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Malati di dieta

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State cercando la dieta “d’emergenza” per entrare nel costume quest’estate? Ecco gli errori da evitare se non volete rimetterci in salute.

Malati di dieta

Giro vita e fianchi non soddisfano, abitini e bermuda della primavera scorsa non entrano e, intanto, si pensa all’estate, a come fare per godersi il senso di liberazione che dà tuffarsi in mare senza avere l’incubo della ciccia che deborda dal costume. Per correre ai ripari, la prima cosa che ci viene in mente è metterci a dieta. Così, tra estenuanti ricerche su internet per scovare l’espediente più veloce per dimagrire, capatine in libreria per comprare l’ultimo libro scritto dall’attrice o dall’esperta di turno, che promette miracoli in un mese, e una rapida spesa in farmacia a base di pillole «brucia grassi», siamo pronti per iniziare. Un bel respiro e… via con pompelmi, pollo ai ferri, barrette sostitutive, dieta liquida e chi più ne ha più ne metta.
Molti diranno: controllare il peso mangiando sano ed equilibrato non significa dimagrire. E invece sì. Ma è la strada giusta? È proprio così che possiamo sperare di tornare in forma piacendoci, ma anche preservando la salute? No, spiega l’Inran, l’Istituto nazionale per gli alimenti e la nutrizione, che ha stilato delle semplici linee guida per controllare il peso mantenendosi anche sani e attivi. Molti diranno: controllare il peso mangiando sano ed equilibrato non significa dimagrire. E invece sì. Se il peso è eccessivo, è proprio ristabilendo una corretta ed equilibrata alimentazione che si favorisce l’eliminazione dei chili in più.
Cosa mangiare?
Gli alimenti da privilegiare, spiegano gli esperti dell’Inran, sono quelli di origine vegetale, come cereali (meglio se integrali), legumi, ortaggi e frutta, che contengono amido, fibra, vitamine, minerali e altre sostanze preziose per la salute. Cereali e legumi contengono anche proteine. In questo modo, si assume un volume maggiore di cibo che sazia, mantenendo basso il contenuto calorico
L’ideale sarebbe assumere almeno 5 grandi porzioni di frutta e verdura, cercando di aggiungere poco sale e pochi grassi. Questi ultimi, infatti, hanno il doppio di calorie rispetto ai carboidrati e alle proteine. È bene limitare fortemente (o anche eliminare) i grassi saturi (burro, panna, formaggi, latticini, carni grasse, insaccati), che peraltro causano l’aumento del colesterolo nel sangue.
Da privilegiare, sempre limitandoli, i grassi insaturi che si trovano negli oli vegetali, nei cereali, nella frutta secca, nelle olive e nel pesce. Cartellino rosso per gli zuccheri semplici, cioè quelli che si assumono con i dolci, le bibite o i carboidrati raffinati. Meglio affidarsi agli zuccheri che si assumono naturalmente attraverso i cereali e la frutta. Saggio anche limitare al massimo o eliminare il sale; importante bere molto e aumentare l’attività fisica, senza la quale ogni sacrificio rischierebbe di essere vano.
L’Oscar delle stroncature
Ma, chissà perché, nell’alimentazione, la ricerca dell’equilibrio non seduce tanto quanto le promesse di risultati miracolosi con interventi alimentari drastici, radicali, squilibrati e che possono rivelarsi rischiosi per la salute. Un monito è arrivato anche dalla British dietetic association, che ha stilato una classifica delle cinque peggiori diete dimagranti che hanno spopolato nel 2012. Andiamo a vedere quali sono.
Six weeks to OMG
È il titolo del volume che ha spopolato in Usa, i cui suggerimenti sono arrivati anche in Italia e in Europa. Sei settimane di alimentazione assurda, per potersi concedere, come scrive l’autore del libro (il personal trainer Venice Fulton), l’esclamazione OMG, che nel linguaggio degli adolescenti di lingua inglese sta per «Oh my God!», «Oh mio Dio!». Tra le altre cose, l’autore suggerisce di fare esercizio fisico la mattina presto dopo avere bevuto un caffè nero, spostare la colazione nella tarda mattinata o saltarla del tutto, immergersi in bagni gelati. E poi: niente frutta, tante proteine e i carboidrati non importa se arrivano dai broccoli o dalla coca cola!
Alcoressia
Dieta di cui si dicono seguaci molte celebrità e top model. Si basa su un’assunzione minima di calorie dagli alimenti e un consumo
altissimo di alcolici. Provoca gravi carenze di tutti i nutrienti necessari alla sopravvivenza.
Party Girl
In questo approccio, un cocktail di vitamine, magnesio e calcio viene iniettato con una flebo, proprio come ai malati cronici denutriti. I rischi comprendono anche svenimenti, infezioni, infiammazioni, fino allo shock anafilattico.
