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Quando la doula sostiene la futura mamma

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Sono sempre di più le donne che avvertono l’intima e profonda necessità di riappropriarsi delle proprie competenze in fatto di gravidanza e nascita. Sono sempre di più le donne che scelgono il parto naturale e umanizzato, che spesso preferiscono la casa all’ospedale. E tra le figure che assistono la donna in questo percorso, sta emergendo quella della doula.
La figura della doula sta emergendo anche in Italia sebbene non ancora riconosciuta. Clara Scropetta ama definirsi “custode della nascita” e da anni ormai si è formata come doula e assiste le donne nel loro percorso di consapevolezza.  E’ anche autrice per Terra Nuova del libro “Accanto alla madre”
La figura della doula sta emergendo, benchè con fatica, anche nel nostro paese. Quanto è diffusa la scelta di ricorrere a questa figura tra le donne?
«Ancora troppo poco! Tuttavia sono sempre più numerose le donne che si attivano in tal senso e piano piano si sta raccogliendo sempre più esperienza. Sono sempre più numerose anche le ostetriche che si sono aperte a una collaborazione. Purtroppo per quello che riguarda l’accompagnamento in ospedale, spesso è prevista la presenza di una sola persona, costringendo la donna a scegliere tra il compagno e la doula». 
Cosa fa la doula? Quale ruolo riveste a sostegno della donna in gravidanza e neomamma?
«La doula affianca la madre offrendo ascolto, fornendo informazioni di cui dispone grazie alla sua esperienza e alla sua formazione, facilita un orientamento nelle scelte, offre un servizio di aiuto pratico, questo specialmente nel puerperio. Soprattutto ricorda instancabilmente alla donna che è lei la protagonista della sua vita. In effetti fa quello che è opportuno fare per creare un ambiente favorevole a un decorso di gravidanza, parto e puerperio quanto più vicino possibile al riferimento fisiologico nonchè alla rielaborazione di quanto avviene. E’ utile ricordare anche cosa la doula non fa: non giudica, non consiglia, non indirizza verso una scelta piuttosto che un’altra, non effettua interventi di tipo medico o paramedico (a meno che ne abbia la qualifica: alcune doule sono allo stesso tempo medici, ostetriche, infermiere), non propone trattamenti, non si sostituisce a nessuno nè prende alcuna decisione al posto di un’altra persona. Sta accanto, semplicemente, condividendo quello che sa, che ha imparato, preferibilmente per esperienza. Il suo ruolo è di offrire una presenza solidale, discreta e premurosa. Più che quello che fa, è importante quello che è: una persona fiduciosa, empatica, rassicurante, capace di restare in silenzio quando è opportuno. Apporta nel contesto moderno una cura, un’attenzione, un’umanità che spesso si perdono tra i ritmi della vita moderna, le esigenze organizzative delle strutture sanitarie, l’isolamento sociale». 
Quanto è importante secondo te un sostegno demedicalizzato e umanizzato a gravidanza e parto?
«Favorire il più possibile un decorso di gravidanza, parto e puerperio senza bisogno di interventi o trattamenti medici secondo me ha ripercussioni positive a breve e lungo termine, su scala individuale e collettiva. Dovrebbe essere la priorità numero uno della politica in campo sanitario per la salute pubblica».
Quali prospettive ci sono in Italia per il riconoscimento di questa figura?
«Come avvenuto in altri paesi del mondo, immagino che in futuro tutti sapranno cos’è una doula e il suo servizio sarà apprezzato e caldeggiato. Sarà inevitabile man mano che aumenterà il numero di donne che ne hanno usufruito e ne escono soddisfatte, se non entusiaste. Questo per me è il riconoscimento più prezioso. Per quel che riguarda il riconoscimento istituzionale, invece, credo sia importante un’alleanza con le figure professionali che operano nel campo della nascita, in prima linea le ostetriche, così come trovare un modo per superare un’evidente difficoltà rispetto all’inquadramento: essendo più importante chi una doula è rispetto a cosa fa o sa, è anche difficile fissare un percorso standard per arrivarvi. Di fatto, una doula che ha solo studiato può rivelarsi inutile, se non dannosa, mentre una doula che sa meno ma ha l’atteggiamento giusto raramente è inutile e difficilmente può far danno. Certo che un minimo di informazione e di esperienza aumentano notevolmente l’efficacia del servizio, ma questo le doule lo sanno e investono infatti molto per il loro percorso, senza neppure la certezza che ne faranno un’attività remunerata. Guarire una sola nascita è guarire il mondo!».
Clara Scropetta, custode della nascita, è nata nel 1966 a Trieste e vive sulle colline toscane, all’interno di una eco-comunità intenzionale. Laureata in Chimica e Tecnologia farmaceutiche, madre di tre figli, da alcuni anni è un’attivista nel campo della maternità, dove mette a frutto la propria esperienza personale e lo studio da autodidatta. Oltre a offrire il suo servizio di doula alle madri e alle coppie prima, durante e dopo l’arrivo di un figlio, è autrice di libri, traduttrice e animatrice di incontri sulla nascita.

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