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Leggeri fino in fondo, anche nella morte

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Infrangiamo un tabù, proviamo a pensare che anche la nostra morte può inquinare. Per molti quello della morte è un pensiero che ferisce, eppure fa parte della vita. Cerchiamo di affrontare anche quel momento in maniera sostenibile. Le alternative ecologiche ci sono ma la legge italiana ha troppi limiti. Terra Nuova lancia dunque una raccolta di firme per chiedere al Governo italiano la libertà di essere…leggeri fino in fondo.
Nel 2013 sono morte in Italia circa 600mila persone; stando alle stime, nel 2014 saranno 605mila, con un giro d’affari per l’attuale sistema del “caro estinto” che si aggira sui tre miliardi di euro. E’ un momento di dolore e di passaggio per le famiglie; un momento il cui carico emotivo spesso azzera lucidità e ragione. Eppure c’è un aspetto sul quale occorre riflettere, pianificando scelte motivate, ed è quello dell’enorme impatto ambientale che anche la morte oggi ha.
Seicentomila morti ogni anno si traducono in un consumo enorme di materie prime e nell’impiego di sostanze tossico-nocive rilasciate nell’ambiente. Per ciascuna salma viene costruita una bara di legno, a volte con rivestimento di zinco o piombo, con vernici e colle a base di sostanze chimiche e magari fodere di tessuto sintetico. Ogni feretro contenente un corpo può essere chiuso dentro un loculo al cimitero e in questo caso il problema dello smaltimento viene posticipato ma non certo eliminato; può essere seppellito sottoterra e i materiali potranno in parte disperdersi nel terreno e in falda e in parte andranno smaltiti o bruciati nel momento della riesumazione; oppure può essere cremato, producendo emissioni che finiscono in atmosfera.
Le attuali norme in Italia non aiutano a trovare una strada ecologica, ma le norme si possono modificare ed è questo l’appello che Terra Nuova vuole lanciare al governo e a tutto quell’insieme di operatori ed attività che intorno alla morte ruotano.
PER QUESTO TI CHIEDIAMO DI ADERIRE ALLA CAMPAGNA DI TERRA NUOVA, di cui trovi tutti i dettagli nel numero di novembre della rivista, già disponibile (qui l e istruzioni per abbonarsi oppure scrivi a abbonamenti@aamterranuova.it).

Invitiamo i lettori ad unirsi a noi firmando l’appello su Change: FIRMA QUI “Leggeri fino in fondo”.

Sollecitiamo dunque il legislatore a favorire l’utilizzo di materiali più naturali e meno inquinanti possibile, ad eliminare certi vincoli e rigidità che impediscono la diffusione di pratiche meno impattanti, a imporre l’utilizzo di sistemi di filtraggio sempre più all’avanguardia per i crematori, ad individuare aree verdi (come già accade in altri paesi europei), ampie e alberate, dove poter disperdere o sotterrare le ceneri, magari anche in zona che consentano un recupero degli spazi cimiteriali esistenti evitandone il degrado e pensando alla possibilità di azzerare le barriere perimetrali, rivitalizzando i “santuari” e trasformandoli secondo il modello del cimitero-parco. Per far questo occorre modificare le norme. 
Attualmente sono possibili la tumulazione nel loculo con la cassa (se non areato la cosa si complica), la sepoltura a terra con la cassa, la cremazione. 
Le ceneri
Per quanto riguarda le ceneri, la legge italiana prevede tre possibilità: la sistemazione dell’urna sigillata dentro una nicchia cineraria, un loculo o una tomba; la dispersione in natura; l’affidamento ai familiari. Utilizzando materiali biodegradabili e seppellendo a terra le ceneri si otterrebbe un impatto ambientale veramente minimo. 
Le bare
La legge italiana norma anche con regole precise il confezionamento delle bare, rendendo oggi praticamente impossibile tentare strade alternative sia per il cittadino che per i produttori. «Innanzi tutto esiste l’obbligo di chiudere il cadavere in una cassa per poterlo muovere» spiega l’ingegnere Daniele Fogli, responsabile delle attività internazionali della Federutility Sefit, l’associazione dei gestori pubblici di cimiteri, crematori e imprese funebri, e presidente del comitato tecnico per i cimiteri della Federazione Europea dei Servizi Funerari. «Devono esserci sostanze assorbenti e, se quella cassa è destinata al loculo del cimitero non areato, deve per forza avere all’interno un’altra cassa di metallo, zinco o piombo, a sua volta saldata con una lega di stagno e piombo. Nei loculi areati invece, ancora non diffusissimi, non si usa la doppia cassa con lo zinco e si privilegiano bare aerate che consentono al corpo di decomporsi più velocemente per raccoglierne poi le ossa. La tumulazione aerata permetterebbe di svuotare i loculi in breve tempo, lo stesso in caso di sepoltura a terra con bare facilmente degradabili. Si potrebbe così avere una minore cementificazione legata alla costruzione di e nei cimiteri».
Alternative: percorso a ostacoli 
Se un produttore non vuole seguire quanto previsto dalla legge per costruire bare e vuole invece utilizzare materiali differenti dal legno o modalità alternative, occorre l’omologazione di quel prodotto da parte del ministero della Salute. E qui si aprono fronti che possono durare anni e prevedere parecchi ostacoli burocratici.
C’è già un materiale alternativo allo zinco per le casse interne, che ha ottenuto l’omologazione: si tratta di bioplastica, Pla o amido di mais biodegradabili. É un polimero a basso impatto ambientale, ma in Italia non è mai stato prodotto né commercializzato a questo scopo. Per l’inumazione (sepoltura a terra) e la cremazione è utilizzabile anche una cassa di cellulosa con bordi in legno, pochissimo diffusa in Italia e difficilmente reperibile. Anche la verniciatura delle casse è aspetto fondamentale dal punto di vista dell’impatto sull’ambiente.
La cremazione
Qui il problema è dato dalle emissioni in atmosfera dei forni. Negli ultimi 30 anni sempre più persone hanno scelto questa modalità, in Italia circa il 19% della popolazione, ma ci sono paesi dove si arriva al 74%, con una media europea che si attesta oltre il 37%. «In Italia sono attivi circa 60 crematori, la maggior parte dei quali all’avanguardia con i sistemi di filtraggio» spiega ancora Fogli. Ora occorrerà anche progettare nuove soluzioni per recuperare e smaltire le sostanze pericolose e non pericolose recuperate dal forno e dagli impianti di filtraggio. Chiaramente, meno materiali nocivi si inseriscono nei forni, meno emissioni nocive verranno immesse in atmosfera e meno residui tossici resteranno negli impianti di filtraggio.
La morte, dunque, come parte della nostra vita, come momento che può essere oggetto di “una scelta di vita”.  Può essere il tentativo di vedere le cose da un altro punto di vista scoprendo che siamo in grado di sostenere anche quel pensiero, di guardare con affetto, consapevolezza e rispetto anche al mistero più grande. 
Negli allegati Pdf trovi il poster e i moduli cartacei per la raccolta firme che puoi scaricare.

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