Dieta del sondino
La dieta Ken sta per ketogenic enteral nutrition, in italiano Nec, ossia Nutrizione enterale chetogena, meglio nota come «dieta del sondino». Prevede un regime di dieci giorni a base di liquidi (vitamine e lassativi) somministrati tramite un sondino. I chili persi, che possono arrivare anche a 10, vengono immediatamente riacquistati appena si ricomincia a mangiare normalmente.
Dieta Dukan
Tanto popolare tra molte celebrità, tra cui la principessa Kate Middleton, quanto osteggiata da nutrizionisti di tutto il mondo. La dieta, oltre a essere squilibrata a favore delle proteine, è confusa, estremamente rigida e con troppi effetti collaterali, fra cui spossatezza, stitichezza e alito cattivo.
Gli altri regimi sbagliati
Le cinque diete appena citate non sono le uniche ad essere piene di errori e, quindi, pericolose per la salute. In Italia, se ne sono diffuse altre che, malgrado risultino non equilibrate o eccessivamente fantasiose, continuano ad essere seguite da un gran numero di persone. Vediamo quali sono.
Dieta Scarsdale
Si basa sulla eliminazione completa di pane, pasta e altri carboidrati. Si possono mangiare a volontà carne, pesce, uova e formaggi. La fame passa a causa dello squilibrio alimentare, mentre il corpo va in acidosi. Tale dieta, se protratta nel tempo, può indurre carenze di macro e micronutrienti e causare vere e proprie patologie, soprattutto a carico dell’apparato urinario e del fegato.
I «sostituti dei pasti»
Si tratta di prodotti dietetici liquidi o in barrette, che vengono consumati in sostituzione di uno o entrambi i pasti principali. Un approccio che non educa affatto a una corretta ed equilibrata alimentazione, e che nel tempo risulta insostenibile.
Dieta Mayo
È caratterizzata dall’assunzione di un pompelmo prima di ogni pasto. Si pensa che tale agrume abbia la funzione di bruciare i grassi, ma ciò non è vero.
Dieta Beverly Hills
Prevede l’assunzione di sola frutta per 10 giorni, con graduale aggiunta, dall’undicesimo giorno in poi, di alcuni alimenti e l’esclusione illogica di altri. È una dieta che può causare gravi carenze proteiche e indurre diarrea, con diminuzione della massa magra piuttosto che della massa grassa.
Dieta Atkins
È una dieta a punti, prevalentemente composta da grassi, che comporta il rischio di chetosi e perdita massiva di liquidi.
La dieta del gruppo sanguigno
Un discorso a parte merita la dieta del gruppo sanguigno, che ha ottenuto un grande seguito anche negli ambienti più attenti all’approccio naturale ed equilibrato alla salute. È stata ideata nel 1997 da Peter J. D’Adamo, un naturopata statunitense, che è partito dal libro One Man’s Food, pubblicato dal padre James D’Adamo, anch’egli naturopata, nel 1980.
Peter D’Adamo è autore di un libro che ha riscosso un enorme successo e che è stato tradotto in 40 lingue. Si tratta di Eat right 4 your type, pubblicato in Italia con il titolo L’alimentazione su misura (Sperling & Kupfer). La teoria del dottor D’Adamo sostiene che i gruppi sanguigni (0, A, B e AB) siano frutto dell’evoluzione. In essi sarebbe contenuto il messaggio genetico relativo allo stile alimentare e comportamentale.
I quattro gruppi sono definiti nel modo seguente: cacciatore (gruppo 0), agricoltore (gruppo A), nomade (gruppo B) ed enigma (gruppo AB). D’Adamo afferma che ogni gruppo sanguigno dovrebbe evitare determinati cibi, poiché causano fenomeni di agglutinazione, e spiega come per ciascuno di essi esista una predisposizione all’attività fisica ben determinata.
Quello del cacciatore sarebbe il gruppo sanguigno più antico; la dieta prevede un’assunzione elevata di proteine di origine animale, esclusi i cibi a base di farina di frumento. Quello dell’agricoltore si sarebbe formato come risposta al progressivo mutamento del regime alimentare del cacciatore; in questo caso la dieta è soprattutto vegetariana. Il gruppo del nomade si sarebbe formato in seguito ai notevoli mutamenti climatici; il regime alimentare prevede, oltre al latte e ai prodotti caseari, anche le carni e la stragrande maggioranza dei prodotti di origine vegetale.  Il gruppo enigma è quello più recente e complesso, e ad averlo è solo un 2-5% della popolazione mondiale; in linea generale, i cibi che risultano dannosi per i gruppi A e B sono dannosi anche per il gruppo enigma.
Secondo D’Adamo, l’applicazione di questi principi alimentari permetterebbe anche di risolvere i problemi di sovrappeso e trattare malattie come il diabete mellito, l’ulcera gastrica e il tumore.
Una teoria scientificamente valida?
