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Prepararsi da sé creme e cosmetici

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Creme di bellezze e cosmetici sono sempre più nell’occhio del ciclone per l’utilizzo di sostanze chimiche che possono essere dannose per la salute. Periodicamente si apprende di sequestri, di test con risultati negativi, di proteste per le modalità di produzione e gli ingredienti utilizzati. Allora impariamo a prepararci da noi tutto ciò che serve per la bellezza e il benessere.
Nel 2013 è scattato il divieto di vendere o importare prodotti o ingredienti cosmetici testati sugli animali e sono diventate obbligatorie  nuove etichette per garantire la sicurezza dei consumatori e nuovi paletti contro gli spot pubblicitari ingannevoli. Eppure sono anche tante le sostanze chimiche potenzialmente dannose presenti nei cosmetici, negli shampoo, nelle creme solari e nelle creme di bellezza. Impariamo allora a prepararci da noi ciò che ci serve e a farlo utilizzando sostanze naturali. Ci guida in questo Dafne Chanaz, autrice di “Fare in casa cosmetici naturali” (Terra Nuova Edizioni).
Molte donne ancora pensano che la bellezza significhi solo creme costose e marchi prestigiosi, che però sempre più contengono sostanze chimiche che possono essere dannose per la salute. E’ possibile e consigliabile dunque abbandonare i prodotti industriali per passare ad una autoproduzione con sostanze naturali? Quali sono le ricadute positive anche in fatto di bellezza oltre che di salute?
«Mi è capitato spesso di confrontarmi con persone che trattavano dermatiti con creme acquistate in farmacia. Paradossalmente queste creme contenevano i principi attivi potenzialmente curativi ma, siccome gli eccipienti, emulsionanti e conservanti erano chimici, alla fine risultavano irritanti! Recentemente le cronache hanno citato casi di creme antirughe di marca che hanno provocato reazioni allergiche gravissime. La pelle ha innanzitutto bisogno di sentirsi a proprio agio e di potersi rilassare, quindi se riduciamo l’uso di saponi liquidi aggressivi e di creme piene di prodotti chimici si sentirà meglio. Da quel momento in poi le possibilità sono infinite. Dalla semplicissima ma preziosissima acqua di rose pura, all’olio di mandorle, un prodotto di eccellenza tipico dei nostri territori. A quest’ultimo possiamo aggiungere molte diverse proprietà semplicemente inserendovi alcune gocce di olii essenziali. Di norma con un massimo di 30 gocce per 100 ml possiamo ottenere i risultati più vari: pompelmo e menta contro la cellulite, betulla per snellire e combattere la ritenzione idrica, mirra contro le rughe, rosa come emolliente e cosmetico, cannella che è riscaldante e tonica per le mani infreddolite d’inverno, geranio, lavanda e menta per un doposole antizanzare e via dicendo. Se poi ci vogliamo divertire, invece di usare solo l’olio di mandorle come base, possiamo produrre una vera e propria crema (emulsione di acqua distillata in olii e cere); è appena più difficile che fare la maionese. Possiamo preparare unguenti curativi e balsami labbra, deodoranti, saponi. Prendersi cura del proprio corpo con questo tipo di prodotti ci conferisce un tono della pelle ed una bellezza molto diversi da quelli ottenuti con un banale fondotinta ad esempio. Anziché mascherare le nostre debolezze, alimentiamo le nostre forze, nutriamo a fondo la pelle e l’anima con il potere delle piante, ed essa risplenderà di luce propria».
Molti però pensano che sia troppo difficoltoso e impegnativo autoprodursi i cosmetici. E’ così? Consigli utili per chi volesse provare e cominciare?
