Calano le emissioni ma respiriamo troppa Co2
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Ci sono delle contraddizioni come vedremo, ma non possiamo non rilevare questo dato positivo di una produzione sempre meno inquinante. Per la prima volta in questo secolo il consumo di carbone cinese nel 2014 è calato del 2,9%; contemporaneamente la Cina ha ridotto l’intensità energetica, ossia il rapporto tra consumi di energia e PIL, del 4,8%, quasi un punto percentuale di più dell’obiettivo che si era data. Nel corso del 2014 nel gigante asiatico è cresciuta la generazione da rinnovabili (e crescerà ancora moltissimo). Attualmente il Paese conta su 115 GW eolici e al 2020 conta di arrivare a 200 GW; mentre per il fotovoltaico la Cina era a 28 GW a fine 2014, con altri 15 in programma per il 2015 e un obiettivo di almeno 100 GW al 2020.
Non bisogna però cantare vittoria. Perché se diminuiscono i consumi energetici non diminuiscono l’impatto dell’uomo sul pianeta è sempre più insostenibile con il consumo di risorse naturali che è in costante aumento.
Nel frattempo il 2014 si è chiuso con una concentrazione di CO2 mai vista in atmosfera, con una media di 397 ppm, ben al di sopra dagli standard a cui l’umanità era abituata fin dalla sua comparsa 200 mila anni fa. Dalla comparsa l’Homo sapiens fino a tempi relativamente recenti la concentrazione di CO2 in atmosfera ha oscillato tra le 170 e le 280 parti per milione.