A definire privo di basi scientifiche questo approccio è stata la Società tedesca dell’alimentazione, la Deutsche Gesellschaft für Ernährung e. V., conosciuta come Dge. La Dge ha affermato come non esistano prove scientifiche del fatto che le lectine assunte con il cibo sviluppino reazioni di agglutinazione con le cellule del sangue. Dunque, prediligere determinati alimenti sulla base del gruppo sanguigno non viene inteso come un rimedio o una cura per sovrappeso e malattie.
«Le generalizzazioni di D’Adamo sulle lectine contenute negli alimenti sono scientificamente inaccettabili» sostiene la Dge. «I consigli dell’autore contraddicono anche in maniera sostanziale la realtà dei fatti. Molte delle piante citate da D’Adamo contengono lectine che non presentano le caratteristiche che lui attribuisce loro. È stato osservato in laboratorio, che la lectina del germe di grano, per esempio, si lega alle cellule sanguigne indipendentemente dal gruppo cui appartengono; inoltre, anche quando è combinata con altri alimenti, non si sviluppa nessuna reazione agglutinante.
D’Adamo chiama in causa anche le lectine del riso e delle lenticchie, senza avere riscontri oggettivi alle sue affermazioni. L’agglutinazione delle glicoproteine di tipo B del latte non è provata e lo stesso vale per quanto riguarda le lectine contenute nel pollame e negli animali con il guscio. In quest’ultimo caso, poi, la cottura sulla brace o sulla griglia neutralizza quasi certamente qualsiasi attività nociva. D’Adamo ritiene particolarmente pericolose le lectine delle piante appartenenti alle solanacee, come i pomodori e le patate, le quali, però, si legano alle cellule sanguigne indipendentemente dal gruppo di appartenenza».
D’Adamo difende con convinzione le sue idee e le sue proposte alimentari, soprattutto attraverso il suo blog, dove contesta a sua volta le critiche che gli vengono mosse. Sta di fatto che, al momento, in letteratura scientifica, non vi sono studi su questo approccio alimentare.
Alla ricerca dell’equilibrio
Come abbiamo visto, le teorie sono tante e anche molto diverse tra loro. Ma cosa è meglio fare per raggiungere e mantenere il peso forma e stare in salute? «Sicuramente non scegliere un regime alimentare incentrato unicamente sulla perdita di peso e, peraltro, all’ultimo momento» spiega il dottor Paolo Giordo, medico omeopata, specializzato in neurologia ed esperto di nutrizione, autore di molti libri della collana “La salute nel piatto” pubblicati da Terra Nuova Edizioni.
Giordo spiega nel dettaglio quali sono le ragioni che portano a sconsigliare diete non equilibrate. «Le diete sbilanciate in senso proteico, per esempio, portano alla formazione di corpi chetonici e acidificano fortemente l’organismo, sovraccaricando specialmente i reni e generando un rischio vascolare. È noto, infatti, che non possono essere protratte a lungo. Le diete sbilanciate sui carboidrati sottopongono il pancreas a un enorme lavoro, sino ad arrivare a un suo esaurimento funzionale, con il rischio quindi di insulino-resistenza e diabete di tipo 2. Fino a pochi anni fa, si è guardato all’indice glicemico come a un punto chiave di ogni corretta alimentazione, ma non venivano considerati i picchi della risposta insulinica agli zuccheri in genere. Infatti, i cereali integrali e i legumi, che contengono zuccheri, sono molto più in grado di modulare la risposta insulinica con picchi più bassi e di durata maggiore rispetto ai cereali raffinati. Si è quindi data più importanza al carico glicemico».
Imparare a nutrirsi bene
Dunque, quale può essere un regime equilibrato e adeguato al mantenimento del peso forma e della salute? «L’approccio giusto si definisce esaminando anche le popolazioni rurali del mondo, dove il sovrappeso è estremamente raro, laddove appunto ci si nutre di cereali integrali, legumi, verdure e frutti, tutti ricchi di fibre grezze» spiega ancora Giordo. «La raffinazione porta, oltre che a una frettolosa masticazione e insalivazione dei cibi, anche a una iperproduzione insulinica, che rappresenta il primo gradino del sovrappeso e di tante malattie a essa correlate. Le sostanze ad azione antienzimatica contenute nei legumi fanno di questi ultimi un ottimo presidio per chi voglia perdere peso. La dieta per perdere peso si avvicina di più a quella vegetariana, in quanto la ricchezza di fibre riduce anche il valore calorico dei nutrienti. Una dieta ricca di vegetali e acqua limita anche lo stimolo della fame e, se associata a un buon esercizio fisico,
contribuisce sicuramente alla perdita del peso superfluo. Ma perché pensarci solo prima dell’estate?».

Articolo tratto dal mensile Terra Nuova Maggio 2013.

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