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Formaggino Mio alle verdure? Scoperto il bluff

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L’Istituto di Autodisciplina della Pubblicità bacchetta la Nestlè per la pubblicità del formaggino con le verdure che viene equiparato al consumo di verdure vere e proprie: “Un messaggio diseducativo e non veritiero” dice lo Iap.
L’ ingiunzione dello Iap nei confronti di Nestlè è chiarissima. Ve ne riportiamo il testo.
«I telecomunicati, nel promuovere il prodotto “formaggino Mio con verdure”, mostrano una bambina a tavola che si rifiuta di mangiare un piatto di spinaci e un piatto di carote, mentre la voce fuori campo recita: “le verdure sono un problema?”, “da oggi basta aggiungere ad ogni piatto formaggino Mio con spinaci e verdure”, “tutto il buono delle verdure….”. Come è noto, le disposizioni dell’articolo 11 del Codice sono state formulate anche in conseguenza dei dati statistici che segnalano un incremento dei soggetti in sovrappeso nella popolazione infantile. Tali disposizioni autodisciplinari si propongono espressamente di favorire la divulgazione di modelli sani ed equilibrati di consumo alimentare, tenuta in particolare considerazione anche la situazione che caratterizza il bambino, per le sue limitate competenze critiche e di decodifica del messaggio. Gli spot, ad avviso del Comitato di Controllo, si pongono in contrasto con le suddette esigenze, atteso che rischiano di proporre un modello alimentare scorretto, in quanto suggeriscono il prodotto come un adeguato sostituto della verdura, da aggiungere peraltro “ad ogni piatto”. La riferita scorrettezza è evidente sia sul piano concettuale, perché il quantitativo di verdure presenti nel prodotto non è tale da consentire un rapporto di equivalenza tra il consumo della verdura e il formaggino “Mio”, sia da un punto di vista nutrizionale, posto che aggiungere il formaggino “ad ogni piatto”, specie per l’elevato contenuto in proteine, grassi totali e saturi (non reperibili, in quantità analoghe, nelle verdure che si propone di sostituire), non corrisponde ad un suggerimento alimentare equilibrato. I messaggi, inoltre, sotto altro profilo, pongono in evidenza e assecondano il rifiuto della bambina di mangiare la verdura, tanto che si alza da tavola, premiato con la sostituzione del cibo non gradito con un altro ritenuto più gradevole e illusoriamente proposto come equivalente sotto il profilo alimentare, che risulta doppiamente diseducativo».

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