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Spalmaincentivi fotovoltaico: le rinnovabili rischiano la recessione

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Che il settore del fotovoltaico avesse visto i precedenti governi fare il passo più lungo della gamba sulla sostenibilità degli esborsi legati al sistema di incentivazione era una cosa ormai conclamata soprattutto dalle varie scelte che hanno spinto verso la formulazione di Conti Energia costantemente a risparmio. 
Tutto questo ha finito con il produrre anche un pizzico di invidia da parte di coloro che per questione di giorni non sono riusciti a rientrare nell’applicazione degli incentivi più ricchi, ritenuti, tra le altre cose, con le spalle al sicuro.
 
Ed invece in Italia le regole cambiano ed i vantaggi collegati a quelle precedenti sfumano, come era già accaduto per le detrazioni fiscali legate in passato alle scelte sulle aliquote del mutuo ristrutturazione prima casa. Vedi  http://www.spaziomutui.com/guidacasa/mutuo-ristrutturazione.htm 
Ma il danno economico in questo caso rischia di affossare definitivamente un settore molto giovane ed ancora poco forte, ma allo stesso tempo capace di essere traino, in tempo di crisi, dell’economia del Bel Paese, come quello del fotovoltaico. Colpevole, questa volta è il decreto Spalma incentivi, divenuto operativo a fine ottobre, che ha costretto i titolari di impianti di fotovoltaico superiore ai 200 KWp a dover fare una scelta comunque non vantaggiosa, tra le tre paventate.
 
In tutti i casi si tratterebbe di un vero e proprio passo indietro rispetto alla possibile precedente convenienza, visto che le tre soluzioni vertono su: la decurtazione degli incentivi (che varia in funzione dei coefficienti di moltiplicazione e della durata residua del piano); allungamento con conseguente riduzione pro-quota delle agevolazioni, passando dai precedenti 2° anni ai 24 anni; la scelta di una ripartizione delle agevolazioni su due periodi, il che costituisce una vera e propria incognita, dal momento che non è stato ancora adottato il decreto attuativo.
 
La sola speranza per le imprese che operano nel settore ed i titolari degli impianti con le caratteristiche individuate dal decreto, è che il Tar dichiari illegittimo il provvedimento, ma l’aria che si respira nelle stanze popolate dai giudici interpellati a decidere si è fatta molto pesante dopo che, anziché predisporne almeno la sospensione, a seguito dell’esposto fatto dalle principali associazioni del settore, è stato deciso un rinvio al 19 marzo prossimo.

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