«Io dedico circa una mezza giornata ogni sei mesi a questa operazione. Consiglio ai principianti di fare un giro in un’erboristeria seria e ben fornita e di annusare quanti più olii essenziali possibili. Quando avranno trovato quelli di loro gusto, potranno informarsi sulle loro proprietà. Scopriranno probabilmente che è proprio ciò di cui hanno bisogno. Una volta trovate le piante alleate, il passo successivo è fare le prime prove in olio di mandorla, tentando diverse miscele. Poi si può iniziare a spaziare tra i “medium” (olii di jojoba, avocado, burro di karité, cera d’api, o perché no, argilla, per produrre maschere per il viso) e procurarsi acqua distillata o acqua floreale. Si può usare anche in alcuni casi come co-emulsionante o come medium una parte di alcool a 90° (quello per i liquori). Ci sono molti siti internet dove si possono ordinare questi prodotti e addirittura kit di emulsionanti e boccette. Le prime emulsioni si potranno anche realizzare a freddo con un prodotto apposito che sia classificato come sicuro, agitando la boccetta. Se l’esperienza piace, si può passare subito al passo successivo: la lecitina di soia, un emulsionante 100% naturale, che si usa a caldo. Infine la conservazione: i semi di pompelmo contengono un potente antimuffa (vitamina E- tocoferolo), quindi si può usare il loro estratto per conservare senza controindicazioni le preparazioni».
Come sei arrivata alla scelta dell’autoproduzione e come hai acquisito le competenze necessarie?
«Tutto è cominciato durante un corso di erboristeria presso Officine Naturali a Roma; la docente Patrizia Stocchi ci ha aperto gli occhi sul potere reale delle piante. Spesso si pensa ai rimedi erboristici come “blandi” o “innocui” in confronto alla chimica. Certo sono meglio tollerati dal nostro corpo, ma il loro potere è altrettanto forte. Un esempio per tutti: quando si dice che la menta è fredda… La nostra insegnante mise dell’olio essenziale di menta nell’acqua fredda della vasca per combattere l’afa che incombeva sulla città. Avendo esagerato di alcune gocce, andò in ipotermia! Tremava in pieno agosto con 35 gradi. Fu meraviglioso intuire che la natura può darci ogni cosa. Ogni pianta ha un suo carattere e può completare, compensare, equilibrare o esaltare il nostro. Naturalmente qui facciamo un passo ulteriore, che ci fa capire che le nostre condizioni fisiche o patologie rispecchiano la nostra condizione interiore. Ed ecco che andiamo a curare i due aspetti contemporaneamente. Le prove che avevamo fatto in laboratorio contemplavano tuttavia l’uso di emulsionanti chimici. Cercare i sostituti naturali di ogni componente ha comportato un piccolo lavoro di ricerca che è durato circa un anno. Il resto è stato facile, frutto di prove e letture, guidate principalmente dai desideri. Ecco perché suggerisco di partire da una sniffata di olii essenziali. Il desiderio che ci evoca un profumo accenderà la nostra curiosità e creatività».
Quanto è importante oggi tornare a scelte a basso impatto e riorganizzare i propri consumi?
«Effettivamente producendo in casa questi cosmetici risparmiamo confezioni ed evitiamo di inquinare con prodotti tossici i fiumi e i mari. Ma soprattutto apriamo una finestra dentro di noi che ci permetterà di apprezzare il mandorlo e la lavanda, l’apicoltore che ci fornisce la cera d’api. E proveremo un senso di gratitudine verso una parte del mondo – la natura – che spesso resta dietro le quinte della nostra esistenza. Ciò di cui abbiamo bisogno non è un “prodotto” funzionale, bensì una “relazione” significativa con un altro essere – la pianta in questo caso. Una tale relazione non è qualcosa che si possa soltanto comprare. E’ molto più gratificante che il semplice consumo».
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CHI E’ DAFNE CHANAZ
Dafne Chanaz, cuoca e scrittrice, si occupa di ecologia applicata. Ha concluso un dottorato di ricerca sul rapporto tra cibo, agricoltura e città. Collabora con il mensile Terra Nuova e anima a Roma l’associazione Casa del Cibo. Indaga sulle tecniche gastronomiche ed erboristiche della tradizione popolare e ha fondato la Confraternita dei Panificatori Domestici, iniziando più di 300 famiglie all’uso di una pasta madre
centenaria.

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