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Torna l’allarme Wi-fi: rischio reale od allarmismo?

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L’inquinamento “tecnologico” esiste, ed in molti casi a darne prova ci sono delle ricerche scientifiche. Ma quando si tratta dell’uso di wi-fi la situazione diventa più complessa, molto probabilmente perché è una di quelle situazioni in cui la scienza si trova a dover inseguire con affanno l’avanzamento della tecnologia stessa. 
E che la situazione sia molto confusa lo si comprende dalle posizioni molto spesso opposte ed inconciliabili ricoperte da personaggi autorevoli nell’ambito della ricerca medico-scientifica.
 
Recentemente si sono sollevate due nuove voci sulla questione del wi-fi, e della sua nocività o assoluta sicurezza. Da una parte c’è il direttore del reparto di Epidemiologia dell’Istituto Mario Negri di Milano, Carlo La Vecchia che parte da osservazioni basate sul buon senso più che su dei dati veramente scientifici, osservando che il mondo dell’uomo è immerso nelle onde radio da moltissimi anni, senza che a ciò sia imputabile uno sviluppo anomalo dei tumori, che invece si concentra in quelle zone dove sono predominanti altri fattori.
 
Quindi non ci sarebbero rischi legati all’uso delle onde wi-fi, che viaggiano su frequenze meno potenti, ad esempio, rispetto a quelle dei telefoni cordless, sempre più usati a scapito del classico telefono fisso (leggi http://miglioriofferteadsl.com/tipo/telefono-fisso.html), o degli smartphone, ed addirittura della semplice Tv.
L’opinione di Fiorenzo Marinelli, che lavora presso l’Istituto di Genetica Molecolare-CNR di Bologna, invece si muove su una direttrice diametralmente opposta, poiché secondo delle osservazioni fatte su delle cellule sottoposte a radiazioni di entità inferiore a quella delle onde wi-fi, è stato notato un comportamento anomalo sulla loro polarizzazione, che nel lungo periodo può portare ad una modifica del Dna.
 
Questo aspetto quindi produrrebbe degli effetti simili in strutture molecolari più giovani (bambini e ragazzi), dove il processo di ricambio cellulare è animato da molta più attività, con in più l’aggravante del massiccio uso che soprattutto i teen-agers fanno dei dispositivi dotati di wi-fi.
 
La sensazione però è che, ancora una volta, l’industria si muoverà molto più rapidamente rispetto al tempo lasciato a disposizione per poter effettuare tutte le osservazioni necessarie per poter arrivare a una conclusione univoca, per cui non rimane che comportarsi secondo il proprio buon senso, usando solo router wi-fi omologati per l’Italia, ed evitare di posizionarlo in zone particolarmente vissute, o già di per sé sature di altre apparecchiature che sfruttano le onde elettromagnetiche.

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