a richiesta e/o frutta e yogurt vaccino o caprino o di soia
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pranzo: brodo di verdure con 40-50 g di un cereale senza glutine con aggiunta di 40 g di ricotta o 10 g di lenticchie rosse o crema di mandorle
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cena: da introdurre minimo due settimane dopo il primo pranzo (sempre se il bambino la accetta volentieri), come il pranzo, eventualmente con frutta al posto della verdura.
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per addormentarsi: latte materno a richiesta
Dal nono mese si possono aggiungere pezzetti di pane tostato con marmellata
senza zucchero, torte allo yogurt, strudel, muesli per bambini o biscotti casalinghi per colazione. A pranzo e/o a cena possiamo provare a dare poche verdure grattugiate e/o al vapore, anche condite con shoyu o gomasio, fagioli, piselli, fagiolini, ceci, formaggi freschi di qualità, cous cous e pastina. Pesce, carne bianca e uova solo dopo l’anno, ancor meglio dopo il diciottesimo mese, se la famiglia le consuma».
Come scegliere al meglio gli alimenti?
«Sicuramente è meglio evitare o limitare gli acquisti al supermercato e piuttosto rivolgersi ad un negozio di alimentari biologici, ad un GAS (Gruppo Acquisto Solidale) oppure direttamente ad un contadino o fornitore di fiducia, dopo essersi informati sui metodi di coltivazione o allevamento o produzione. È importante anche saper leggere le etichette e non fidarsi di quello che viene riportato a caratteri cubitali sulla confezione. La lista degli ingredienti in genere è scritta in piccolo e il primo ingrediente è quello presente in maggior quantità. Non devono essere mai presenti: olio o grassi vegetali o animali, olio di palma, margarina, grassi idrogenati e non idrogenati, zucchero, destrosio, sciroppo di glucosio-fruttosio, sciroppo di mais, ecc. e ancor meno coloranti o additivi che iniziano per “E” (es. E120). Staremo sicuramente alla larga da questi pericoli se acquisteremo prodotti freschi e di stagione: frutta e verdura, legumi e cereali, semi oleosi (come mandorle, nocciole, noci, semi di zucca e di girasole, ecc.), yogurt e ricotta, uova biologiche o “di casa”. Biscotti e torte? Nulla li rende piacevoli come la preparazione casalinga, magari con del buon burro di malga o con olio di oliva o di girasole, farine integrali e al posto dello zucchero malto d’orzo, concentrato di mela o di dattero, uvette o altra frutta secca, mandorle, noci, nocciole, cannella e quant’altro in base alla stagione».
Chi è Michela Trevisan
Michela Trevisan è biologa nutrizionista e consulente del metodo Kousmine. Lavora tra le province di Venezia e Treviso. Oltre a lavorare come nutrizionista per consulenze individuali e famigliari, svolge un lavoro di informazione attraverso conferenze, corsi di alimentazione naturale e corsi di formazione in diverse parti d’Italia; inoltre realizza menu per asili nido e altre realtà comunitarie.